Un Vin Baker che non ti aspetti: dimagrito, tonico, incisivo
Miami Heat @ Boston Celtics 75-98
Boston Celtics @ Memphis Grizzlies 93-91
I Boston Celtics, messisi in evidenza nella notte del draft con lo scambio che ha aggiunto al roster Marcus Banks e Kendrick Perkins, non hanno fatto molto parlare di sè durante l'attività frenetica degli scambi estivi. Hanno firmato il free agent Mike James, hanno intavolato una trattativa portando nel Massachussetts Jomaine Jones, ma sono stati movimenti che sono passati sostanzialmente inosservati.
Invece durante gli ultimi giorni di pre-season, arriva la notizia che tutti si aspettavano, ma non proprio in questo momento: la separazione da Antoine Walker.
In genere gli scambi avvengono fino a settembre e poi riprendono da dicembre. Raramente si vedono trade importanti durante la pre-season, perché si ipotizza che fino a fine estate si costruisce la squadra con scambi e firme di free agents, e poi in ottobre la squadra è impegnata ad affinare la preparazione in vista dell'imminente inizio della stagione.
Ovviamente se se ne presenta l'occasione, lo scambio viene concluso, e così è stato con Walker. Nessuno dubitava del fatto che Danny Ainge non amasse molto 'Toine, infatti il neo-g.m. dei Celtics era molto critico nei suoi confronti quand'era un telecronista ed anche dopo aver accettato l'attuale carica da Boston, non ne era mai apparso entusiasta.
Il fatto è che si pensava che lo scambio avvenisse durante l'estate, ma i mesi passavano, le voci si facevano sempre più fitte ed il giocatore rimaneva sempre nel roster bostoniano. Una volta iniziato il training camp, era facile supporre che Walker iniziasse la stagione in maglia biancoverde.
Invece Ainge ha avuto l'occasione giusta e ha mandato a Dallas Antoine Walker e Tony Delk ricevendo in cambio Raef LaFrentz, Jiri Welsh, Chris Mills ed una prima scelta dei Mavericks.
Tenendo conto che Mills è stato inserito solo per pareggiare il contratto di Walker e che non lo vedremo mai con la divisa di Boston e che Welsh è ancora giovane per incidere sul gioco dei Celtics, è chiaro che, teoricamente, nell'immediato i Celtics sono decisamente svantaggiati. Se invece vogliamo guardare in prospettiva futura, come ho avuto modo di dire nel pre-season report, con un obiettivo a due-tre anni, allora la giovane promessa Welsh e la scelta potranno avere una certa valenza.
Abbiamo detto che nell'immediato, teoricamente, i Celtics sono stati svantaggiati. Ma sarà vero? Analizziamo le cifre di Walker, prendendo come termine di paragone quelle dell'ultima stagione. Non è stato per lui un anno positivo, infatti ho più volte ricordato che il giocatore doveva impegnarsi in poche cose e farle bene, non cercare di voler farne tante ma con risultati non eccellenti.
Per quasi 42 minuti di gioco ha ottenuto percentuali dal campo molto basse, 39%, da tre il 32% ed anche ai liberi un 61% non è positivo. Inoltre tirava tanto, 20 volte di media e con 7,2 rimbalzi a gara il calo rispetto agli altri anni è stato netto. Un giocatore con queste cifre toglie spazio ad altri giocatori che potrebbero avere più opportunità d'ottenere migliori percentuali. E così è stato.
Le prime due gare della stagione sono state altrettante vittorie con un netto miglioramento proprio nelle statistiche nelle quali Walker era deficitario. Con una percentuale dal campo del 50,7% nella prima gara ed un 47,2% nella seconda, la situazione è nettamente migliorata. Se poi teniamo conto che gli avversari non hanno superato il 37% dal campo, si può ben capire come lo specialista della difesa Dick Harter abbia fatto come sempre un ottimo lavoro e la dipartita di Walker ha tolto un giocatore per il quale la difesa non è la caratteristica migliore.
Bisogna però tener conto che aveva pur sempre nelle mani 20 punti a partita, quindi questi punti bisogna pur sostituirli in qualche modo. Per questo Ainge era in trattativa per portare a Boston, tra gli altri, Cuttino Mobley, non la migliore ala-guardia della lega, ma pur sempre in grado di garantire una quantità di punti paragonabile a quella di Walker.
Lo scambio è sfumato solo per i provvedimenti disciplinari che i Rockets hanno comminato a Eddie Griffin, altro giocatore incluso nella trattativa. Saltato lo scambio che avrebbe portato a Boston, oltre ai citati Mobley e Griffin, anche Bostjan Nachbar in cambio di Tony Battie ed Eric Williams, sarebbe logico supporre che nel roster di Boston attualmente ci sia un problema di marcature.
Dato per scontato l'ottimo apporto di Paul Pierce, chi potrebbe incrementare il proprio bottino di punti o comunque dare una significativa mano in fase offensiva?
Si potrebbe pensare ai rookie, ma non sono ancora pronti per sobbarcarsi un onere tanto gravoso. Williams, Battie e Blount non hanno mai avuto cifre elevate, Jones è infortunato, LaFrentz si deve ancora ambientare e da Brown si attende ancora quest'esplosione che nelle prime gare di stagione non ha ancora mostrato.
Chi rimane? Un play preso dalla strada ed un'ala-centro (ex) alcolizzato. Non vorrete dire che sono stati proprio questi due a spalleggiare Pierce in fase offensiva? Ebbene si, sono stati proprio Mike James e Vin Baker.
E stiamo parlando di signore cifre: 14 punti di Mike James, conditi con 5,5 rimbalzi e 6 assist danno pienamente ragione a coach Jim O'Brien d'averlo promosso play titolare per questo primo scorcio di stagione.
Vin Baker ha collezionato un buon 19,5 punti dal campo, la cifra esatta di Walker dell'anno scorso. I 6,5 rimbalzi non sono una cifra elevata, ma se teniamo conto dell'eccellente 73% di media (16 su 22) capiamo bene che si parla di un altro livello rispetto all'ex-Kentucky.
Bisogna rilevare come ben 6 giocatori sono andati in doppia cifra di punti nella facile vittoria contro Miami, una buona e corale prestazione che ne faceva difetto l'anno scorso. È vero che il titolo NBA si vince con 1-2 super-stelle e giusti comprimari, invece che piena di buoni giocatori, ma il progetto è ancora all'inizio, quindi diamo il giusto tempo ad Ainge.
Ovviamente i motivi di soddisfazione di questa settimana non devono far allontanare i tifosi biancoverdi dalla realtà : quest'anno sarà duro, si passeranno momenti non felici, le squadre incontrate finora non sono le migliori della lega e siamo solo all'inizio. Ma è bello lo stesso quando si vince, con buone prestazioni.
La settimana prossima ci riserva:
sabato a New Orleans;
mercoledì a Detroit;
venerdì in casa contro New Jersey.
Tre squadre ostiche, ma l'inizio di stagione potrebbe falsare dei risultati. Ottenere due vittorie è da considerare estremamente positivo.