I giocatori più attesi

Dopo pochissime partite, molti dei dubbi su Lebron James sono già  svaniti!

Finora abbiamo parlato di squadre, ma passiamo a quelli che saranno i singoli più attesi della stagione, due nomi su tutti, LeBron James e Yao Ming.

Di LeBron James ormai sappiamo praticamente tutto, ci rimane da vedere solo come gioca a basket (fosse poco), LeBron è stato sicuramente il rookie più celebrato dai media dall'ingresso di O'Neal nel '92 (per rendere l'idea il giorno 5 novembre Denver Cleveland sarà  trasmessa in diretta nazionale su ESPN per il duello LeBron Carmelo).

James arriva nell'NBA proprio l'anno in cui sua eccellenza Michael Jordan lascia il basket, e questo è stato un boccone troppo grande perchè la stampa Americana se lo facesse scappare, la verità  è che LeBron è al momento un diciottenne dal fisico già  pronto per giocare nell'NBA, che però pagherà  molto più salato il suo ingresso nell'NBA rispetto a Jordan o a Shaq, non avendo praticamente mai affrontato nella sua vita nessun avversario in grado di contrastarlo.

Nell'NBA sarà  diverso, qui gente che ti corre dietro per 48 minuti come leoni affamati ce ne sono di tutti i tipi, dalle grandi stelle che sentiranno il confronto, agli specialisti difensivi, ma soprattutto si troverà  a sopportare una pressione forse troppo grande per lui. Ovviamente nessuno mette in discussione il suo futuro, ma anche l'ambiente in cui è capitato lascia molti dubbi.

In fin dei conti Cleveland che spera di dimostrare all'NBA che LeBron è il punto di partenza di una nuova storia della franchigia, è stata nell'ultimo ventennio una delle realtà  più bistrattate dell'NBA che a parte una piccola parentesi agli inizi degli anni '90 è sempre stata nei bassifondi della Eastern Conference.

A Cleveland si aspettano che LeBron faccia girare la squadra e l'ambiente come fece Jordan quando arrivò ai Bulls nell'84, risollevando un'ambiente adagiato nella mediocrità  da anni portandolo per un decennio ai massimi livelli.

L'altro grande atteso della stagione è Yao Ming, uscito dalla prima stagione senza il titolo di matricola dell'anno solo causa di un ambiente, quello dei Rockets che non lo ha messo in condizione di dare il meglio di se.

Adesso le cose sono cambiate, c'è un nuovo coach che punta su di lui, Yao ha superato le ovvie difficoltà  ambientali del passaggio tra la Cina e gli States, ma soprattutto nella sua stagione di esordio ha fatto capire che l'NBA ha trovato un fenomeno.

Ha fatto vedere doti tecniche impressionanti, ma soprattutto margini di miglioramento da paura, in molti si chiedono chissà  cosa sarebbe diventato dopo aver passato quattro anni a Georgetown a scuola da coach Thompson.

In molti tra cui il sottoscritto avevamo sottovalutato le sue doti tecniche, ma tutti avevano sottovalutato, l'impatto di gente che Yao ha avvicinato all'NBA, in fin dei conti la comunità  cinese negli States è molto numerosa e forte economicamente, e per quanto riguarda il basket è tutta con lui, e questo in termini di sponsor e soldi vuol dire semplicemente molti milioni di dollari, cosa senz'altro testimoniata dalla marea di voti che ha ricevuto all'All Star Game dello scorso febbraio, quando partì titolare, mettendo a sedere niente di meno che Shaq.

Sul campo è atteso all'anno della svolta, immaginarselo vicino ai sedici – diciotto punti, ben oltre sopra i dieci rimbalzi, e leader delle stoppate, non sono certo sogni, ma la comoda realtà  che Yao può dare ogni sera.

Una delle grandi attese di ogni stagione che va ad iniziare è la classe degli esordienti. Quest'anno secondo me c'è una gran mole di talento, arrivato un po' da tutto il mondo, non solo LeBron, abbiamo detto di Milicic, magari non pronto da subito, ma di sicuro un bel centro tra un lustro.

Carmelo Anthony finito a Denver, già  definito come l'avversario di LeBron James, potrebbe far valere la sua esperienza nel mondo del College è risultare almeno nelle cifre migliore dello stesso LeBron. Un paio di lunghi di buon valore, come Bosh e Collison (che forse salterà  l'intera stagione), magari non stelle ma gente che farà  per un decennio buono la sua parte nell'NBA.

Quattro playmaker che fanno sognare chi li ha scelti, Heinrich, TJ Ford, Banks e Ridnour, e tenti progetti a lunga scadenza come quelli di Travis Outlaws a Portland e Kendrik Perkins a Boston, che alla loro prima stagione NBA chiedono solo di poter giocare e sbagliare in santa pace. Nel complesso una di quelle classi di rookie che potrebbe lasciare il segno solo che a differenza di alcuni anni fa il bilancio non potrà  essere fatto al termine della stagione ma tra 3-4 anni vista che molto talento è acerbo.

Infine due considerazioni sui movimenti di mercato che potrebbero esserci stagione in corso. Come sempre alla pausa dell'All Star Game, qualcosa si muove, perchè se ancora non si è capito chi vince, di sicuro si è capito chi non vince. Ed in questa ottica quest'anno c'è una variante in più, ossia il fatto che il prossimo anno con l'entrata nella lega degli Charlotte BobCats ci sarà  un draft di espansione che vuol dire che Charlotte andrà  a pescare nei roster delle squadre che potranno proteggere solo otto giocatori del loro roster.

In pratica significa che in alcune realtà  rischiano di vedersi soffiare qualche giocatore di valore, o qualche promessa magari non ancora mantenuta, per esempio emblematico è il caso dei Bulls, dove a conti fatti la seconda scelta del 2002 Jay Williams al momento fermo per un grave incidente di moto rischia di non essere protetto. Insomma un fattore importante in più nella gestione giocatori, da questo punto di vista non è improbabile che qualche squadra, che è partita con il piede sbagliato e è consapevole di non poter addrizzare la stagione, metta sul mercato qualche giocatore importante.

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