Il sempre più sorprendente Vin Baker svetta in area dei Kings: notate quant'è diventato magro
Sacramento Kings @ Boston Celtics 82-91
Boston Celtics @ Indiana Pacers 78-76
Chicago Bulls @ Boston Celtics 89-82
Cleveland Cavaliers @ Boston Celtics 82-91
Prima settimana positiva, seconda negativa, ora la terza positiva. Non è un inizio di cammino tranquillo quello dei Celtics in questa stagione, ma si sapeva e non ce ne meravigliamo.
Era logico un cammino tortuoso per due validissimi motivi: il primo è il fatto d'avere tanti giocatori nuovi, alcuni arrivati tramite scambi (LaFrentz, Jones, James, Welsh), altri tramite draft (al momento solo Banks, visto che gli altri due stanno aspettando il proprio turno, come Hunter, oppure non sono ancora pronti, come Perkins), altri cestisticamente rinati o migliorati (Baker, Blount e, si spera, Brown). Alla fine gli unici di cui si sa il contributo che possono dare sono Pierce, Battie e Williams.
Il secondo motivo è dato dalla necessità , se non l'obbligo, di cambiare gioco: meno tiri da tre (16,3 tiri tentati in questo inizio di stagione contro i 26,3 a sera l'anno scorso) e più velocità , esattamente il contrario della passata stagione. Artefice e costruttore di questo gioco sarebbe dovuto essere Marcus Banks, play massiccio, anche se non molto alto, ma purtroppo i 5 punti scarsi ed i neanche 2 assist a partita denotano che il giocatore proveniente da Nevada - Las Vegas sta al momento deludendo le aspettative.
Ovviamente non bisogna dargli subito addosso, prima di scaricare un giocatore bisogna essere sicuri che non abbia niente da offrire nell'NBA (vedi Billups, scaricato troppo presto), e per sua fortuna quello che doveva essere un play di riserva, Mike James, ha preso abbastanza bene le redini della situazione permettendogli di farsi le ossa senza che gli venga messa troppa pressione.
Quasi 10 punti e 5 assist a partita per James nessuno se lo aspettava, e se non fosse stato per lui ora i Celtics non sarebbero sopra il 50% di vittorie. Ma se vogliamo parlare di atleti che giocano al di sopra delle previsioni, mi dispiace signor James, dobbiamo rivolgere lo sguardo sotto canestro.
Si, avete capito bene, sto proprio parlando di Vin (ex Gin) Baker. Riappropriatosi a buon diritto del suo vero nome di battesimo, il giocatore del Connecticut non finisce di meravigliare. Se qualcuno aveva ancora dubbi, se qualcuno credeva d'aver sbagliato di leggere notando il nome di Baker accanto ad aggettivi come "buon rimbalzista" oppure "ottime percentuali dal campo", oppure "migliore marcatore della partita", deve ricredersi e gridare al miracolo, o quasi.
Una partita bella può venire a tutti, due o tre possono essere una coincidenza, ma se la stagione conta già 9 partite e si legge 14,6 punti e 7,2 rimbalzi a partita, sicuramente c'è qualcosa di più sotto. Ma la cosa sorprendente non sono tanto queste cifre, che se ritoccate un po' in alto quasi giustificano il contratto pesantissimo di cui è titolare, ma la percentuale dal campo, la quale era ben sopra il 60% fino a qualche partita fa, ma conta ancora un ottimo 55,7% piazzandosi al quinto posto di tutta la Lega.
Baker sta a buon diritto combattendo contro Tracy Murray come giocatore più progredito. Obiettivamente è il giocatore dei Sonics in vantaggio in questa speciale classifica, ma subito dopo c'è il buon Vin, che anche questa settimana, tra le altre buone cose, ha ottenuto due doppie doppie. In questa speciale classifica sembra che abbia preso il ruolo che era di Walker l'anno scorso.
Sempre positivi Williams e Blount, chi sta facendo fatica è Tony Battie. Tornato in quintetto dopo l'annullamento della trade che doveva portarlo con Williams a Houston, ha alternato buone prestazioni con serate imbarazzanti, tipo i zero punti contro Chicago ed i due contro Sacramento. Il problema è che deve trovare la tranquillità mentale necessaria per giocare come sa.
Se notate Perkins in roster con la partita contro Cleveland, non esultate inutilmente: ha inaugurato la sua tuta nuova sul parquet solo perché Raef LaFrentz è leggermente infortunato e non per meriti personali. Difatti più di agitare l'asciugamano non ha fatto quella sera.
Sempre in quella partita Kedrick Brown ha perso il quintetto a favore di Jumaine Jones. Completamente ristabilito, Jones non ha ancora offerto buone prestazioni e coach Jim O'Brien ha provato a metterlo in quintetto, relegando l'ancora deludente Brown in panca. Purtroppo Jones ha gettato l'occasione, quindi è da verificare se O'Brien tenterà ancora di metterlo in quintetto.
Il ruolo di ala piccola è quello più affollato nel roster dei Celtics, eppure solo Eric Williams riesce ad offrire prestazioni accettabili, il quale è utilizzato come sesto uomo d'esperienza, ma di fatto l'unico in grado di ricoprire quel ruolo in questo momento.
Nel dare un'occhiata ai risultati di squadra, molto positiva la vittoria contro Sacramento, sempre forte malgrado l'assenza di Webber, ed un ulteriore plauso ai Celtics per la vittoria contro Indiana. Dopo la pausa contro Chicago, è ripresa la vittoria scontrandosi con il giocatore del momento, tale LeBron James, il quale ha perso nettamente lo scontro diretto con Paul Pierce.
Nessun acuto di double-P nell'ultima ottava, punteggi e percentuali inferiori rispetto al suo standard, ma bisogna ricordare che deve ancora entrare completamente nel suo nuovo ruolo di leader indiscusso in campo e nello spogliatoio. La speranza è che riesca a sostenere questo ruolo senza cali di rendimento o timori per una responsabilità così grande.
La prossima settimana ai ragazzi di O'Brien attendono 3 incontri:
lunedì a New York
mercoledì in casa contro New Orleans
venerdì a Philadelphia
Dopo le buone prove della scorsa settimana è lecito attendersi un'altra ottava positiva, infatti il primo incontro della settimana è contro i Knicks, accreditati di una conduzione tecnica che lascia un po' a desiderare. I due successivi incontri però non sono dei più facili, infatti sono attese due partite con squadre ai vertici della Eastern Conference.
Dato per scontato (e non lo è) che Boston riesca a prevalere sui Knicks allo sbando, ci sono buone probabilità che almeno una delle successive due sfide vada ad appannaggio dei Celtics.
Nonostante sia ancora presto per dare giudizi sulle classifiche, dando una rapida occhiata alle stesse non si può non notare come l'Atlantic Division non abbia nessuna squadra sopra il 56% di vittorie, curiosità che non si riscontra nelle altre division. Questa è un'ulteriore dimostrazione che è ancora presto per trarre utili spunti dalle classifiche, ma sarebbe interessante verificare se questa debolezza della division sia momentanea oppure verrà confermata anche nel prosieguo della stagione.
Appuntamento alla prossima settimana.