La rivalità fra Michigan e Ohio State ha radici lontane…
Una delle particolarità che rende lo sport universitario (soprattutto il football) così bello ed emozionante è la presenza di numerose rivalità tra i diversi college: quando due formazioni nemiche si sfidano, la tensione inizia a salire fin dai giorni precedenti tra giocatori e tifosi, per poi esplodere al momento del kick-off; quasi tutte le squadre hanno una rivale, contro cui l'unico obiettivo è vincere, per poi poterla sbeffeggiare per un anno intero.
E' molto difficile stabilire quale sia la rivalità più sentita nell'intero panorama americano, ma se ne dovessimo prendere una, la nostra scelta potrebbe cadere su Michigan Wolverines contro Ohio State Buckeyes, due formazioni che sabato prossimo celebreranno il centesimo scontro diretto: in quanto a tensione e durezza, soltanto il famigerato Iron Bowl tra Auburn e Alabama può essere paragonato alla rivalità tra le due potenze della Big Ten; negli anni passati, sono stati preparati numerosi sondaggi in cui è emerso che queste due rivalità sono le più intense della nazione.
I due interi stati del Michigan e dell'Ohio si fermano per poter vivere completamente l'emozione di quest'unica partita: intere famiglie si riuniscono davanti al televisore per seguire le gesta dei propri beniamini, sperando in una loro vittoria, mentre gli studenti delle università organizzano “riti propiziatori” per spostare la fortuna dalla propria parte; la delusione della sconfitta è un sentimento troppo forte per poter essere accettato.
La prima storica sfida tra Buckeyes e Wolverines risale al lontano 1897, quando ad Ann Arbour, sede dell'Università di Michigan, i padroni di casa sconfissero i rivali per 34-0 (alcune fonti scrivono 36-0); dopo quella partita, sarebbero seguite numerose battaglie, che avrebbero coinvolto tutti gli appassionati.
Tuttavia, le prime partite non furono molto interessanti, a causa della netta supremazia dei Wolverines, vincitori in 12 occasioni su 14 con 2 pareggi; particolarmente pesanti furono le cinque sconfitte di Ohio State tra il 1901 e il 1905, quando subirono 214 punti complessivi contro i miseri 6 segnati: l'86-0 del 1902 è ancora il successo più vistoso nella storia della rivalità . Soltanto nel 1919, i Buckeyes poterono gioire per la prima volta (13-3).
Con il passare del tempo, la tradizione della sfida aumentò di interesse ed intensità , tanto che nel 1935 fu stabilito che le due squadre si sarebbero incontrate nell'ultima giornata della stagione; visto l'altissimo livello dei due programmi, la partita diventò spesso una vera e propria finale per il titolo della Big Ten: per ben 19 volte in passato (senza considerare questa del 2003), la sfida Ohio State-Michigan è stata decisiva per stabilire la rappresentante della conference al Rose Bowl.
Di estremo livello ed altissima emozione furono gli incontri disputati tra il 1969 e il 1978, un periodo che presentò la meravigliosa sfida tra i due coach più rappresentativi delle due università : Woody Hayes dei Buckeyes e Glenn “Bo” Schembechler dei Wolverines. In quei dieci anni, Michigan e Ohio State si divisero equamente tutti i titoli di conference, tanto che il raggruppamento fu soprannominato “The Big 2 and Litte 8”.
Nonostante l'assoluto rispetto reciproco, soventi erano le battaglie psicologiche tra i due tecnici, che cercavano di utilizzare ogni mezzo per guadagnare dei vantaggi sull'avversario: la leggenda vuole che Hayes, parlando di Michigan, utilizzasse l'espressione dispregiativa “that school up north”, mentre Schembechler, che era stato assistente di Hayes a Ohio State, non desiderasse altro che battere il suo vecchio maestro; inoltre si racconta che una volta Hayes, rimasto senza benzina in un piccolo paese del Michigan, decise di spingere la propria automobile fuori dai confini di “quell'indegno stato”, per evitare di arricchire un suo abitante! Quando nel 1978, Hayes lasciò la panchina dei Buckeyes, il bilancio tra i due rivali era leggermente favorevole a Schembechler, vincitore 5 volte, contro le 4 di Hayes e un pareggio.
Considerando, invece, tutte le 99 partite giocate fino ad oggi, riscontriamo 56 vittorie di Michigan, 37 di Ohio State e 6 pareggi; tuttavia se vengono eliminati i confronti precedenti al 1928, in cui i Buckeyes erano chiaramente inferiori, il record diventa molto più equilibrato (36 vittorie per Michigan, 32 per Ohio State e 4 pareggi).
Nella storia della rivalità ci sono state numerose partite speciali, ma alcune di queste sono entrate di diritto nella leggenda del College Football.
1950. The Snow Bowl. Nonostante le pessime condizioni meteorologiche, Buckeyes e Wolverines entrano in campo a Columbus per il tradizionale incontro, che assegna il titolo della Big Ten. Davanti ad oltre 50.000 spettatori che sfidano il vento e la neve, Michigan vince 9-3 e si qualifica per il Rose Bowl, in cui avrebbe poi battuto USC.
1968. L'incontro del 1968, probabilmente, è il più dolce per i tifosi di Ohio State: la netta vittoria per 50-14, grazie ad un impressionante parziale di 29-0 nel secondo tempo, fu il preludio al titolo nazionale, conquistato poche settimane più tardi. Soltanto 34 anni dopo, i Buckeyes sarebbero tornati al #1 nei ranking nazionali.
1969. I Buckeyes, imbattuti negli ultimi 22 incontri, arrivano ad Ann Arbour favoriti di 17 punti: una vittoria significherebbe quasi sicuramente un nuovo titolo nazionale, che convincerebbe molti critici a considerare quella formazione una delle cinque migliori di sempre. Tuttavia i Wolverines, guidati dal nuovo coach Bo Schembechler, vogliono assolutamente vendicarsi del pesantissimo 50-14 subito l'anno prima, e soprattutto non vogliono vedere festeggiare gli odiati nemici sul proprio campo.
Nonostante il vantaggio iniziale di Ohio State (12-7) con un ottimo Rex Kern in cabina di regia, la difesa di Michigan sale in cattedra, bloccando ogni azione avversaria: i Buckeyes, seppure completando ottime statistiche, vengono sempre fermati, mentre i Wolverines prendono il controllo della partita.
Dopo 60 minuti di gioco, Michigan porta a casa un imprevisto successo per 24-12, che entra di diritto tra le perle del College Football e che è ancora fonte d'orgoglio ad Ann Arbour; parlando di quella partita, Woody Hayes affermò “We got outplayed and outcoached.”
1973. Allo stadio di Ann Arbour, 105 mila spettatori assistono ad una delle partite più attese dell'intera stagione, che mette di fronte due squadre imbattute ed inserite al #1 (Ohio State) e al #4 (Michigan) nei ranking nazionali.
Nella prima parte di gara, i Buckeyes, approfittando di ottime posizioni di partenza, controllano la gara, prendendo un vantaggio di 10-0; nella ripresa, tuttavia, Michigan impone il proprio gioco sulle corse, soprattutto con il fullback Ed Shuttleworth, riuscendo a pareggiare. Non essendoci tempi supplementari, l'incontro si chiude sul 10-10, risultato che crea molti problemi ai dirigenti della Big Ten: avendo le due squadre lo stesso bilancio all'interno della conference, quale delle due si sarebbe qualificata per il Rose Bowl? Dopo numerose discussioni, il titolo della Big Ten viene assegnato ad Ohio State, una decisione che provoca interminabili polemiche e proteste.
Tra le sfide più recenti, un posto d'onore meritano (per opposti motivi) quelle del 1997 e del 2002: la prima fu vinta 20-14 dai Wolverines e fu il preludio al primo titolo nazionale di Michigan dal 1948 (anche se a pari con Nebraska) e all'Heisman Trophy di Charles Woodson; la seconda, invece, è molto amata dai tifosi dei Buckeyes, che con quel successo per 14-9, si qualificarono per il Fiesta Bowl, che li portò al titolo nazionale.
Ovviamente, si potrebbero elencare numerose altre sfide, però è bello chiudere questa parte storica con alcuni eventi particolari:
– Tra il 1970 e il 1975, Michigan arrivò sempre alla sfida contro i rivali senza sconfitte, quindi con eccellenti speranze di titolo e Rose Bowl: purtroppo soltanto nel 1971, i Wolverines riuscirono a sconfiggere i Buckeyes. La partita del 1975 sarà per sempre ricordata per la spettacolare rimonta di Ohio State, che in svantaggio per 14-7 a pochi minuti dal termine, ribaltò completamente la situazione, vincendo 21-14; Woody Hayes raccontò che quella era stata “the greatest game I've ever coached”, mentre per Schembechler fu la prima sconfitta interna dal 1969, dopo una striscia di 41 successi consecutivi ad Ann Arbour.
– Nel 1993, 1995, 1996, Ohio State arrivò alla sfida contro i rivali senza sconfitte: purtroppo i Buckeyes furono sempre superati e dovettero rinunciare ai propri sogni di titolo nazionale.
Dopo questa lunga parentesi storica, andiamo ad analizzare la partita di sabato prossimo, che per la ventesima volta si trasformerà nella finale della Big Ten: le due squadre, infatti, sono appaiate in testa alla classifica del raggruppamento con 6-1, quindi la vincente si aggiudicherà il titolo di conference; Ohio State (10-1), inoltre, è inserita al #2 nel ranking BCS, quindi ha ancora speranze di riconfermarsi campione nazionale.
Per Michigan (9-2), invece, c'è molto rammarico per le due inopinate sconfitte di settembre / ottobre contro Oregon e Iowa, che hanno chiuso ogni sogno di gloria per i Wolverines; tuttavia, il successo nella Big Ten, grazie ad una vittoria su Ohio State sarebbe una grandissima gioia. Inoltre non va dimenticato che nessuna delle due squadre ha la garanzia di giocarsi un bowl BCS: la vincitrice dell'incontro di sabato sarà sicuramente invitata al Rose Bowl (od addirittura al Sugar), mentre la perdente potrebbe essere “dirottata” verso bowl minori.
La chiave della partita, probabilmente, sarà lo scontro diretto tra l'attacco di Michigan e la difesa di Ohio State: nelle partite interne, i Wolverines sono un autentica macchina, in grado di segnare 251 punti, grazie all'ottimo QB John Navarre, al RB Chris Perry e ai due WR Brandon Edwards e Jason Avant. La difesa dei Buckeyes dovrà assolutamente evitare che il punteggio diventi troppo alto, anche perché l'attacco non sarebbe in grado di rispondere: in ben tre occasioni in questo 2003, Ohio State ha chiuso la partita senza realizzare una meta con il proprio reparto offensivo. Quindi i due pass rushers Will Smith e Tim Anderson dovranno mettere pressione fin dall'inizio su Navarre, per evitare che Michigan segni con facilità . Nonostante i limiti, va comunque riconosciuto che l'attacco di Ohio State, in particolare con il QB Craig Krenzel, difficilmente commette errori gravi.
La difesa dei Buckeyes è probabilmente una delle migliori dell'intera nazione, ma anche quella dei Wolverines è assai temibile: nelle sei partite disputate tra le mure amiche, Michigan ha subito appena 44 punti. Non vanno dimenticati, infine, gli special teams, che spesso si dimostrano decisivi: Ohio State può disporre di uno dei kicker più affidabile della nazione, Mike Nugent, ma Michigan ha a disposizione un eccellente returner in Steve Breaston.
Infine, come al solito, ci sarà la sfida tra i due allenatori, le menti che dovranno guidare i giocatori: Jim Tressel di Ohio State è riconosciuto come uno dei migliori nella Division I-A, ed è amatissimo dai tifosi di Columbus, non solo per il titolo nazionale conquistato nel 2002, ma soprattutto per le due vittorie in altrettanti incontri contro Michigan; il suo predecessore, John Cooper, aveva ricevuto moltissime critiche poiché aveva racimolato appena due successi ed un pareggio in tredici partite.
I Wolverines, invece, sono guidati da Lloyd Carr (5-3 contro i rivali), un tecnico davvero stimato, che ha portato i suoi Wolverines al titolo del 1997; ciononostante, se dovesse incappare nella terza sconfitta consecutiva contro Ohio State, potrebbe addirittura rischiare il posto.
In conclusione di articolo, è obbligatorio preparare un pronostico: ritengo i Wolverines favoriti, anche perché possono disporre del fattore campo; inoltre, due giocatori di Ohio State, il WR Santonio Holmes e il ritornatore Troy Smith, sono stati accusati per aver partecipato ad una rissa e potrebbero addirittura essere esclusi dalla formazione che si recherà ad Ann Arbour. Ciononostante va ricordato che Jim Tressel è un coach che difficilmente sbaglia nelle partite importanti, quindi avrà sicuramente creato una strategia vincente.
Tuttavia queste partite escono dai tradizionali canoni, quindi i risultati finali sono sempre molto difficili da prevedere, senza dimenticare che ad ottobre avevo clamorosamente sbagliato il pronostico di FSU-Miami!
Curiosità :
– Al termine di ogni successo su Michigan, i giocatori di Ohio State ricevono un paio di mini-pantaloni dorati, in cui sono incisi i nomi dei giocatori, la data ed il risultato finale.
– Se Ohio State dovesse aggiudicarsi la sfida di sabato, completerebbe il primo filotto di tre successi consecutivi dal lontano 1960-61-62-63.
– In occasione delle ultime due sfide giocate ad Ann Arbour (1999 e 2001), il Michigan Stadium fu “invaso” rispettivamente da 111.571 e 111.575 spettatori, circa 4000 in più rispetto alla capienza ufficiale.