Rose emigra in Canada: ultima chiamata per il talentuoso trentenne di Detroit
E' ufficiale: Jalen Rose, Donyell Marshall e Lonny Baxter passano ai Toronto Raptors in cambio di Antonio Davis, Jerome Williams e Chris Jefferies.
Un affare di cui si parlava da settimane, più volte sul punto di concludersi ma per un motivo o per un altro la trattativa non giungeva al termine; i due GM John Paxson e Glen Grunwald hanno lavorato parecchio negli ultimi giorni per fare quadrare il cerchio intorno a Rose e Davis ed alla fine l'accordo è stato trovato.
Uno scambio che sulla bilancia del talento vede nettamente vincitori i canadesi, ma come sempre gli scambi vanno valutati anche oltre l'aspetto tecnico, per non parlare dell'aspetto economico che in un periodo in cui le vacche grasse sono più uniche che rare ha sempre il suo peso.
I Bulls si liberano di un giocatore dal grande talento, mai espresso totalmente, dopo 128 partite chiuse con una media di quasi 22 punti, 4.2 rimbalzi, 4.7 assist, ma soprattutto con la sensazione di aver fatto un colossale errore quando nel febbraio del 2002 vennero ceduti Brad Miller e Ron Artest (oltre a Ron Mercer ) per arrivare al mancino di Detroit.
Al suo arrivo a Chicago, l'ex giocatore dei Pacers sembrava in grado di ridare dignità ad una franchigia che dopo l'epopea Jordan era sprofondata nel girone dei dannati NBA, invece per i tifosi dei Tori ci sono state più spine che rose….
Rose non è mai riuscito a prendere in mano la squadra, forse la sua esagerata voglia di dimostrare il proprio talento, la propria leadership, lo ha condotto fuori strada; ha dato l'impressione di essere in lotta contro tutti, compresi i suoi compagni, ha alternato grandi prove (ma un po' troppo poche) a partite in cui sembrava quasi in sciopero, quasi un voler remare contro per dimostrare che l'unico modo per andare lontano era quello di consegnargli incondizionatamente le chiavi del team.
Queste lotte intestine hanno fatto deragliare i Bulls in questo inizio di stagione, ed alla fine, nella città del Vento hanno fatti due calcoli decidendo di cedere Rose, il suo talento ed il suo contratto (che scadrà nel 2007 e dalla prossima stagione chiama un totale di oltre 47 milioni di verdoni in 3 anni, mica noccioline!).
In Canada l'ex Fab Five troverà una squadra che sta lottando per ritagliarsi un posto al sole ad Est, ma che ha un bisogno disperato di talento offensivo, visto che sta segnando meno di 80 punti a gara, ha segnato meno di 70 punti in ben 5 incontri su 16, toccando il fondo contro i Wizards, quando ha chiuso con 23 punti in un tempo e addirittura ne ha scritti a referto 4 in un quarto!
Un potenziale ventellista come Rose, assieme ad un altro attaccante come Marshall, darà ai Raptors quell'ossigeno di cui hanno disperatamente bisogno, e sulla carta un back court formato da Carter e Rose fa davvero paura, anche se sarà fondamentale che Jalen capisca che quella è la squadra di Vincecredible, altrimenti saranno dolori.
Coach O'Neill avrà parecchie opzioni con i nuovi arrivati, dato che possono coprire diversi ruoli: Rose può giocare come play con Carter in guardia, Mo Pete o Murray in ala piccola, Marshall e l'ottimo Bosh sotto canestro, oppure utilizzare Marshall in small alzando il quintetto con Bosh da 4 e Moiso da 5, senza dimenticare che Jalen può occupare lo spot di ala piccola con Alvin Williams in play.
Non mancheranno a Toronto le occasioni per sperimentare la versatilità dei nuovi acquisti, anche se poi bisognerà piegare le gambe nella propria metacampo, e visto il credo difensivo del coach sia Rose che Marshall, non certo due mastini, dovranno per lo meno applicarsi.
Con la partenza di Antonio Davis e del "cagnaccio" Williams, i Raptors si ritrovano senza lunghi affidabili, perché tolto il sempre più positivo rookie Bosh (ma è un rookie e la stagione è ancora lunga, specie se si punta ai playoff), ci si dovrà affidare ai vari Moiso e Bateer, anche se non vanno assolutamente esclusi altri movimenti di mercato per arrivare a qualche lungo affidabile, e gli indiziati non possono che essere Peterson (da mesi oggetto di trattative) e Lamond Murray (che in questi giorni si è lamentato del minutaggio) che inevitabilmente si troveranno con meno spazio.
Antonio Davis dopo mesi e mesi in cui ha chiesto di essere ceduto un giorno si e l'altro pure, finalmente lascia il Canada approdando in una squadra allo sbando, ma che con l'arrivo di un sergente di ferro come Scott Skiles dovrebbe riuscire a trovare una propria identità , soprattutto difensiva.
L'ex lungo di Milano a 35 anni è ancora un giocatore di buon livello, aiuterà Curry e Chandler in campo ed in allenamento, darà ai Bulls presenza sotto i tabelloni e nella propria area pitturata, e assieme a Jerome Williams, porterà mentalità difensiva, grinta, lavoro sporco e spirito di sacrificio, ingredienti che presumibilmente saranno il pane quotidiano del nuovo allenatore, e se i vari Crawford, Curry e Chandler riusciranno a farli propri, per Chicago sarà il momento della tanto attesa svolta.
Con questi blue collar a disposizione, senza il talento di Rose ma con la totale liberà di azione, per i giovani Bulls non ci sono più alibi, perché è chiaro che John Paxson ha voluto liberare il salary cap da contrattone di Rose (alla scadenza del contratto di Davis nel 2006 i Bulls avranno una vaganota di soldi da spendere), ma nel contempo sta mettendo alla prova i suoi ragazzi, per capire su chi investire nei prossimi anni, visto che la prossima estate Crawford e Fizer saranno free agent, e nel 2005 toccherà a Curry e Chandler.
Chi ha vinto, chi ha perso, come sempre lo deciderà il futuro, al momento sembra che entrambe le squadre hanno raggiunto il proprio obbiettivo, anche se siamo sicuri che a Chicago tornerebbero indietro in un nanosecondo se potessero, tenendosi ben stretti i signori Ron Artest e Brad Miller, che tra l'altro quest'anno guadagneranno 12 milioni di dollari assieme; Jalen Rose ne guadagnerà oltre 13 ma questa è un'altra storia…