Desmond Mason, l'ideale per un quintetto veloce e atletico…
Ricostruzione. Un termine usato un po' troppo spesso.
Basta che il tuo miglior giocatore faccia le valigie che subito si comincia a parlare di ricostruzione" be', in questo caso il termine ricostruzione potrebbe persino passare come un eufemismo.
Ricordate quella squadra che, solo due annetti fa, dette parecchio filo da torcere ai Sixers futuri vice-campioni? Si, dai, quel terzetto che dopo che lo avevi visto giocare ti convincevi che forse, quegli antipatici esercizi sull'arresto e tiro a cui il tuo allenatore ti costringeva per ore e ore, non erano poi tanto male.
Era proprio il tiro, dalla media o lunga distanza, l'unica (o quasi) ma devastante arma dei Milwaukee Bucks versione 2001, ed in particolare del trio Cassell, Allen e Robinson. Tante le speranze per l'anno successivo, che invece si rivelò un mezzo disastro, soprattutto l'inspiegabile calo di fine stagione.
Così, in poco più di un anno, la rivoluzione: Glenn Robinson il primo a lasciare la città , destinazione Atlanta. Problemi con Allen, si disse, e dei due la dirigenza ha preferito tenersi quel bravo ragazzo di Ray.
Tutto ok allora? Insomma… visto che qualche mese dopo a salutare la compagnia era proprio il protagonista di He got game. Ed anche lì la scusante sembrò essere un qualche problema con coach Karl.
Ma allora com'è che quest'estate è stato dato il benservito anche al coach da più di 700 vittorie in carriera? E soprattutto perchè, dopo essersi a lungo interrogati su chi valesse la pena tenere tra Cassell e Payton (contropartita di Allen), si è deciso che sì, si poteva fare a meno di entrambi ed affidare la squadra ad un rookie (pur ottimo)?
Come se non bastasse, negli ultimi giorni è stato inoltre tagliato Anthony Mason" del resto è vero che, come ha scritto uno dei principali cronisti del Journal Sentinel, Michael Hunt, i Bucks avevano bisogno dell'atteggiamento negativo di Mason come noi di un altro film di Ben Affleck e Jennifer Lopez (avrete sicuramente sentito parlare di Gigli, ultimo film dei due, considerato forse il peggior film della storia, addirittura peggiore di Glitter, e che da noi non è ancora arrivato, per fortuna).
A questo punto è chiaro che questa stagione costituisce il punto di partenza di una nuova era, un po' come il post-Jordan dei Bulls" con qualche piccola differenza nei risultati ottenuti" o come è successo ai Jazz, solo che in quel caso è avvenuto tutto nel giro di un'estate, e senza stupire nessuno.
Ma, a differenza delle due squadre sopra citate, a Milwaukee si riparte da buonissime fondamenta, i cui pilastri portanti sono rappresentati da quelli che nel 2001 erano forse i due migliori "panchinari" dei Bucks, Tim Thomas e Michael Redd, che all'epoca era solo un ottimo tiratore, con la gentile collaborazione di Desmond Mason, l'altra fetta della torta arrivata in cambio di Ray Allen.
Senza contare il talento indiscusso di T.J. Ford, dal quale sarebbe comunque fuori luogo aspettarsi qualcosa di più di una buona gestione del gioco, in particolare del contropiede, almeno in questo suo primo anno.
Sicuramente la mancanza di esperienza si farà sentire, ed è per questo che i Bucks si sono assicurati anche Erick Strickland, alla sua decima stagione tra i pro, con medie in carriera di circa 8 punti e 3 assist in 22 minuti: in altre parole, un ottimo cambio, in grado comunque di soppiantare T.J. in caso di emergenza (leggasi rookie wall).
Certo Ford, la cui scelta al draft di Giugno fece intuire a molti l'addio sia di Payton che di Cassell, non avrà il compito di segnare 20 punti a partita (prerogativa dei suoi predecessori) compito che spetterà invece in primis a Redd, che, secondo la mia modesta opinione, non aspettava altro.
Nessuna scusa potrà più accampare Tim Thomas, destinato a partire tra i primi cinque: e se nessuno mette in dubbio il suo talento, molti sperano che sia l'anno giusto perché il ragazzo acquisti quella continuità (mentale soprattutto) che troppo spesso negli anni scorsi è venuta a mancare.
L'unico problema sembra essere quello della posizione in campo: Tim potrebbe vedersi costretto a giocare da power forward, ruolo per il quale ha sicuramente il fisico, ma non il tipo di gioco.
Potrebbe giocare ala piccola solo nell'ipotesi che uno fra Redd e Mason fosse "retrocesso" a sesto uomo, cosa che difficilmente accadrà .
Anche Mason infatti è atteso ad un ottima stagione, e chissà che, visto il maggior spazio a disposizione, non arrivi anche lui al ventello di media.
A sostituire George Karl è stato chiamato Terry Porter, al suo primo anno come capo allenatore, dopo un solo anno da assistente, fatto che ha generato non poche critiche da parte di chi sostiene che questa nuova (mica tanto) moda di preferire gli ex grandi giocatori a tecnici con anni e anni di esperienza sulle spalle stia un po' troppo dilagando.
Del resto è anche vero che non era certo necessario chiamare un Jeff Van Gundy per accompagnare nella sua più o meno lunga rinascita una squadra appena smantellata: in altre parole, giocatori giovani ed abituati a ruoli di secondo piano insieme ad un coach grintoso dal quale nessuno si aspetta niente di fantasmagorico"cosa aspettarsi?.
Senza contare che Porter nel Wisconsin è nato e cresciuto, e basta farsi un giro nel sito dei Bucks per accorgersi che la scelta del nuovo coach trova il consenso di più dell'80 % dei tifosi.
Come dire, un ulteriore scudo contro le (probabili) future critiche, per lo meno da parte del pubblico" certo la stampa non sarà fermata dal rispetto nei confronti di uno degli idoli locali del passato.
Senza dubbio coach Porter si è subito buttato a capofitto in un mare di videocassette dei Bucks della scorsa stagione, evidenziando alcune fondamentali lacune, anche se bastava guardarne 5 minuti per concludere che in difesa è stata da tempo adottata la politica del "passaggio a livello", i cui frutti sono stati il 25esimo posto per quanto riguarda i punti concessi, ed il 27esimo per quanto riguarda invece le percentuali dal campo degli avversari.
In particolare Terry ha sottolineato che il cambio difensivo costituiva praticamente la regola, il che comportava che spesso una guardia si trovava momentaneamente a difendere su un ala, se non addirittura sul centro.
Certo non si potranno fare miracoli sotto canestro (caratteristica alla quale i Bucks sono abbonati da qualche anno), dove si alterneranno, alla posizione di centro Gadzuric, spesso titolare la stagione scorsa, e Santiago, con il contributo di Brian Skinner e Joe Smith, abituati però a giocare da ala forte.
Come accennato, tutto dipenderà dalla scelta fra un quintetto a dir poco "fulmineo", con T.J., Redd, Mason, Thomas ed un qualsiasi lungo, destinato però a soffrire come pochi nell'area colorata, o un qualcosa di più consistente, con Mason o Redd a partire dal "pino", Thomas ala piccola e qualcuno come Smith e Gadzuric titolari come pf e c.
Senza dimenticarsi dell'immortale Kukoc, che potrebbe assurgere al ruolo di "saggio", di leader silenzioso, essendo il giocatore con certamente più esperienza della squadra, soprattutto a livello di playoff, anche se ho paura che quest'ultima caratteristica non tornerà molto utile, almeno per quest'anno.
La ricetta potrebbe comunque funzionare: una squadra allo sbaraglio (o quasi) che fatica per uno o due anni suscitando poche critiche dovute a fattori quali il nuovo coach/idolo locale e la giovane età del gruppo, ma con giocatori che potrebbero anche diventare futuri All Star, portando la squadra di nuovo ad alti livelli, magari molto prima di quanto molti potrebbero aspettarsi"chissà .