La quantità di contatti che subisce Allen Iverson è impressionante…
Settimana quasi nera per i Sixers, che stanno tribolando in maniera assoluta nella division più scarsa della Nba, dove praticamente nessuno riesce ad avere un record superiore a .500.
Dall' inizio della stagione Phila si è dimostrata la migliore della Atlantic, mantenendosi sempre a cavallo del 50 per cento di vittorie, aggrappandosi con le unghie e con i denti ad ogni partita. Chiaramente la stanchezza, soprattutto nei back to back, si fa sentire, insieme all' ormai cronico bollettino dell' infermeria, che anche questa settimana ha riservato bruttissime news allo staff di coach Ayers.
Oltre alla piccola pantomima che coinvolge Glenn Robinson, fermo ormai da troppo tempo in perenne viaggio da uno specialista all' altro per un problema apparentemente di poco conto alla caviglia sinistra, che conferma per l' ennesima volta la attitudine non esattamente "da combattente" di Big Dog, e il malandato ginocchio (da una decina di anni) di Derrick Coleman, che almeno dimostra un po' più di palle giocando pur non essendo al meglio, martedì nella sconfitta casalinga subita dai Toronto Raptors (35 punti di Iverson, ma con il 25 per cento dal campo, 8 su 32) si è infortunato Marc Jackson, ovvero il quasi-salvatore della patria, colui che ha tenuto in piedi la baracca sotto i tabelloni e parzialmente in attacco in contumacia Thomas-Coleman-Robinson e Iverson. Frattura di un dito della mano sinistra, operazione, rientro da definire.
Per Big Dog Robinson si parla di ancora una settimana e forse due, Coleman sembra essersi un po' ripreso, ma adesso senza Jackson la situazione è quasi drammatica. Nella vittoria di misura sui Chicago Bulls (83 a 82), non esattamente quelli del three-peat, si è visto un buon Samuel Dalembert, 13 punti con 5 su 9 dal campo, un generoso Derrick Coleman, solo 3 punti ma con 11 rimbalzi, e il solito Iverson, 35 punti con quasi il 50 per cento dal campo. Ricordiamoci comunque che i Bulls sono un "pochino" disastrati, vengono da una trade importante, dal licenziamento del coach e da uno spogliatoio in fermento, e nonostante tutto ciò Chicago ha avuto a nove secondi dalla fine la palla per vincere grazie ad un errore di McKie, fortunatamente sciupata da Linton Johnson e da Kirk Hinrich (autore comunque di una buona prova con 14 punti).
Iverson, da grande leader, nonostante la pochezza che lo circonda, esorta i Sixers a reagire: "Non dobbiamo piangerci addosso, dobbiamo fare quello che possiamo al massimo delle nostre possibilità . Siamo quelli che siamo e andremo avanti".
Parole sante, che dovrebbero essere (e parzialmente lo sono) di esempio a tutti, soprattutto perché vengono da uno dei migliori giocatori della lega. Billy King, il front-office e il coaching staff dei Sixers hanno anche discusso sulla possibilità o meno di affacciarsi sul mercato: ne è venuto fuori un logico nulla di fatto.
Su chi puntare? Non ci sono elementi per poter giudicare definitivamente questa squadra, non ci sono posizioni in cui bisogna intervenire radicalmente. Non si sono ancora visti i Philadelphia 76'ers reali, non si è ancora visto Iverson in zingarata con Big Dog sul lato debole a punire tutti. Non si è ancora visto tutto il potenziale di una front-line con Thomas, Coleman e Robinson. Ok, non ci sono centri, ma ad est con una front-line così puoi fare tanta strada, soprattutto se hai The Answer dietro. Tutto ciò è sacrosanto, come è sacrosanto che i salari delle star dei Sixers sono molto alti, e questo dice tutto.
La butto lì: se l' infortunio di Robinson fosse molto più grave del previsto e si intervenisse sul suo ingaggio, come sarebbe Rasheed nella sua Philadelphia?