Kobe si è svegliato dal torpore, un bene o un male per gli equilibri della squadra?
Prime nubi di incertezza sul "basket-meteo" del dream team angelino.
I tifosi dei Lakers si erano ritrovati dopo la prima settimana di pallacanestro autentica con una squadra capace, nella mentalità degli addetti ai lavori e nei sogni dei tifosi, di recitare la parte dello schiacciasassi nella corsa ai play-off della agguerrita western conference.
Invece alle prime sfavillanti vittorie, sono seguiti nelle ultime ore, alcuni segnali di pericolo sotto forma di L nel bilancio stagionale.
Ma andiamo per ordine.
La seconda decade di impegni della stagione 2003/04 in casa Lakers non avrebbe potuto cominciare nel modo migliore, tanto dal punto di vista tecnico quanto da quello extra sportivo.
Dopo la convincente vittoria interna contro i Golden State Warriors, la banda di Phil Jackson, ha dovuto cedere l'uso dello Staples Center alla finale del circuito WTA di tennis.
Così mentre al posto di Shaq e Kobe il pubblico di Los Angeles ha potuto godersi le grazie delle varie Cljsters ed Henin, i Lakers si sono imbarcati per la prima striscia di trasferte annuale.
A tenere banco in questi giorni sono state però le parole fuori campo.
Dal Colorado, le solite indiscrezioni a mezzo stampa, puntualmente riprese dalla ESPN hanno richiamato l'attenzione dei media su di un altro fattaccio nella vita della presunta vittima della focosità di Kobe Bryant.
Pare che solamente due settimane prima della "violenza", la ragazza fosse stata ricoverata per una overdose di farmaci presso il locale nosocomio.
Sulla carta nessun collegamento fra i due fatti, ma questo gossip ha rappresentato davvero pane per i denti dei tanti psico-tecnici più interessati al lato mentale, piuttosto che tecnico della squadra giallo -viola.
Sempre in tema – Bryant, in questo periodo anche Jerry Buss ha voluto esternare il suo pensiero sul momento della squadra. Evidentemente in periodo buonista, il proprietario della franchigia ha parlato con i reporter in perfetto stile buon padre di famiglia.
Ha dispensato caramelle a piene mani, definendo i problemi del suo numero 8 come "i guai di una persona vicina quanto un figlio".
Ha proseguito dichiarandosi assolutamente convinto, alla faccia di qualsiasi litigio o intemperanza, di un rinnovo pluriennale di almeno tre dei quattro assi attualmente sotto contratto (chiaramente quello più a rischio è Malone per questioni anagrafiche e di contratto) e ha concluso dichiarando senza mezze misure che prima di trovarsi un'altra panchina o un'altra qualsiasi attività , Phil Jackson avrebbe potuto rivolgersi al suo ufficio sicuro di trovare un contratto di rinnovo pronto da firmare.
Una performance insomma degna del miglior Moggi e come tale perciò tutta da prendere con le molle.
Così, mentre dal suo ufficio il signor Buss dispensava miele sui suoi stipendiati, la squadra ha affrontato le trasferte in programma. La prima squadra ad ospitarli, sono stati i Milwaukee Bucks di un sorprendente e competitivo Michael Redd.
La squadra del Wisconsin non è certamente ad oggi, il testi più probante fra quelli presenti nella NBA, ma dal parquet del Bradley Center le notizie più positive sono arrivate dal primo vero acuto proprio del super chiacchierato Kobe.
Tanto per non lasciare il proscenio ad uno Shaq da 23 punti e 14 rimbalzi, la guardia di L.A. ha finalmente abbandonato le titubanze delle gare precedenti e si è concesso una sera da 31 punti, 7 rimbalzi e 8 assist, lasciando la sua impronta sulla vittoria e oscurando in parte la altrettanto straordinaria serata del padrone di casa Redd, autore alla fine di 36 punti e 8 rimbalzi.
Dopo sole 48 ore è poi arrivata la sera più attesa dell'inizio stagione. La sera della gara contro gli Spurs, peraltro mancanti di due pedine di discreto valore quali Parker e Duncan. E la gara ha rispettato le attesa ripagando i tifosi con un doppio over time davvero da brividi.
Pur privi delle loro guide, ma forti del pubblico amico, i campioni del mondo si sono lasciati guidare da un sempre più stellare Manuel Ginobili consacrato ad attore di primo piano della franchigia texana non solo dai 33 punti, 12 rimbalzi, 7 assist e 2 palle rubate (!!) ma anche dall'attenzione che Gary Payton ha dovuto dedicargli in termini di impegno difensivo e spendita di parole più o meno ripetibili.
Alla fine la vittoria è arrivata dopo 58 minuti di comunque buon basket (soprattutto se considerato che siamo in novembre) con i Lakers che hanno dovuto mettere sul piatto per vincere due prestazioni da 37 e 35 punti rispettivi di Kobe e Shaq e un Malone da 15 punti (ben limitato da Rose) e 19 rimbalzi.
E' chiaro che dopo un tale impegno, fruttante tra l'altro la miglior partenza da anni (5-0) la squadra giallo viola potesse pagare pegno.
E puntualmente il giorno dopo è arrivata la prima sconfitta dell'anno.
A recare la prima macchia nel bilancio dei Lakers ci hanno pensato i bellissimi New Orleans Hornets di Baron Davis (23 punti per lui con 4 su 9 da 3) che grazie ad un attacco bilanciato come meglio non si potrebbe hanno avuto ragione nemmeno senza troppa fatica di una versione dei Lakers fra le più molli viste nell'era Jackson.
Normale. Dopo tanta fatica una sconfitta simile potrebbe essere persino un beneficio. Certo.
Certo si potrebbe dire se proprio la scorsa notte, i Lakers non avessero protratto questa loro nebulosità nella seguente gara esterna di Memphis.
Come contro gli Hornets, anche in casa di Jerry West, Jason Williams e Pau Gasol i Lakers hanno dormito senza mezzi termini.
Contro una squadra palesemente inferiore in termini di chili e che nel dopo partita ha parlato chiaramente di "vittoria importante contro la squadra più forte della lega" i succitati "più forti", si sono lasciati dominare offensivamente e difensivamente, con Gary Payton ancora in difficoltà nel gioco su metà campo e una serie di aiuti pigri un po' troppo diffusa per essere casuale.
Alla fine il migliore in campo per Los Angeles è stato Shaquille O'Neal, mai vivo come quest'anno nel mese iniziale con 20 punti e 12 rimbalzi, ma bella impressione ha cominciato a dare anche Luke Walton, autore in soli 7 minuti di altrettanti punti e di una partita dalle grandi speranze per il futuro.
Il meglio della settimana: Chiaramente la vittoria in casa dei Campioni del mondo rappresenta già un bel biglietto da visita. La squadra messa in campo da Jackson e Winter, che giusto questa settimana si è detto felice di essere rimasto ancora un altro anno e di vedere come i suoi schemi si possano adattare ad atleti del genere, ha dato segni di grande adattamento e vitalità . Importante però continuare a lavorare per trovare il modo di far sentire utile ogni elemento del quintetto. Parola di Magic"
Il peggio della settimana: Come spesso accade la migliore vittoria della squadra sin qui vista ha portato anche parecchi problemi. Nelle ultime tre gare i Lakers hanno vinto un partita tiratissima contro un avversario forte ma rimaneggiato (ampiamente) e ha pagato lo scotto con due sconfitte contro avversari non imprescindibili.
Più che per il bilancio queste partite potrebbero pesare nel fattore mentalità del gruppo, inserendo nelle teste dei protagonisti qualche tarlo di troppo.
E adesso? Nelle prossime sfide saranno gli altri a dover visitare casa-Lakers. Stanotte i Raptors hanno conosciuto la dura legge dello Staples, ma stanno per arrivare Detroit e poi Miami. Dovrebbero essere tre W per non creare altri casi e non fomentare la critica.
Alla prossima"