Aprite l'album dei ricordi: Iverson e Brown si abbracciano prima della gara…
Settimana nella norma quella dei Philadelphia 76'ers, qualche vittoria là , qualche sconfitta là , qualche bellissima prestazione su, qualche bruttissima prestazione giù.
D' altronde nella infinita mediocrità della Eastern Conference, e più in particolare della Atlantic Division, "tirare avanti" sembra un must, basti pensare che i Sixers, con il cinquanta per cento di vittorie, se la regular season finisse oggi, sarebbero i campioni della Division.
Dopo una esaltante vittoria 87-85 contro i Celtics, vittoria che ha visto ancora una volta una grande prova di attributi di Eric Snow (quelle di Iverson ormai sono incalcolabili), che in questo primo scorcio di stagione ricorda splendidamente il giocatore capace di giocare una Nba Final con la caviglia fratturata e capace di mettere anche il canestro della vittoria all' overtime in gara 1 allo Staples.
La sera dopo però, i Sixers sono stati capaci di prendere 99 punti al Madison Square Garden dai Knicks, uno degli attacchi più inconsistenti della Lega, e per di più orfani di Keith Van Horn e di Allen Houston, almeno il 60 per cento del loro attacco.
Buona prova di Iverson con 27 punti, ma tutta la squadra sembrava risentire del peso psico-fisico della vittoria della sera prima nella Città dell' Amore Fraterno sugli acerrimi nemici bostoniani. Tappa successiva il Wisconsin, a fare visita a dei Milwaukee Bucks rivitalizzati dalla perdita in poco tempo dei loro "Big Three" (uno di loro è adesso ai Sixers, Glenn Robinson, anche se ancora assente per infortunio) e di coach Karl, affidandosi a Michael Redd, a Desmond Mason e al giovane play TJ Ford. Onesta sconfitta 91-95, con Iverson autore di 28 punti ma con poco più del 30 per cento al tiro.
Solita buona prova di Kenny Thomas e di Eric Snow, mentre si incomincia a rivedere sul parquet Derrick Coleman, dieci punti e un approccio stranamente timido alla gara, non propriamente da lui.
La partita dopo segna il ritorno a Philadelphia di Larry Brown, che con i suoi Detroit Pistons fa tappa ad un Wachovia Center letteralmente impazzito per il coach da North Carolina (standing ovation per lui, non propriamente frequente a Phila). Dopo sei stagioni passate sulla panchina dei Sixers, stagioni culminate con il titolo della Eastern Conference del 2001, stagioni che hanno visto Brown riportare i Sixers in alto dopo anni estremamente bui, stagioni che lo hanno visto abbracciare e insultare continuamente Iverson, in una sorta di amore-odio quasi viscerale, stagioni che per i Philadelphia 76'ers hanno significato il ritorno al livello che le competono, grazie soprattutto a Larry Brown.
Allen Iverson, dopo grandi parole di elogio per il suo ex-coach che, volente o nolente, ha avuto un ruolo fondamentale nella maturazione e nella crescita di Iverson giocatore e uomo ("Where's MY coach?" ha detto Iverson guardandosi intorno cercando Brown dopo la vittoria nella All Star Game di Washington 2001 e la nomina a Mvp della gara, evidentemente per condividere con lui il premio), ha dimostrato a Brown quanto ha appreso e quanto è migliorato grazie a lui, snocciolando trenta punti, sette assists e una attitudine di uomo squadra spaventosa, portando i suoi Sixers alla vittoria 90-86, anche grazie ad un jump-shot di John Salmons a 24 secondi dalla fine.
Come abbiamo detto è rientrato Derrick Coleman, per Glenn Robinson bisogna attendere ancora un po', mentre sta tornando pian pianino Greg Buckner, la cui ottima attitudine difensiva potrebbe venire utile di questi tempi. Ma la continuità ? Una sera vinci e convinci, la sera dopo perdi e non convinci, e finchè sei ad est te la puoi sempre giocare anche in una serata di poca intensità , ma quando cominci ad andare verso ovest devi avere tutta la intensità che hai, sennò non c' è nessuna speranza.