Le primavere cominciano a pesare sulle spalle di Vlade Divac…
Nella Nba quando giochi tre volte in sette giorni ti puoi considerare fortunato. Il ritmo spesso incalza e ti fa salire e scendere dagli aerei, senza nemmeno renderti conto in quale aeroporto sei. Allo stesso modo può essere difficile individuare temi di discussione, continuamente superati dall'attualità .
I Kings hanno giocato sinora sette partite, un record inferiore alle attese di 4-3. Una vittoria contro Detroit ed una sconfitta a Boston nell'ultima settimana. E la netta sensazione di una squadra che non sta rendendo per quello che potrebbe. I numeri sembrano inchiodare il problema, al di là di ogni possibile dubbio: 109 punti subiti contro Denver, 125 contro Minnesota (partita vinta all'over time), 114 a New York, 91 contro Boston e Detroit, la seconda gara vinta. La media fa 106 punti, tantissimi, troppi.
Se contro i T-Wolves ci può stare, Denver e New York non sono considerate grandi squadre offensive. "E' chiaro - ha detto recentemente Rich Adelman - che non ci possiamo aspettare di vincere tutte le partite solo con l'attacco. Il tempo per allenarci non è molto ma mi aspetto uno sforzo da parte di tutti per rimanere concentrati su quest'aspetto."
La ragione di queste sofferenze pare evidente. L'eccessiva staticità della front line che determina difficoltà della squadra in transizione, sia offensiva che difensiva. Coach Adelman considera l'assenza di Webber decisiva sotto questo punto di vista. Il discorso forse è più complessivo.
Il posto di Webber in quintetto è stato preso da Brad Miller. Nella scorsa stagione il sostituto di Webber era Keon Clark, uno dei migliori "levrieri" di campo aperto della squadra. Per quanto atipico, Miller è pur sempre un centro. Esattamente come Vlade Divac.
Il nome del serbo comunque aleggia nelle argomentazioni del suo allenatore: "Quello che dobbiamo fare è riempire più velocemente l'area dei tre secondi. E presidiarla meglio. Se facciamo entrare i nostri avversari, siamo destinati a soffrire".
"Sono pure convinto - aggiunge - del fatto che qualcuno potrebbe andare meglio a rimbalzo. Non voglio dire chi".
Divac non si è nascosto dietro ad un dito: "Non ha fatto nomi ma ritengo si riferisse a me."
Altro dato che fa pensare e che indica quanto i lunghi dei Kings soffrano i pari ruolo avversari: nelle prime sette partite sono stati stoppati 52 volte. Al contrario hanno stoppato solo 36 volte. Mancanza quindi di intimidazione sotto canestro. E difficoltà ulteriori in attacco.
Ancora Vlade Divac: "Con Miller in campo facciamo cose diverse". Effettivamente con l'ex Indiana, il post basso di Sacramento appartiene stabilmente al pivot serbo. Non sempre in questo inizio di stagione Divac è riuscito a trovare punti con continuità . Questa statistica è decisiva.
Perché se gli avversari sono costretti a raddoppiarlo si aprono spazi per gli altri e, soprattutto, sul perimetro per Peja Stojakovic.
Da questo punto di vista l'assenza di Webber pesa sicuramente. C-Webb è uno dei migliori attaccanti, sia dal post basso, sia fronte a canestro da quattro metri. Concede molte opportunità ai compagni. "Spesso con Chris - dice ancora Vlade – posso lanciare un lob dal post alto". La loro personale esecuzione del gioco "Alto-basso" che con Miller proprio non si vede.
Stupisce invece che Adelman si riferisca all'ex Michigan per quanto attiene alla fase difensiva. Webber non è mai stato un mastino. Non è un giocatore dalla mentalità difensiva costante. I "big play", le stoppate vengono dal suo talento naturale mostruoso. Non certo dall'applicazione costante.
La verità probabilmente è un'altra: nel quintetto di partenza troviamo un solo difensore naturale, Doug Christie. Adelman scopre evidentemente l'acqua calda quando dice che le partite non si vincono solo in attacco. Può pretendere maggiore impegno ma rimane il fatto che la sua non è una squadra di difensori, se fossero anche difensori non si comincerebbe nemmeno a giocare.
E' possibile comunque che le cose migliorino: prestando più attenzione al ritmo di gioco, tenendolo basso. Nei playoffs questo avverrà naturalmente, per definizione stessa di playoffs.
Altro dato negativo di inizio stagione. Può sembrare un paradosso. I Kings non sono una squadra eccessivamente pericolosa in attacco. Non attaccano sufficientemente il canestro. Un dato per tutti: contro i Pistons il bilancio dei tiri liberi è stato 35-25 a sfavore.
E' vero che nel finale Divac è stato decisivo con quattro liberi decisivi: con l'esperienza e la malizia se li sa conquistare. Ma lo stile di gioco di molti "attaccanti" in maglia Kings non facilita in questo aspetto.
Stojakovic, la prima opzione, ad esempio: sebbene sia migliorato in penetrazione verso il canestro, prende la gran parte dei suoi tiri in allontanamento, dal perimetro. I liberi sono basilari, specie nei playoffs. Sono punti semplici che incidono molto.
Se sul campo le cose procedono fra alti e bassi, anche fuori le incertezze non mancano: recentemente il "Los Angeles Times" ha reso pubblica la trattativa fra i fratelli Maloofs, proprietari dei Kings, e la Disney, per l'acquisizione degli Anaheim Mighty Ducks, franchigia della Nhl, la lega americana di hochey.
Joe Maloof non ha confermato, ne smentito la cosa: "L'hochey ci piace - ha dichiarato, mentre assisteva alla partita fra Dallas e Boston - conosciamo Gary Bettman (commissioner della Nhl ndr) da più di venti anni".
Erano i tempi in cui Bettman faceva parte delle gerarchie Nba ed il padre dei Malloffs era il proprietario dei Mavericks. Bettman, intervistato sull'argomento, ha dichiarato che "i Maloofs sarebbero una fantastica addizione alla lega".
Non si sa quanto sia reale la loro intenzione e, nel caso cosa sarebbe dei Kings. Di certo lo scontro con le autorità cittadine per l'eventuale nuova arena in downtown-Sacramento prosegue. La gas-station, oltrechè vecchia, non è più un affare.