Jim Fassel domenica ha avuto non pochi problemi di comunicazione con i suoi
Tutto sembrava perfetto per il rilancio definitivo dei Giants. La squadra di coach Jim Fassel era reduce dalla vittoria esterna contro Minnesota, una delle franchigie più in forma della NFL, ed affrontava in casa quella che al momento attuale è la peggior squadra della lega (superata forse soltanto dai Detroit Lions): gli Atlanta Falcons.
Questi ultimi non vincevano da 7 turni dopo aver battuto nella prima partita stagionale i Dallas Cowboys ed erano privi del loro giocatore più pericoloso in attacco, Michael Vick. Il quarterback, infatti, viste anche le difficoltà dei compagni ha deciso di non affrettare il ritorno in campo e solo in questi giorni ha ripreso ad allenarsi in vista del ritorno del 30 novembre contro gli Houston Texans.
Nonostante queste premesse i Giants non solo hanno perso ma sono addirittura stati umiliati dall'attacco avversario. Quella che era considerata una delle migliori difese di questa prima parte di stagione, specialmente contro le corse, non è mai riuscita a fermare il running back Warrick Dunn (178 yard guadagnate ed un touchdown segnato).
La cosa diventa ancora più grave perché già in sede di preparazione della partita era noto che Atlanta avrebbe puntato quasi esclusivamente sui giochi di corsa a causa dell'inesperienza del quarterback Kurt Kittner (solo 3 partite giocate da titolare nella NFL).
La partita è iniziata subito in salita per i Giants perché 4 tackle sbagliati permettevano a Dunn di correre per 45 yard e portare in vantaggio Atlanta nel primo possesso. Dopo 5 drive terminati con un punt New York riusciva a pareggiare con un touchdown di Dorsey Levens che percorreva le 2 yard necessarie per entrare nella end-zone. I Giants avevano anche la possibilità di portarsi in vantaggio a pochi secondi dalla fine del primo tempo ma il quarterback Kerry Collins si faceva intercettare un lancio da Bryan Scott.
Dopo la pausa dell'intervallo tornava in campo soltanto una squadra: i Falcons. La franchigia allenata da Dan Reeves chiudeva la partita segnando 2 touchdown (ricezione di Justin Griffith e corsa di T.J. Duckett) ed intercettando un altro lancio di Collins con Tod McBride.
Nei 17 minuti di gioco che restavano i Giants non solo non riuscivano a segnare neanche un punto ma concedevano un altro touchdown agli avversari. Ancora T.J. Duckett, infatti, entrava nella end-zone dopo una corsa di 12 yard e portava lo score sul 27 a 7 finale per la squadra ospite.
Questa sconfitta, la terza in casa quest'anno per New York, sarà ricordata non solo per il fatto di essere stata la 200esima vittoria nella NFL di Reeves ma anche perché per la prima volta i tifosi dei Giants hanno manifestato ad alta voce il loro malumore nei confronti di Fassel.
Quando mancava meno di un minuto alla fine del terzo quarto dagli spalti si è levato il canto "licenziate Fassel" come avevano fatto in questo stesso stadio nel 1989 i tifosi dei Jets chiedendo l'allontanamento di Joe Walton (licenziato a fine stagione). I fischi si sono placati soltanto perché i tifosi hanno abbandonato lo stadio lasciandolo mezzo vuoto per l'ultimo quarto anche a causa del vento freddo che soffiava sul Giants Stadium.
Fassel (che ha ancora un anno di contratto) non ha certo apprezzato i cori ma li ha giustificato dicendo che "la squadra quest'anno ha perso in malo modo 3 partite casalinghe. Capisco i tifosi perché anche io non sono contento della situazione. Quella di stasera poi è stata la peggior performance di una mia squadra e tutto è partito da me che evidentemente non ho preparato bene i giocatori”.
“Durante la settimana”, continua l'allenatore, “avevo detto loro di fare molta attenzione in campo e prima della partita mi sembravano pronti. Invece hanno preso in giro sé stessi ed anche me ". Negli spogliatoi a fine partita Fassel non è stato particolarmente duro con i suoi anche se ha avuto molta risonanza sui giornali la domanda provocatoria che il coach ha rivolto ai suoi : “Volete farmi licenziare?”.
Ovviamente tutti i giocatori hanno pronunciato le solite frasi di circostanza per difendere l'allenatore ma hanno anche dato ragione agli spettatori per i fischi contro di loro. Sintetizza il tono generale dello spogliatoio Collins, responsabile di 2 delle 4 palle perse dai Giants: "Nessuno di noi vuole che Fassel sia licenziato. Non pensiamo che la stagione sia già finita perché mancano ancora molte partite e può succedere di tutto. Credo che la squadra abbia del carattere e si riprenderà presto, anche se non sarà una passeggiata".
L'unico che ha avuto da dire nei confronti dell'atteggiamento dei tifosi è stato il defensive end Michael Strahan. "È molto incoraggiante il loro sostegno! Secondo me quello che hanno fatto è stupido perché se vengono allo stadio devono tifare per noi. È l'unica cosa che ci aiuta. Se non sono fan dei Giants che restino pure a casa. Io non mi presento sul loro posto di lavoro quando sbagliano per chiedere il licenziamento".
"Il nostro allenatore sta facendo del suo meglio ed essere sinceri siamo noi che oggi non lo abbiamo aiutato a fare il suo lavoro", continua il Pro Bowler, "La nostra prestazione è stata a dir poco orribile e dovremmo vergognarci per come abbiamo giocato. Mi vergogno per la squadra, per i nostri tifosi ed anche per chi non è nostro tifoso e ci ha visto in tv. Non c'è stata una sola cosa che abbiamo fatto bene".
Probabilmente quello che più indispettisce gli spettatori nei confronti dell'allenatore è il fatto che i Giants sembrano commettere sempre gli stessi errori (soprattutto quello dei palloni persi si trascina da inizio stagione e ricompare puntualmente nei momenti decisivi delle partite).
Questo è sicuramente indice di scarsa concentrazione dei giocatori in campo ma non si può certo dare la colpa al solo allenatore. Ogni settimana sentiamo Fassel dire ai suoi che l'impegno che li aspetta la domenica non si vince semplicemente scendendo in campo ma evitando distrazioni che risultano fatali (finora 22 palloni persi dai Giants in 9 partite).
Gli stessi giocatori hanno detto che la settimana passata l'allenatore aveva ripetuto costantemente che quella con i Falcons non era una partita da sottovalutare e qualcuno è anche parso risentito per le raccomandazioni di Fassel. Strahan, infatti, ha dichiarato che "la nostra è una squadra di professionisti. Non abbiamo bisogno che qualcuno ci dica di fare attenzione la domenica in campo. Sappiamo quanto è difficile la NFL".
Forse Fassel avrebbe dovuto indirizzare meglio i suoi consigli per evitare di urtare la sensibilità del capitano dei Giants ma alla luce di quello che si è visto in campo domenica è difficile dare torto all'head coach. Strahan farebbe bene ad interpretare in campo il ruolo di leader correggendo gli errori dei compagni invece di ribattere alle dichiarazioni del suo allenatore. "Il nostro problema principale è che ci sono sempre le stesse persone, incluse me, che commettono sempre gli stessi errori", ha dichiarato Barber.
Strahan potrebbe iniziare ricordando ad un suo compagno di linea, il defensive tackle Keith Hamilton, che la lega non tollera più le trattenute che impediscono agli offensive linemen di posizionarsi per bloccare l'avversario.
Domenica gli arbitri gli hanno fischiato contro due falli di questo tipo che hanno permesso ai Falcons di guadagnare un primo down e non è certo la prima volta che il giocatore commette questi errori. L'episodio più eclatante risale al Super Bowl numero 35 contro i Baltimore Ravens quando una penalità di questo tipo contro Hamilton annullò un touchdown segnato dalla difesa dopo un intercetto.
Sono di vecchia data anche i problemi del running back Tiki Barber nel controllare il pallone durante la corsa o dopo la ricezione. Domenica è successo ben due volte ed in entrambe le occasioni il fumble è arrivato quando i Giants erano ad un passo dal touchdown. Nel primo quarto Barber ha perso il pallone sulle 22 yard avversarie mentre la squadra era alla ricerca del pareggio ma il fumble il più costoso è arrivato nell'ultimo quarto.
New York era indietro 20 a 7 quando mancavano ancora 11 minuti alla fine della partita ed al termine di un buon drive sembrava essersi risvegliata dal torpore dei primi 3 quarti. Avrebbe sicuramente segnato il touchdown che riapriva la partita se non fosse arrivato il secondo errore di Barber che perdeva il pallone e toglieva ai suoi ogni possibilità di recupero.
In quel momento i Giants “hanno deciso” che la partita era persa e non si sono più avvicinati alla red-zone avversaria. "Non voglio dire che a quel punto abbiamo mollato ma non c'era più quella volontà necessaria per tornare in partita. Eppure il tempo per cercare di vincere non mancava", ha ammesso il centro dei Giants Chris Bober.
Quello nell'ultimo quarto è stato il sesto fumble di Barber e qualcuno si chiede come mai Fassel lo abbia sempre schierato nonostante in panchina ci sia Dorsey Levens, noto per essere un back che raramente perde un pallone e che quando è stato chiamato in causa ha sempre fatto bene (contro i Falcons ha toccato 2 palloni segnando un touchdown).
Quando gli viene chiesto perché Barber resta in campo sempre e comunque, Fassel ha detto che "non mi interessa quello che dice la gente. Io non conosco nessun allenatore che metterebbe in panchina il giocatore che quando si ritirerà avrà guadagnato più yard di tutti nella storia della franchigia".
Purtroppo per i Giants i problemi in attacco non sono limitati al running back. La linea offensiva ha giocato la sua peggior partita dall'inizio dell'anno. Il gruppo nonostante gli sforzi compiuti da uno dei migliori assistenti della lega, Jim McNally, ha dimostrato tutta la sua inesperienza. Ha commesso 6 penalità , ha concesso 2 sack e ha permesso agli avversari di arrivare facilmente al quarterback per colpirlo o mandarlo fuori tempo.
Basti pensare che i titolari erano un giocatore scelto al primo round (Luke Petitgout, uno dei pochi su cui fare affidamento nonostante qualche problema fisico), una quinta scelta, una settima e due giocatori che non sono stati neanche scelti. Uno di loro due (il tackle Ian Allen) ha alle spalle una sola stagione da titolare al college, è stato fermo un anno e prima di questa avventura con i Giants aveva combinato poco o nulla con i Chiefs.
Sono evidenti in questo caso le colpe del general manager Ernie Accorsi che, nonostante fosse a conoscenza dei problemi della linea già dalla scorsa stagione, ha fatto poco per sistemare il reparto. Le attenzioni del dirigente si sono concentrate invece su obiettivi che avrebbero avuto maggiore risonanza sui quotidiani.
L'unico movimento degno di nota di Accorsi nella off-season è stato infatti la firma del returner Brian Mitchell che però finora ha guadagnato pochissime yard a partita e non è neanche l'ombra di quel giocatore che occupa il primo posto nella statistica di yard totali ritornate nella storia della NFL.
L'incapacità della linea di bloccare non ha impedito a Fassel di chiamare molte volte lo schema con il backfield vuoto che aveva funzionato contro i Vikings. Nella partita di domenica invece questa scelta si è rivelata controproducente ed ha sollevato non poche critiche perché gli avversari chiamavano spesso un blitz costringendo Collins ad uscire dal pocket.
Tutta la lega sa ormai che il modo migliore per fermare al quarterback è proprio quello di mettergli fretta ed anche contro Atlanta se n'è avuta l'ennesima dimostrazione. Uno degli intercetti lanciati ha fermato i Giants nel tentativo di passare in vantaggio alla fine del primo tempo mentre l'altro ha messo i Falcons in una buona posizione del campo per segnare i touchdown del 21 a 7.
Le difficoltà di Collins nel trovare un compagno libero sono la conseguenza di una errata gestione del personale da parte di Fassel che coinvolge poco i wide receiver chiamando sempre gli stessi schemi, facendo così diventare i lanci del quarterback prevedibili e facile preda per gli avversari.
L'head coach ha finora usato pochissimo Tim Carter, uno dei migliori giovani wide receiver della lega e protagonista di una grande giocata contro Atlanta, e Amani Toomer, wide receiver che nelle ultime 3 stagioni ha sempre superato le 1000 yard ricevute e lo scorso anno sembrava essersi guadagnato la fiducia di Fassel.
È gestito male anche il tight end Jeremy Shockey che quando viene usato per creare dei pericolosi mismatch con i difensori avversari riesce sempre ad essere incisivo (vedi sfida con Minnesota) ma troppo spesso viene usato come estensione della linea per proteggere Collins.
Le cose non sono andate molto meglio in difesa. Dunn ha fatto praticamente quello che ha voluto. "È imbarazzante", dice il linebacker Mike Barrow, "Non voglio mancare di rispetto agli avversari ma abbiamo affrontato avversari che correvano meglio e ci siamo comportati meglio. Oggi siamo scesi in campo e abbiamo giocato al livello del nostro avversario. Eravamo in 8 messi lì proprio per fermare le corse e Atlanta ha guadagnato 216 yard. È ridicolo. Se li avessimo fermati avremmo vinto nonostante le 4 palle perse".
Se Fassel a fine stagione dovesse essere licenziato sarà accompagnato dal defensive coordinator Johnny Lynn. Fino alla scorsa stagione Lynn era l'allenatore dei defensive back e pagherà gli errori commessi dalla secondaria dei Giants che contro i Falcons se l'è cavata solo per manifesta superiorità nei confronti del reparto offensivo avversario ma in tutta la stagione ha sofferto parecchio contro i wide receiver più dotati tecnicamente.
Ora Lynn e Fassell dovranno rivedere in fretta le loro strategie perchè i prossimi due impegni dei Giants saranno entrambi in trasferta, contro Philadelphia e Tampa Bay (Monday Night). Il fatto che si tratti di trasferte invece che sfide casalinghe potrebbe essere un vantaggio per New York che in casa ha vinto una sola partita su cinque mentre fuori hanno vinto tre volte su quattro.
Fassel dovrà però fare a meno di Shockey che si è infortunato ad un ginocchio e nella migliore delle ipotesi starà fermo tre settimane. In un primo momento l'infortunio è sembrato abbastanza grave da fargli saltare la seconda parte di stagione ma i medici sono ottimisti su un suo recupero. Al suo posto per ora ci sarà Marcellus Rivers che in 3 anni ha accumulato soltanto 46 ricezioni.
Per avere una speranza di accedere ai playoff i Giants devono assolutamente vincere contro gli Eagles per non aumentare il distacco, attualmente di 2 partite, proprio dai prossimi avversari che occupano l'ultimo posto disponibile per la post-season.
New York affronta nel momento peggiore Philadelphia perché gli Eagles sono reduci da 4 vittorie consecutive e dopo aver perso le prime 2 partite stagionali hanno vinto 6 delle ultime 7. La prima della serie è stata proprio quella colta contro i Giants a New York, arrivata ad 80 secondi dalla fine della partita con un punt ritornato nella end-zone da Brian Westbrook. Che sia il caso di fare gli scongiuri?