Il meglio e il peggio dell’NBA

QRich si esibisce nella classica esultanza-Clippers… per una volta c'è di che festeggiare davvero!

PROMOSSI

Quentin Richardson
Nelle ultime 4 partite 26.2 punti e 9.2 rimbalzi di media, nonchè 4 W consecutive per i Clips, che dopo le due sconfitte iniziali in Giappone si sono dimostrati una delle squadre più “calde” della lega: insomma, una settimana perfetta per QRich e i suoi.

La coppia Richardson-Maggette (occhio perchè questo qui sta giocando da all-star) permette a Dunleavy di giocare un basket spettacolare e al tempo stesso efficace, mentre il trio Wilcox-Drobnjak-Ely non fa rimpiangere l'assenza di Brand (l'indolente Olowokandi è già  dimenticato senza il minimo rimpianto).
Stiamo sempre parlando dei Clips, e quindi non può durare, ma non c'è niente di male a pensare positivo finchè vincono e si divertono: oggi come oggi i Clippers sarebbero ai playoffs!

Baron Davis e i NO Hornets
Gli Hornets sono la squadra-rivelazione di questo inizio di stagione, grazie a convincenti prestazioni non solo contro le dirette avversarie della Eastern Conference ma anche nelle sfide contro quelli dell'Ovest (3-1 il record al momento contro squadre della Western), e tutto ciò nonostante l'asseza di Jamal Mashburn, un giocatore che si riteneva insostituibile per gli equilibri offensivi della squadra.

L'assenza di Monster Mash si è però rivelata ininfluente grazie ad un Baron Davis da MVP: terzo assoluto in punti e assist a partita, primo negli steals ma soprattutto clamorosamente assestatosi fra i migliori tiratori da tre della lega: il Barone la mette dalla distanza con un sontuoso 43.8%, che già  di per se' è eccezionale se paragonato al suo 33.8% di media in carriera, ma è ancora più incredibile se guardiamo la classifica delle triple tentate: il nostro è saldamente in testa alla classifica con un buon margine sul secondo, ma per trovare qualcuno che tiri meglio di lui bisogna arrivare fino al ventunesimo in classifica (Redd), che però ha tentato la metà  dei suoi tiri.

Brian Cardinal / Calbert Cheaney
Chi ha bisogno di Jamison e Arenas, quando hai in casa due cecchini come Cheaney e Cardinal?
Strepitoso inizio di stagione per questi due carneadi, che si assestano clamorosamente al secondo e quarto posto assoluto per percentuale dal campo, rispettivamente col 56.9 e il 55.8%.
Peccato che il tutto non riesca comunque a far uscire i Warriors dalla mediocrità  (sono riusciti a battere solo squadre dell'Est), ma quantomeno i tifosi della baia hanno qualche motivo per sorridere.

Samuel Dalembert
il suo bottino stagionale recita 5 punti, 4 rimbalzi e 2 stoppate in 16 minuti di media con un fantastico 65.7% dal campo; se prendiamo in considerazione le ultime 5 gare, i suoi numeri salgono a 10+9+4 in 27 minuti e 21/30 complessivo al tiro (70% tondo tondo). Niente male per un giocatore abituato a qualche scarsa apparizione in garbage time da quando è arrivato nella lega, e che si sta invece facendo largo nella rotazione dei Sixers.

Guardando il rovescio della medaglia si potrebbe però aggiungere che il fatto che un Dalembert possa fare la voce grossa nella rotazione dei lunghi di una squadra che punta ai playoffs la dice lunga, anzi lunghissima sul livello delle frontline dell'Est.

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RIMANDATI

Sacramento Kings
Ad una prima occhiata l'inizio di stagione dei Re non sembra malaccio: un record di 6W e 4L nonostante l'assenza di Webber, e prestazioni individuali buone se non ottime.

Le cifre di Stojakovic, Bibby e Bobby Jackson sono comodamente sopra alle rispettive medie in carriera (in particolare il serbo viaggia a 24ppg, 5.7rpg e 50% tondo dal campo), Divac e Miller sono probabilmente la frontline meno atletica della lega ma sono di gran lunga quella con il maggiore QI cestistico (5.5apg il primo, 4.9 il secondo), il gioco della squadra è sempre piacevole e spettacolare e l'Arco Arena è il solito fortino inespugnabile.

Se però andiamo a guardare più attentamente come stanno le cose, ci renderemo conto che il calendario della squadra californiana è stato fino ad ora ridicolmente facile: ben 6 partite contro squadre della Eastern, e le 4 squadre della Western affrontate finora hanno un record complessivo appena sopra al 50% (19W e 18L): con un calendario così sarebbe stato lecito attendersi almeno un 8-2, e invece sono arrivate sorprendenti sconfitte contro Nuggets (con 20 punti di scarto), Knicks e Celtics.

I numeri più sorprendenti sono però altri: i Kings, il cui vero punto di forza nelle ultime stagioni è sempre stata una difesa costantemente fra le migliori della lega, sembrano aver perso il bandolo della matassa nella propria metà  campo; sono clamorosamente penultimi sia nei punti subiti che nella percentuale dal campo concessa agli avversari: con queste cifre non si va lontano, e soprattutto per queste cifre non si può certo invocare come scusante l'assenza di Webber, che anzi a rigor di logica non potrà  che far peggiorare ulteriormente il livello della difesa dei Re.

Antonio Davis
La stagione dei Raptors finora può dirsi senza dubbio positiva: 5W e 5L, un record inatteso per una squadra con pochissimo talento ed in ricostruzione, che però ha ritrovato un Carter scintillante, sta ricevendo un contributo sostanzioso dal rookie Bosh e soprattutto sta mettendo in mostra una difesa formidabile: nessun loro avversario ha ancora toccato il fatidico tetto dei 100 punti.

La nota più stonata nella stagione di Toronto finora è stata Antonio Davis, uno dei veterani e dei leader della squadra, che sembra ormai l'ombra sbiadita dell'All Star che è stato un tempo: nell'ultima settimana 7 punti e 9 rimbalzi in 37 minuti di media, con uno scoraggiante 12/34 complessivo dal campo. E' triste dirlo, ma ora come ora è il punto debole della squadra.

Sprewell/Van Horn
Sono stati al centro della più discussa e discutibile trade dell'estate, ed entrambi erano attesi ad un inizio di stagione che mettesse a tacere i rispettivi critici (che non sono pochi, sia per l'egocentrico Spree che per il “cuor di leone” KVH).

Beh, non si può certo dire che da entrambi i giocatori siano arrivate risposte univoche e soddisfacenti: le cifre di Spree sono in linea con la sua ultima stagione ai Knicks (segna praticamente gli stessi punti, prende qualche rimbalzo in più ma tira peggio da tre e ai liberi), ma resta clamorosamente incostante (una sera 27 e 8 col 50%, la sera dopo 6 e 3 con 2/13 in 36 minuti) e soprattutto non sta facendo fare alla squadra quel salto di qualità  in termini di ledership e “cojones” che era lecito attendersi.

Van Horn per parte sua è assestato su un soddisfacente (all'apparenza) 16+7 di media, ma tira con percentuali vergognose: 37% dal campo e 22% da tre, rispettivamente ben 7 e 12 punti percentuali sotto alle sue media in carriera; cifre inaccettabiil per un giocatore che ha praticamente la sua unica dote nell'efficacia offensiva. Il tutto mentre i Knicks galleggiano in una apatia apparentemente senza speranza.

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BOCCIATI

Michael Olowokandi
E' stato uno dei fiori all'occhiello della pubblicizzatissima campagna acquisti estiva dei Wolves, che si affidano a lui come uno dei cardini su cui costruire per il futuro.

Per ora sta facendo rimpiangere Nesterovic (che al confronto sembra Sabonis) accumulando cifre che non si possono nemmeno definire deludenti, ma solo scandalose: nelle ultime cinque partite ben 5 punti (!) e 2 rimbalzi (!!!) di media. Se non si da' una svegliata, le speranze per KG di superare finalmente il primo turno dei playoffs sono praticamente nulle (anzi, si rischia addirittura di guardarli alla televisione, i playoffs).

Ricky Davis
L'entusiasmo per le eccellenti prestazioni di LeBron, la solidità  ormai scontata di Boozer (11+11 col 53%) e addirittura qualche cenno di vita da parte di Darius Miles, hanno fatto passare in secondo piano il disastroso inizio di stagione del giocatore che, salvo ognuno, resta il maggior talento della squadra, colui che dovrebbe essere il naturale leader (ok, potete iniziare a ridere) in campo e fuori dopo una strepitosa “breakout season” l'anno scorso.

Purtroppo sembra che si debba ancora una volta far notare il fatto che il talento di Ricky D è pari solo alla sua capacità  di sprecarlo miseramente: in questa settimana il suo sontuoso tabellino fa segnare 8 punti, 4 rimbalzi, 4 assists e 3 palle perse di media conditi da un poco edificante 11/33 dal campo.

Atlantic Division
La Eastern Conference è da qualche stagione conosciuta come la NB…A-2. Beh, allora la Atlantic Division non può che la serie C del basket americano!!!

Al momento il record complessivo della division è un poco edificante 15-37 (28%) e nessuna squadra supera il 50% di vittorie; guidano il gruppo Celtics (che non si stanno comportando male, tenendo conto del fatto che sono profondamente rinnovati) e Nets con un poco lusinghiero 5-5 (solo il quinto record della conference, mentre in tutto l'Ovest solo Warriors e Suns fanno peggio!); seguono a ruota i Sixers, che nonostante un Iverson in gran spolvero sono in difficoltà , anche a causa di un calendario difficile; poi i Wizards (che sono 1-5 quando Arenas è il top scorer della squadra) e i Knicks (che si sono tolti una bella soddisfazione battendo i Kings, ma peraltro hanno perso da squadroni come Magic e Cavs); chiudono l'allegra brigata le due squadre della Florida, che sono già  alla canna del gas dopo nemmeno un mese di campionato.

Fa un po' tristezza parlare così della division che ospita alcune delle più gloriose squadre della lega (23 titoli NBA), ma la realtà  è che non solo sono squadre con un presente mediocre, ma soprattutto hanno quasi tutte pochissimo futuro.

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