Dunleavy Jr. dopo una stagione nell'ombra sembra aver convinto Musselman a concedergli più spazio
In molti lo scorso anno hanno pensato che Mike Dunleavy Jr. fosse un giocatore scarso, o perlomeno sopravvalutato.
Figlio dell' ex-giocatore e coach Mike Dunleavy senior, ovvero colui accusato di essere uno "senza attributi", incapace di governare uno spogliatoio caldo e di essere il principale artefice della debacle della sua ex-squadra, i Portland Trail Blazers, nel quarto quarto di gara 7 della finale di Western Conference 2000, finale che ha spianato poi la strada al titolo e al successivo three-peat dei Los Angeles Lakers, Mike Dunleavy Jr. è stata terza scelta assoluta del draft dello scorso anno da Duke.
I suoi tre anni come Blue Devil lo hanno visto assoluto protagonista, nel suo anno da junior è entrato nel secondo quintetto All America, e nel primo quintetto della stagione ACC e del torneo ACC, viaggiando a 17.3 punti, 7.2 rimbalzi e 2.3 palle recuperate di media a partita, risultando uno dei prospetti più appetibili per la Nba Lottery, anche a detta del suo Coach Krzyzewsky, hall of famer e santone per antonomasia del basket universitario, che lo ha definito come il giocatore più versatile che abbia mai indossato la maglia di Duke dai tempi di Grant Hill.
La grande perfomance contro Arizona nelle Final Four 2001, con tre triple in un minuto che consegnano il titolo ai Blue Devils, lo fanno emergere di prepotenza in quella squadra di grandi giocatori come Jay Williams, Carlos Boozer e Shayne Battier. Da uno che è si è formato alla corte di Coach K quindi, per definizione, ci si aspetta sempre moltissimo.
L' inizio della stagione scorsa lo ha visto grande protagonista del pino, con minutaggi ridicoli e frustrazione evidentemente dipinta sul volto, almeno fino a gennaio, quando i suoi minutaggi sono stati un po' incrementati da coach Musselman, che non è mai sembrato comunque particolarmente cestisticamente innamorato di lui.
Lo scorso anno Mike Dunleavy Jr. ha terminato la stagione collezionando una media di sedici minuti a partita e sette punti scarsi, senza mai incidere sulle gare, sembrando l' ennesimo bianco uscito da Duke senza palle e fondamentalmente con poca voglia di emergere (un po' come il suo neo compagno di squadra Cherokee Parks e parzialmente come Christian Laettner, tanto per intenderci, autori entrambi, chi più chi meno, di oneste ma scialbe carriere Nba, forse appagati dalla grande vittoria Ncaa del 92).
La stagione 2003-2004 invece Dunleavy, oserei dire inaspettatamente, l' ha cominciata con il botto, trentotto minuti e sedici punti di media nelle cinque allacciate di scarpe stagionali, con due doppie-doppie pesanti, tra cui i 32 punti e gli 11 rimbalzi con i quali ha steso i Sixers il primo novembre.
Forse i nuovi compagni di squadra (tanti veterani nuovi, e forse la voglia di dimostrare loro qualcosa), forse più fiducia in sé stesso (magari Musselman ci ha messo del suo), forse una estate di duro lavoro e un training camp più convincente forse la mancanza dei colpi di testa di Arenas (in ogni caso c' è Van Exel".), nessuno può dirlo con certezza, ma Mike Dunleavy Jr. ha cominciato la stagione alla grande, con grande determinazione e con una nuova inaspettata durezza, soprattutto a rimbalzo, dove viaggia oltre i sette di media a partita.
Se il buongiorno si vede dal mattino"