Il solito, inimitabile stile di Allen I !!
Andrew Toney, Maurice Cheeks, Marc Iavaroni, Moses Malone e Julius "The Doctor" Erving, ai quali si aggiungevano i rincalzi più utilizzati da Billy Cunningham, ovvero Caldwell Jones, Mike Bantom e Lionel Hollins, uniti alla grande difesa e alla grande intelligenza cestistica del sesto uomo dell' anno, Bobby Jones.
Questi erano i Sixers che poco più di vent' anni fa, 1983, conquistavano l' anello cappottando 4-0 i Los Angeles Lakers di Magic e Kareem, dominando la stagione in lungo e in largo.
Sembrano passati millenni, il basket non è più lo stesso, ci sono guardie di 2.15 e non esistono più centri, nessuno arriva più all' anno da senior al college e quasi la metà dei giocatori Nba non sono nativi degli Stati Uniti. Nella città dell' amore fraterno invece il tempo, per certi versi, sembra essersi fermato.
Ora come allora infatti, c' è un giocatore-franchigia. Un personaggio scomodo per David Stern e allo stesso tempo una icona per tutti i giovani provenienti dai ghetti e dalla strada, un personaggio che viene dai bassifondi, che ha visto in una estate morire otto suoi amici fraterni della gang di morte violenta, un personaggio il cui miglior amico nonché testimone al suo matrimonio è stato assassinato, un personaggio senza peli sulla lingua, in campo e fuori, un personaggio che al suo ingresso nell' Nba ha litigato con tutti, compagni, allenatori, avversari e tifosi, un personaggio che in un All Star Weekend venne messo in un angolino da Charles Barkley e Patrick Ewing, e "invitato" a smetterla con le smargiassate, perché lui era il futuro della Nba.
Allen Iverson, "Tupac Shakur with a Jump shot", cuore e anima di Philadelphia, piccolo grande uomo da Georgetown, colui che fino al 2008 tenterà di portare i Sixers ad un altro anello. Il cast di supporto però anche quest' anno non sembra essere nulla di trascendentale, ok, c' è Big Dog Robinson che può dare attacco continuativo molto più di Keith Van Horn, ma anche il buon Glenn non è mai stato un mostro per impegno, dedizione e concentrazione.
A mio avviso il miglior acquisto della off season è stata la riconferma di Kenny Thomas, graditissima sorpresa dello scorso anno, arrivato da Houston in sordina e subito capace di affermarsi come intenso rimbalzista e discreto realizzatore.
In effetti comunque c'è un grande squilibrio attorno a The Answer, grande classe e talento in corpi con poca attitudine a tirare fuori gli attributi come nel caso di Glenn Robinson e del poliziotto Derrick Coleman, uniti a poco talento in un corpo dal grande cuore e da "uevos grandes" come quello di Eric Snow.
Come uscirne? E' difficile, anche se a dir la verità , il problema in questo primo scorcio di stagione (finora siamo attorno al 50% di vittorie) sembra un altro: poca, poca, poca difesa.
Gli avversari tirano al 47 per cento dal campo e al 39 per cento da tre, contro rispettivamente il 44 e il 36 per cento per i Sixers. Il deficit a rimbalzo è ancora più altisonante, 43 rimbalzi a partita per gli avversari contro 37 per Philadelphia.
Siamo già arrivati alla nostalgìa per coach Brown? E dire che Randy Ayers è un suo discepolo, quindi non dovrebbe aver cambiato più di tanto la attitudine della squadra, soprattutto quella difensiva.
C' è da dire anche che le vittorie finora conseguite, Portland a parte, sono state tutte conseguite con squadre in estrema difficoltà e già in partenza tacciate come ultime ruote del carro, quindi, al momento non è facile guardare con ottimismo al futuro.
Cosa dobbiamo fare, aspettare la esplosione verticalista di Samuel Dalembert o confidare nel senso di posizione a rimbalzo di Marc Jackson?
La risposta, purtroppo o per fortuna, è la solita: palla a Iverson e che ne faccia 40, o 50, sperando di non dover sempre concedere oltre trenta punti al primo Mike Dunleavy Jr. che passa.