Steve Francis in azione ma i Rockets fanno fatica…
Houston @ Toronto 97-101 OT
Houston @ Philadelphia 74-66
Golden State @ Houston 83-85
Houston @ Portland 78-85
Houston @ LA Clippers 105-90
Houston @ Utah 76-83
Houston @ Sacramento 73-104
Houston @ Seattle 88-95
Ancora stordito dalla terrificante dimostrazione di potenza offerta dalla sponda gialloviola della Città Degli Angeli contro i San Antonio Spurs (Campioni del Mondo??), eccomi nuovamente ad aggiornare questo diario quindicinale relativo alle imprese sportive dei Razzi di Houston.
Dunque, il bilancio di questi ultimi 15 giorni è il risultato della cronica incapacità del team nel dare un minimo di continuità alle seppur positive prove offerte in questo scorcio di stagione.
Al momento i ragazzi di Van Gundy non riescono a dare incisività agli schemi offensivi e lo score finale delle ultime gare dimostra come in attacco sia spesso notte fonda per Yao e compagni.
A chi gli chiede dove andrà l'attacco della squadra, il coach risponde con un laconico "Non lo so con esattezza". I dubbi dell'allenatore sono tutti riassunti in questa frase, e risulta davvero difficile trovare qualcosa di positivo nel Van Gundy pensiero.
Nonostante le ultime opache prove della squadra abbiano lasciato sulle spalle dei giocatori più critiche che altro, per ora non è in programma nessun cambiamento nel quintetto base e nelle rotazioni: "Dopo queste sconfitte, la gente vuole che si cambi qualcosa, ma io penso che la prima cosa da fare sia modificare il nostro modo di giocare".
Come se non bastasse, anche sul piano mentale i giocatori sono più volte stati vittime di veri e propri blackouts, vedi la gara contro i Kings di qualche giorno fa.
"Venerdì abbiamo giocato con la mascella di vetro - il commento di Van Gundy - non siamo riusciti ad assorbire il primo colpo. Non so se diventeremo mai un team forte dal punto di vista psicologico, si vedrà "".
"Dobbiamo muoverci, se pensando al passato ci dovessimo spaventare, allora le cose non andranno meglio" , ecco la filosofia spicciola di Kelvin Cato.
Houston giocherà quattro delle prossime cinque partite tra le mura amiche del Toyota Center e i tifosi dovranno dare una mano ai ragazzi, indicando loro la dritta via che pare essi abbiano temporaneamente (speriamo) smarrito!
Se in attacco si fa fatica, il fatto che i Rockets siano una delle peggiori squadre della Lega per quanto riguarda i passaggi non aiuta di certo a dare un goccio di brio ad una manovra già di per sé lenta e prevedibile.
I 18.4 assists di media collocano i texani negli inferi dell'NBA mentre, tanto per fare un esempio, i Sacramento Kings, prendendo spunto dalla cosiddetta Princeton offense, sono riusciti a costruire una squadra che del passaggio ha fatto una vera e propria costante, mandando in delirio il pubblico della Gas Station.
Dice di loro Van Gundy: "Il roster è stato davvero ben costruito, soprattutto tenendo conto delle regole di oggi che ti costringono a variare spesso in relazione ai diversi tipi di difesa. I loro giocatori sanno tutti passare e tirare e in campo questo si nota immediatamente".
Infine, il ritorno di Eric Piatkowski permetterà all'allenatore di dare maggior riposo a Jim Jackson, il quale non ha di certo sfigurato ma non poteva continuare a rimanere sul parquet per 35 minuti.
Il cammino è ancora lungo e, visto il livello di concorrenza presente ad Ovest, i Rockets non dovranno commettere l'errore di dare per scontata una loro qualificazione ai playoffs ma invece sarà imperativo considerare ogni singola partita come se fosse quella decisiva. I tifosi, è quasi inutile ripeterlo, hanno voglia di post-season e Francis, Yao, Mobley e tutti gli altri dovranno per forza farsi largo tra le maglie della Western Conference per raggiungere l'agognato traguardo!
Stay tuned!