Nell'orgia di foto che ritraggono James ed Anthony vogliamo andare contro corrente, ecco a voi Hayes
Nuova stagione, nuove emozioni e nuovi protagonisti per il vostro Rookie Report, l'unica rubrica che ogni anno saluta, a malincuore, i tanti compagni di viaggio, ma subito, col sorriso sulle labbra, accoglie i nuovi sempre più pronti a stupire tutti i fan ed a conquistarsi, sul campo e fuori, il rispetto di stampa, coach e veterani.
Per molti media americani questo è l'anno del duello tra LeBron e Carmelo (anche se alla prima sfida che li ha visti protagonisti non ci sono state paricolari scitille) ed i due super rookie di Cleveland e Denver stanno rispettando tutte le attese sciorinando prove di alto livello condite da numeri da urlo, ma, accanto a loro, le prime partite hanno mostrato che ci sono tanti validi motivi per allagare i propri orizzonti ed osservare con attenzione altri atleti che non hanno alcuna intenzione di fare da "tappezzeria" per tutto l'anno allo show dei due ragazzi meraviglia.
Insomma, di motivi per seguire con attenzione la stagione degli esordienti ce ne sono e come, a cominciare dalle prime gare che hanno visto molti rookies scendere in campo e conquistarsi la scena e gli applausi.
Il primo a mettere il punto interrogativo sui tanti dubbi che lo circondavano è stato proprio LeBron James che nella gara d'esordio a Sacramento ha sfiorato la tripla doppia e si è mantenuto su altissimi livelli anche nelle partite successive.
Bron ha mostrato di non essere solo un fenomeno da baraccone "mediatico", né un semplice dunker; in campo ha fatto vedere una maturità che va oltre i suoi 18 anni, capacità nel gestire il gioco anche in regia, altruismo nella manovra e discrete doti in difesa che ne fanno, da subito ed oltre ogni più rosea aspettativa, il cuore ed il leader dei Cavs.
Qualcuno ha però già fatto notare che malgrado il suo arrivo il copione della squadra non è cambiato di molto: sconfitte su sconfitte. A queste accuse LeBron James ha risposto sul campo dimostrando che per lui i numeri contano poco e per vincere può anche rinunciare alla scena se questo porta vittorie. Considerata l'età , il ragazzo fa già venire i brividi… agli avversari.
Carmelo Anthony nella NBA sguazza come nella vasca di casa sua, ha già capito come muoversi, come comportarsi e le telecamere dei network americani si sono già innamorate del suo sorriso accattivante ed un po' impertinente. Poi arriva il momento di scendere in campo e qui il sorriso si trasforma in uno sguardo serio e determinato.
Nel nuovo corso dei Nuggets Melo è pedina fondamentale, dialoga coi compagni, in attacco è bravissimo a giocare sul lato forte ed aggredire la difesa e per ora ha un buon feeling col canestro (ne ha fatti 30 ai Clips) anche se tira male dal campo (ma benino da tre). Per il resto si da tanto da fare, il suo gioco è movimento perenne e tanta energia, cerca il numero con molta insistenza (certamente più di James), ma non dimentica di dare una mano dentro e per ora gli uccellacci che vaticinavano contro la sua difesa sono rimasti buoni. Se quest'anno veder giocare Denver è diventato "di moda" lo si deve anche a lui.
Dicevamo che gli altri non stanno a guardare, vedere per credere, chiedete un po' in giro! Jarvis Hayes non ci ha messo molto ad abituarsi al mondo dei pro e, complice l'assenza di Stackhouse ed i tanti minuti a disposizione, sta offrendo prove di grande livello.
Il ragazzo è forte come un toro, ma ha anche un gran dinamismo; si diceva fosse un eccellente realizzatore, ma non un gran tiratore, per ora le cifre gli danno ragione e mister Eddie Jordan ne è entusiasta (ed i Wizards stanno cercando in tutti i modi di liberarsi di Stack) perché il ragazzo pare sia un pezzo di pane ed uno di quelli che si allenano alla grande. Nelle prime sei gare della stagione è lui il migliore dei Maghi, alla faccia di Arenas e compagnia.
Tra tanti giocatori più o meno attesi se ne segnala uno che la NBA aveva snobbato lo scorso anno e solo una Summer League troppo buona ha strappato alla Oregon Cantù. Stiamo parlando di Udonis Haslem ala forte che ai tempi di Florida fece impazzire in molti salvo scoprire, lo scorso anno, che trai pro per lui non c'era spazio.
A Miami si è giovato dei tanti infortuni, ma il ragazzo ha messo molto del suo. Lungo atipico, che fa della forza e dell'energia le sue armi migliori Udonis ha convinto l'ambiente giocando alla grande e mostrando qualità inattese tanto a rimbalzo quanto in difesa, cosa che non guasta in un gruppo pieno di tiratori. Per lui si prospetta una stagione alla Carlos Boozer.
Dwyane Wade ha iniziato bene la stagione dimostrando di poter giocare in regia anche tra i pro e di poter rappresentare un fattore positivo anche in attacco. La cosa che ha stupito maggiormente è stata la capacità di organizzare il gioco e tenere in mano la squadra nei momenti caldi, peccato per il piccolo problema che lo ha bloccato perché la sensazione è che possa migliorare sensibilmente.
TJ Ford invece ha iniziato in sordina, ma è cresciuto alla distanza mostrando tutte le qualità che ne avevano fatto il miglior play della scorsa stagione NCAA: ottimo passatore, dinamo inesauribile e punto di riferimento per i compagni. Con più tro potrebbe fare la differenza.
Le prime gare hanno proposto però tanti altri protagonisti inattesi tra i rookies, gente come Luke Ridnour che dopo l'apprendistato in terra nipponica pare pronto a ricevere le chiavi della spider da coach McMillan; come Marcus Banks che, malgrado abbia perso la lotta per il qintetto, entrando dalla panchina sta facendo spesso la differenza a Boston; Raul Lopez che nell'allegra banda degli Utah Jazz sta mostrando tutte le qualità che ne avevano fatto un eroe a Madrid tanto che alcuni (molto ottimisti direi) già ne parlano come del nuovo Stockton; oppure Darius Songaila che, reduce dalle Final Four di Eurolega con la maglia del CSKA, ai Kings sta aiutando nel difficile compito di non far rimpiangere Webber mettendo in campo grinta e tecnica che lo avevano fatto apprezzare ai tempi di Wake Forest.
Accanto a loro elementi molto attesi come Chris Bosh che a Toronto sta imparando molto da Antonio Davis e sta contribuendo all'ottimo inizio della franchigia canadese e Kirk Hinrich che nel pessimo avvio dei Tori è uno dei pochi motivi di sorriso per mister Cartwright che grazie alla sua regia oculata ed all'ottimo tiro sta bilanciando la conduzione pazzerella di Jamaal Crawford.
Insomma, di spunti ce ne sono e la stagione non poteva iniziare meglio, quindi, come dicono in TV, rimanete sintonizzati, lo spettacolo continua e ne vedrete delle belle qui su Play.it!!!