Milt Palacio, sorpresa di inizio stagione in Canada
Come ogni anno tutte le squadre della Eastern Conference si trovano di fronte ad un ostacolo il più delle volte insormontabile: il tour dell'Ovest.
C'è infatti un momento della regular season che prevede solitamente un minimo di 3/4 partite consecutive in trasferta sull'altra costa, ma se per le corazzate della Western questa può essere l'occasione per visitare la Grande Mela o qualche calda città della Florida, per le squadre dell'Est questa settimana è molto spesso foriera di guai.
Non è mai bello dover affrontare con un riposo di 1/2 giorni Kobe, Shaq, Duncan e Garnett, e molto spesso anche partite sulla carta più semplici si rivelano insormontabili per via della fatica.
Dunque anche per i Raptors di coach O'Neill doveva arrivare questo tour, che per fortuna dei canadesi è stato inserito all'inizio della stagione.
Per fortuna perché i risultati non sono stati dei più incoraggianti, per usare un sostanzioso eufemismo.
Prima del trittico di trasferte a Portland, L.A. e Sacramento il record di Toronto recitava un più che incoraggiante 4-2, con un sonante 4-0 casalingo.
Record che però era destinato a peggiorare, visto che dal primo incontro al Rose Garden di Portland i TrailBlazers ridimensionavano notevolmente le ambizioni di Carter e compagni.
Nonostante una rimonta nell'ultimo quarto ed un Vince Carter da 33 punti con 4 su 6 da tre, la squadra del mago difensivo O'Neill non andava oltre gli 80 punti segnati, ed usciva dall'Oregon con una sconfitta per 83-80, dovuta principalmente alla sterilità offensiva del quintetto base, a parte Carter 19 punti in 4, ed allo scarso impatto dato dai due uomini più importanti della panchina, il mancino Morris Peterson e il deludente Lamond Murray, solo 1 punto con 0 su 6 per lui.
Lasciata la città di Rasheed Wallace la truppa di O'Neill si recava in quel di Los Angeles, per affrontare allo Staples Center il Dream Team a disposizione di Phil Jackson, con un Kobe Bryant alla vigilia di un'udienza del suo ormai notissimo processo in Colorado.
Piccoli aggiustamenti in quintetto per Toronto, che salutava l'ordinato ma poco produttivo in questo inizio di stagione Alvin Williams per lanciare la sorpresa estiva Milt Palacio, con la speranza di rinvigorire una fase offensiva che non aveva permesso ai Raptors di superare quota 100 in nessuna delle 7 precedenti partite.
Mossa tattica di O'Neill poco fortunata, perché anche l'ex-Celtic deludeva e totalizzava un misero 1 su 9 in 39 minuti, subendo peraltro la verve del solito Gary Payton, che da grande direttore d'orchestra dirigeva alla perfezione la macchina gialloviola, che mandava in doppia cifra 4/5 del quintetto e neutralizzava con una staffettta George-Bryant Vince Carter, quarto miglior realizzatore della lega, limitato ad un 7 su 22 dal campo.
Partita mai in discussione con L.A. sempre avanti, anche di 20 punti, che terminava dopo un corposo garbage time con il punteggio finale di 94-79 per gli angelini.
A questo punto, con il record dei viola canadesi ritornato mestamente ad un mediocre 4-4, l'ultima fatica nel Wild Wild West per Vincredible e compagnia era rappresentata dai Sacramento Kings, ancora orfani di Chris Webber e notevolmente indeboliti dal pessimo mercato estivo.
Tutto questo però non significava certo che per i Raptors Bibby e compagni sarebbero stati una preda facile; ed infatti così non è stato.
Anzi, i problemi offensivi di Toronto sono stati evidenziati come mai in questa stagione era successo, per giunta contro una squadra che non fa della difesa dura e dei ritmi controllati il proprio credo.
Imbarazzante 33.8% dal campo di squadra e anche un Air Canada in serata no (5 su 21 e 3 turnover) consegnavano la partita a Peja Stojakovic ed ad un sorprendente Darius Songaila, autore di 14 punti, 7 rimbalzi e 5 assist partendo dalla panchina.
20 punti nel primo quarto e poi tre quarti successivi senza raggiungere nemmeno quota 19 non possono che preoccupare lo staff tecnico di Toronto, che pur priva di Jerome Moiso, comunque più difensore che realizzatore, rimediava la terza sconfitta consecutiva in trasferta con un passivo tanto pesante quanto significativo: 94-64.
Con un bilancio stagionale ora in passivo, 4-5, i Raptors tornano a casa con molti problemi da risolvere, a partire da un play-making asfittico e da un insufficiente apporto del supporting cast, che come nomi non ha niente da invidiare ad una squadra da playoff ad Est, che sta deludendo soprattutto nelle persone di Peterson e Murray, nonchè di un Antonio Davis la cui vena realizzativa sembra essersi di colpo esaurita.
Adesso arrivano 4 partite in una settimana, di cui 3 nell'amato e fin qui inviolato Air Canada Centre, contro rivali dirette di Conference, quali Philadelphia, New Jersey e Milwaukee.
Vedremo dunque se Kevin O'Neill si affiderà ancora a Milt Palacio o tornerà alla regia di Alvin Williams, e soprattutto se riuscirà a sbloccare le sue bocche da fuoco per trasferire la sua sagacia tattica anche ad un attacco miseramente ultimo della lega con una media di soli 75.2 punti segnati a partita, “degni” del Limoges di qualche anno fa…