Non male la meccanica di tiro di questa giovane ala forte accasatasi ai Lakers…
Chicago Bulls 94 @Lakers 101
Memphis Grizzlis 89 @Lakers 121
Dallas Mavs 99 @Lakers 120
San Antonio Spurs 87 @Lakers 103
Indiana Pacers 77 @Lakers 99
Che settimana quella appena conclusa per i fans dei Lakers.
Si erano lasciata la squadra di Los Angeles alle prese con qualche problema di troppo nelle trasferte e con qualche screzio di troppo fra le sue stelle, ma è bastato un filotto di gare allo Staples Center per vedere una versione degli ex campioni del mondo veramente sfavillante.
Il programma delle gare da disputarsi nell'ultimo periodo è stato davvero vario, ma l'attenzione di tutti i tifosi e certamente anche degli addetti ai lavori, si è concentrata sulle sfide contro San Antonio, la seconda dell'anno dopo la tiratissima gara conclusasi con un doppio supplementare e uno strascico di tossine extra accumulato nei fisici dei giallo viola, e con la sfida di vertice, almeno nelle statistiche, contro gli Indiana Pacers, una gara dai mille motivi d'interesse dentro e fuori il campo.
Ma prima di questa doppia manciata di fuochi d'artificio, le pratiche da sbrigare si sono chiamate Chicago, Memphis e Washington.
Pratiche facili?
Forse sulla carta, ma come sappiamo i Lakers della scorsa stagione avevano abituato il proprio pubblico a perdersi nei più classici dei bicchieri d'acqua, magari davanti a squadre non eccezionali, a carneadi di una sera o più semplicemente a perdere il filo del discorso per scarso impegno.
L'ultimo periodo in casa Lakers ha dimostrato una verità ormai chiara e lapalissiana: i Lakers di oggi, non sono neppure i lontani parenti della squadra incompleta ed incompiuta che l'anno scorso ha dovuto passare all'inferno contro Dallas per risollevarsi grazie all'orgoglio.
Fino ad una smentita prossima ventura, i Lakers di quest'anno sembrano avere abbastanza teste pensanti per sopperire alle brutte serate di una stella e abbastanza esperienza per sfruttare anche le partite meno facili per vincere senza spendere energie inutili.
Sembra questa la dimostrazione delle limpide affermazioni proprio contro Bulls, Grizzlis e Wizard.
Tre gare senza troppa storia, vinte sempre con punteggi in tripla cifra, lasciando gli avversari sotto ai cento punti.
Qualche patema in più è stato dato dai Bulls di un positivo ma davvero troppo vanesio Jamal Crawford, che nulla ha però potuto contro la serata del sempre più inserito Karl Malone.
Il postino come sempre più spesso gli accade, è risultato il migliore nella rotazione dei lunghi di coach Jackson, postando alla sua maniera 14 punti con 18 rimbalzi e portando letteralmente a scuola la batteria di giovani lunghi avversari.
Le due partite seguenti sono state giocate da Los Angeles senza Shaquille O'Neal, vittima di un infortunio più fastidioso che grave.
Questo ha permesso all'allenatore zen di allargare senza patemi la sua rotazione, portando in cascina due secche vittorie con prove interessanti per Medvedenko e Russell, anche se il mattatore è risultato in contumacia del numero 34 soprattutto Bryant, autore di 28 punti a Memphis (che il nostro numero 8 volesse farsi bello davanti ad un possibile palcoscenico futuro?) e di 22 contro gli Wizard.
Queste vittorie hanno portato i Lakers al record di 10 vinte e tre perse ma nessuno si sarebbe aspettato di assistere alla reale asfaltata che la squadra di L.A. ha saputo rifilare ai rivali degli Spurs nella partita seguente.
Il punteggio di 103 a 87 ha fotografato una gara quasi senza storia, nella quale i grigio nero hanno visto limitato il bottino dei punti in campo aperto (peraltro da sempre non eccezionale) a soli due punti, hanno patito fin dal primo quarto la vena eccezionale e la capacità di distribuire i giochi del back court angelino e hanno subito anche 37 punti in dodici minuti, nel corso di un terzo lunghissimo quarto di gioco.
Alla fine il tabellino ha raccontato cifre non eccezionali marcate da O'Neal, mentre a posteriori la mossa tattica vincente è risultata essere il confronto stravinto da Devean George contro Bowen, davvero molto lontano dalle prove chirurgiche mostrate pochi mesi fa.
Con queste premesse la sfida seguente, contro Indiana, è apparsa una di quelle top della stagione. A confrontarsi sarebbero stati il primo record della lega (quello dei Pacers) contro il secondo.
Una squadra imbattuta da sette turni on the road, contro una squadra alla ventiquattresima vittoria consecutiva in casa in stagione regolare.
Alla fine purtroppo per pubblico riccamente pagante dello Staples Center, la partita potrebbe avere tradito un po' le attese.
Sì, perché della sfida stellare attesa, si è vista davvero una piccola parte. I Lakers hanno fatto propria la gara grazie ad un O'Neal pronto a dare battaglia e particolarmente deluso di avere un po' toppato l'incontro con gli Spurs. Alla fine sono stati 23 punti il suo bilancio, mentre per i rimbalzi la voce grossa l'ha fatta Karl Malone, ancora in doppia doppia con 11 punti postati e 15 rimbalzi catturati.
La prova dell'attacco ha portato agli angelini 99 punti, ma la differenza l'ha fatta la difesa dei padroni di casa, che hanno lasciato i Pacers soltanto a quota 77 punti, con 21 palle perse forzate e soli due uomini (Jermaine O'Neal ed Al Harrington) capaci di arrivare in doppia cifra.
Il meglio della settimana: Da dove cominciare?
Certamente cinque vittorie in fila, un record ancora immacolato sul terreno amico e una vittoria corroborante contro la squadra più calda della costa opposta sono tutte note accordate all'orecchio dei tifosi, ma da non dimenticare che fino ad oggi la più grande fortuna dei Lakers è che a differenza di tanti avversari non hanno ancora patito nessun infortunio serio e hanno perciò potuto sfruttare i tanti (mai come quest'anno) malanni che stanno caratterizzando e falcidiando le articolazioni dei big di mezza lega.
Il peggio della settimana: come ovvio in momenti come questo è difficile trovare un punto negativo. Certamente nell'ambiente della squadra non è piaciuto che dopo sole due partite di riposo forzato, qualche voce si sia levata contro la solita pigrizia presunta del capitano in maglia 34.
Si è ricordata una tendenza di Shaq a piangersi un po' addosso, soprattutto quando le attenzioni dello staff tecnico sembrano propendere verso altre maglie.
A parte questo però ci si aspetta un po' di più dai giovani della banda, che Rush a parte (buone le due gare contro Memphis e Washington) devono ancora dimostrare tanto di quello che hanno promesso durante l'estate.
Adesso il vento sembra soffiare in poppa per i Lakers, ma già fra 24 ore la riprova dovrà arrivare dalle trasferte a San Antonio, terza sfida in neppure un mese e Dallas, seguita a stretto giro di posta dalla visita di Utah allo Staples.
Senza dubbio ci si può sbagliare, ma si potrebbe anche pensare che per caratteristiche e attitudine la sfida contro i Jazz potrebbe essere quella più a rischio per il bilancio giallo viola.
Alla prossima"