Houston? We got Van Gundy

Per il secondo anno consecutivo, gli occhi di tutti i tifosi di Houston saranno per Yao…

Galveston, Texas.
In questo, scenario che sembrerebbe più adatto ad una di quelle strampalate storie alla "King of the Hill", gli Houston Rockets stanno preparando la nuova stagione. Da anni squadra di talento, con una solida organizzazione alle spalle, Houston punta decisa ad un salto di qualità ; rappresentato da un posto nei playoffs.

Negli ultimi anni ci sono andati vicini: 3 anni fa chiusero con un record di 44-38. Ma arrivarono noni. Seguì una stagione anonima, costellata da infortuni. Ed il ritorno sopra il 50%, l'anno scorso con 43-39. Ancora nono posto nella tremenda Western Conference.

Quest'anno lo scenario, prima ancora che la squadra, sembra propizio per i playoffs. La conclusione dell'era Stockton-Malone nello Utah dovrebbe regalare una possibilità  in più.

Diversi i punti di forza per quelli del Texas: la naturale crescita di Yao Ming dopo l'anno da rookie e l'arrivo in panchina di Jeff Van Gundy.

VG è l'uomo scelto per sostituire Rudy Tomjanovich, rocket man, l'allenatore dei due titoli, da sempre legato, come giocatore e coach alla franchigia texana. Strano destino per chi arriva nel Texas con lo stemma del newyorkese. Nel novembre di due anni fa si concludeva l'esperienza di Van Gundy sulla panchina della capitale del mondo.

Cominciata quasi per caso, con l'esonero di Don Nelson. Anni difficili, turbolenti come solo a New York può essere. Una finale, dopo che la dirigenza aveva già  parlato con Phil Jackson, persa contro gli Spurs. Tante sfide contro Miami e il suo mentore Pat Riley.

Ed ora questa nuova avventura: "Non so ancora – ha detto all'inizio del training camp - come potrà  andare. Per adesso ci limitiamo a lavorare e fra qualche mese ne potremo riparlare".

Di certo si imporrà  una prima fase di adattamento ad una realtà  dove la gran cassa mediatica suona di rado. Un ambiente da sempre agli ultimi posti nella classifica delle polemiche.

La franchigia in estate ha fatto qualche movimento. Perso il free agent James Posey, volato alla corte di Jerry West ai Grizzlies, la società  ha scambiato Glen Rice, prendendo dagli Utah Jazz John Amaechi.

Mossa più che altro salariale. Con Rice se ne va il miglior tiratore da tre della squadra, ma anche un giocatore giunto a Houston non nella parte più luminosa della sua carriera.

John Amaechi lo conosciamo: un anno, forse due, da leone ad Orlando. Ed un anonimato sconsolante, appena ottenuto il contrattone, intriso di contrasti con Jerry Sloan. E' facile pronosticare rapporti difficili tra l'aspirante psicologo inglese e l'etica del lavoro del coach con le borse sotto gli occhi. Per sostituire Rice è arrivato da Sacramento Jim Jackson, all'ennesima fermata della sua carriera.

La prima sfida per Van Gundy sarà  cambiare l'attacco dei Rockets. Troppo spesso negli ultimi anni lo schema è stato un uomo con la palla e gli altri quattro sul lato debole a guardare quanto è bravo in 1-1. Steve Francis dovrà  assecondare.

La questione coinvolge direttamente altre squadre ed altri allenatori: un play molto forte, restio a muovere molto la palla, conscio delle sue possibilità  di battere l'uomo. Van Gundy dovrà  cambiare la tendenza che porta Francis e Mobley a monopolizzare il pallone.

L'obbiettivo è chiaro. Sfruttare tutta l'efficacia di Yao, vicino al canestro. Recentemente il giocatore è uscito dal suo silenzio "orientale": "Arrivo al training camp con un anno di esperienza sulle spalle. Conosco meglio questa realtà  e spero di crescere di conseguenza".

Non granchè per i normali canoni Nba. Molto se rapportato al cinesone che effettivamente si aspetta di toccare più palloni, nonostante lo faccia notare con i suoi modi.

Facile aspettarsi che Yao sarà  anche il fulcro della difesa, vero punto di forza delle squadre di VG. Con la sua capacità  di intimidire e cambiare le parabole dei penetratori.

La nuova squadra è stata sperimentata in una pre season ricca di appuntamenti. Ora si avvicina il momento di fare sul serio
"Non vediamo l'ora - ha detto Cuttino Mobley - di vedere come la squadra funzioni in campo. Queste prime partite ci daranno una prima risposta sul nostro valore.".

Il primo obiettivo è quello di sfoltire un roster che al momento ammonta a 19 giocatori. E compiere le prime scelte. Di certo non aiuta l'infortunio occorso a Maurice Taylor: spalla slogata per la talentuosa ala da Michigan.

Dopo un iniziale spavento, il giocatore ha già  saltato un'intera stagione per la rottura del tendine d'achille, gli accertamenti hanno imposto 3 settimane di riposo più la rieducazione. Il giocatore si è detto sollevato: "La notte dell'infortunio non ho dormito. Non sapevo cosa fosse successo e temevo di dover stare fuori per molto".

"Si tratta - ha continuato - della spalla sinistra. Non ne ho troppo bisogno (ridendo ndr). Sarò di nuovo in campo prima del previsto".

In realtà  il giocatore si era impegnato molto durante l'estate per essere in buona forma. Il suo coach ha auspicato che si tenga in buone condizioni.

Come ogni progetto, il cantiere Houston avrà  bisogno di un po' di tempo. Ma per VG, reduci da tante stagioni vissute come film alla Oliver Stone, la prossima avrà  cmq l'effetto di una commedia di Woody Allen.

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