Novembre amaro per Coach Scott

Grand Kenyon è sempre protagonista, nel bene e nel male…..

Abbiamo lasciato i New Jersey Nets, alla vigilia del rematch con i Campioni del Mondo, con un record di tre vittorie e quattro sconfitte e li ritroviamo oggi ancora al di sotto del 50%. Nelle ultime quattro gare i Nets hanno raccolto due vittorie e altrettante sconfitte, il che ci porta ad un totale di soli cinque successi.

Il rientro di Martin e la tripla doppia di Kidd (la 52° in carriera) non sono bastati per sconfiggere gli Spurs, pur contenuti a 85 punti. L'attacco è stato disastroso, con 71 punti segnati ed un misero 36% complessivo dal campo.

I tifosi una sconfitta contro i Campioni uscenti possono anche ritenerla accettabile, Byron Scott, invece, ha la brillante idea di farne nascere un dramma dichiarando in sala stampa che "i giocatori si sono comportati come se fossero spaventati".

Un veterano come Kidd, un duro come K-Mart e uno sbruffone come Jefferson spaventati??!! Questa è una situazione che va immediatamente approfondita e i media si buttano immediatamente a caccia di conferme o smentite ma riescono a raccogliere solo qualche "no comment".

La frittata ormai è fatta e allora Scott tenta di rimediare al danno chiedendo scusa e ipotizzando un malinteso: "Non volevo, mi sono spiegato male, volevo dire solamente che i giocatori sembravano leggermente spaesati, poco aggressivi"

Difficile credergli anche perché, una volta che il sasso è stato lanciato, non si può nascondere la mano. Per non creare altri malintesi, diciamo semplicemente che Scott ha tentato di dare una scossa alla squadra senza dare troppo peso alla terminologia.

Comunque la calma è stata ripristinata subito dopo aver sconfitto i Knicks (85-80) nel derby della grande mela con un ottimo Martin (21 punti e 10 rimbalzi) e un ritrovato Planicic che ha calcato il parquet per 15 minuti, garantendo a Kidd una maggiore freschezza nell'ultimo quarto.

Fermi tutti per un momento, ma Planicic non doveva essere quello destinato a prendere parecchie ripetizioni in quanto non ancora inserito perfettamente negli schemi offensivi? Il giorno 13 novembre non è, per caso, stato reclutato come free agent un certo Robert Pack, veterana point guard che dal giorno della firma ha registrato due DNP e una apparizione da tre minuti??

Che l'improvvisa concorrenza di Pack abbia provocato l'immediato risveglio di Zoran Planicic è cosa poco credibile. La realtà  è che, durante l'ennesima conferenza stampa, Scott rivela che il rookie croato ha lavorato duramente ricorrendo, con molto beneficio, anche a sedute di allenamento extra, e che Pack potrebbe essere il rincalzo ideale per Kerry Kittles qualora i tempi di recupero di Harris dovessero allungarsi troppo o se il rendimento di Armstrong dovesse rivelarsi troppo discontinuo.

Torniamo alla pallacanestro giocata e alla (poco impegnativa) trasferta ad Atlanta. I Nets portano a casa la seconda vittoria consecutiva (100-85) con un'altra super prestazione di Kenyon Martin, autore di 23 punti e 14 rimbalzi e con un Mourning micidiale dalla lunetta. Uno 'Zo anche consapevole che ormai il suo ruolo è quello di partire dalla panchina e che il suo contributo in termini di rimbalzi deve necessariamente migliorare perché, nonostante Kidd viaggi a 6,5 pulizie di tabellone per partita, da che mondo e mondo il compito di tirare giù i rimbalzi spetta ai lunghi.

Ed ecco che l'ambiente torna a galvanizzarsi, il Coach è felice, i giocatori anche e soprattutto nessuno parla male di nessuno. Il clima ideale per prepararsi ad affrontare i nuovi Hornets di un Baron Davis sempre più in forma.
Peccato che essere euforici non sia garanzia di successo: New Jersey capitola concedendo agli avversari la bellezza di 50 rimbalzi e con un quarto periodo da soli dodici punti.

Questa volta Scott ha tutte le ragioni per non essere soddisfatto e incolpa i suoi di non aver giocato con la giusta grinta e concentrazione. Li accusa anche di giocare con la leggerezza di chi è convinto di essere superiore con conseguente rischio di sottovalutare l'avversario.

E' vero che i giocatori hanno avuto qualche serata storta di troppo e gli infortuni hanno influenzato parecchio il rapporto vittorie/sconfitte. E' anche vero che non si è ancora visto un Alonzo Mourning decisivo, ma sarebbe ora che Byron Scott, oltre che scaricare le responsabilità  addosso a quelli che vanno in campo, facesse un esame di coscienza chiedendosi come mai l'attacco non è prolifico come in passato e ammettendo che forse si sente la mancanza di Eddie Jordan.

L'attuale capo allenatore di Washington era colui che preparava tutti gli schemi, ed era anche il fautore della Princeton offence. Siccome adesso non c'è più, e l'attuale attacco dei Nets non è fluido ed efficace come quello che li ha portati a diventare due volte campioni della Eastern Conference, le dicerie che indicavano Jordan come il vero Capo allenatore sembrano sempre più vere.

Eddie Jordan aveva anche il ruolo di tenere unito lo spogliatoio e curare i rapporti tra l'allenatore ed i giocatori, mediando le controversie e sedando le tensioni create dalla lingua sempre pepata di Byron Scott.

Ufficialmente questo incarico non è ancora stato assunto da nessuno e, quindi, deve essere Scott in prima persona a colmare questo tipo di lacuna. La prima possibilità  per mettersi alla prova la hanno fornita Mourning e Martin (saranno contenti tutti quelli che volevano a tutti costi una rivalità  tra i due) che, durante un allenamento, hanno quasi sfiorato la rissa.

Alonzo era tra quelli condannati a quella particolare prova chiamata "suicidio", che di solito spetta a chi perde una gara di tiro, Martin e Jefferson invece si stavano riposando, in quanto vincitori, a bordo campo.

Le risatine di scherno di Martin hanno fatto imbufalire Mourning che ha subito alzato la voce: "come puoi pretendere di essere un leader se poi te ne stai sempre a bordo campo a piangere sulla tua povera gamba malata".oh, la mia povera caviglia"ahh che male" "". Pronta replica di K-Mart che parte, manco si fosse all'asilo, con uno sfottò del tipo: "oh, i miei reni, i miei poveri reni"".

Se i due non si sono messi le mani addosso lo si deve solo ai riflessi e alla forza di Rogers e Williams che subito hanno bloccato la carica di Mourning.

Ed ecco Byron Scott nel suo ruolo di mediatore: "possono capitare alterchi di questo tipo quando hai due guerrieri sullo stesso campo. Non parlerò in privato con i giocatori perché questo non è lo Zoo del Bronx. Non c'è né bisogno, i ragazzi sono maturi ed hanno già  capito di aver sbagliato, e poi questo tipo di dispute è una cosa positiva, è un sintomo che c'è intensità  e i giocatori tengono al proprio lavoro.

Se lo dice lei, Signor Scott, a noi non resta che rimetterci al suo giudizio. Ma se si dovesse ripetere, quali provvedimenti prenderà ?

Fuori dal campo
Partiamo con una bella notizia, ovvero il ritorno di Rodney Rogers, guarito e soprattutto dimagrito.
La sua perdita di peso è legata ad un curioso aneddoto che vede coinvolto il personal trainer di Rogers, tale Mackie Shilstone.

L'ex giocatore di Phoenix e Boston, dopo un 2003 piuttosto deludente e il primo vero infortunio della carriera, inizia a realizzare che per tornare ad essere seriamente competitivo sarà  necessario perdere qualche chilo. Con Scott e Rod Thorn a sostenere questa tesi, Rogers si decide ad affrontare
Mackie Shilstone, che si presenta con queste parole: " Sai cosa sei? Sei un grosso grasso elefante, e sai di cosa hanno paura gli elefanti? Dei topi, e io d'ora in avanti sarò il tuo topo!".

Il "Topo" conquista la fiducia di Rogers che, con un ottimo programma di fitness ed una dieta intensiva, riesce a perdere quelle 25 libbre che prima gli impedivano di sentirsi a proprio agio all'interno della divisa dei Nets.

Adesso Coach Scott ha a disposizione un giocatore fisicamente molto simile a quello che, nel 2000, si aggiudicò il titolo di Sesto uomo dell'anno. Speriamo che voglia gestirlo a dovere.

C'è un'altra grossa questione rimasta in sospeso che riguarda il futuro dei Nets e che, probabilmente, condiziona anche la serenità  dei giocatori e dello staff tecnico.

Il monte salari dei New Jersey Nets si aggira attorno ai 62 milioni di dollari l'anno, c'è ancora un debito di 10 milioni da saldare a Dickembe Mutombo e, sia la vendita di biglietti che il merchandising, non stanno garantendo incassi adeguati.

Le casse della società , di questo passo, potrebbero esaurirsi entro gennaio e la cessione della franchigia, con relativo aumento di capitale e arrivo di nuove liquidità , dovrebbe avvenire entro fine anno.

Sul tavolo ci sono quattro proposte da valutare, anche se la scelta ormai sembra ristretta tra due gruppi di potenziali acquirenti: l'offerta più vantaggiosa dal punto di vista economico (275 milioni) è stata formulata da Bruce Ratner che, se dovesse vincere l'asta, sposterebbe la sede dei Nets in quel di Brooklyn. Il gruppo di Kushner e Corzine ha messo sul piatto della bilancia 267 milioni, aggiungendo la garanzia che, in caso di acquisizione, la franchigia non si sposterebbe dalla Continental Airlines Arena.

La NBA tutela le sue franchigie ed il loro valore e non permetterebbe mai una cessione al di sotto della reale quotazione di mercato. In questo caso vincerebbe l'asta Ratner, quale maggior offerente, ma alla NBA sta a cuore anche il rispetto per la geografia quindi, se un trasloco può essere evitato, il favorito diventerebbe automaticamente Chales Kushner.

La scelta è difficile e le trattative complesse ma una decisione deve essere presa, possibilmente a breve, perché il tempo non si ferma e a gennaio mancano solo due mesi scarsi.

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