Ricky Williams alle prese con la difesa dei Giants
La strategia dell'allenatore dei Giants, Jim Fassel, per la partita casalinga contro Miami era chiara: limitare le corse del running back dei Dolphins, Ricky Williams, e dare un po' di riposo a Tiki Barber, running back di New York. A fine gara l'allenatore può dichiararsi soddisfatto perché entrambi gli obiettivi sono stati raggiunti.
Williams, considerato da molti il migliore back della NFL, ha guadagnato soltanto 39 yard in 22 tentativi (una media di 1.8 yard per corsa) e Barber ha finalmente lasciato spazio a Delvin Joyce che in precedenza non aveva corso neanche una volta.
Quello che evidentemente Fassel non aveva chiesto ai suoi era di vincere la partita e questo è risultato decisivo per le sorti dell'incontro: Miami ha sconfitto New York 23 a 10 in una partita più equilibrata di quanto non dica il punteggio finale. Proprio le indicazioni data durante la settimana alla squadra da Fassel hanno però contribuito pesantemente alla sconfitta dei Giants.
Per tutti i 60 minuti la difesa di New York si e' concentrata quasi esclusivamente sul back avversario lasciando così liberi in più di un'occasione gli altri giocatori di Miami. "È andato tutto come aveva previsto il nostro coordinatore offensivo. Quasi non ci credevamo", ha dichiarato Williams a fine gara.
I due episodi più eclatanti, entrambi nel secondo quarto, sono stati il reverse che ha permesso a James McKnight di correre indisturbato per 68 yard fino alla end-zone mentre i Giants coprivano solo il lato di Williams e lo screen pass al fullback Rob Konrad che ha permesso ad Olindo Mare di calciare un comodo field goal.
La presenza in campo del migliore back della lega non può essere una giustificazione per la difesa perché nelle occasioni in cui la secondaria ha avuto la possibilità di girare la partita in proprio favore ha commesso errori clamorosi. Basti ricordare i 2 intercetti mancati da Omar Stoutmire e Ralph Brown che avevano il pallone in mano ma lo hanno fatto cadere permettendo ai Dolphins di terminare i 2 drive con 6 punti aggiunti allo score.
"Quando ho visto partire il lancio ed ho capito che veniva giusto verso di me ho subito guardato davanti a me per vedere quanti giocatori c'erano fra me e la end-zone", ha dichiarato Brown. Quello che ha visto (nessun Dolphin) gli deve essere piaciuto così tanto che avrà pensato di avere già segnato perché si è distratto ed ha fatto cadere la palla.
Gli errori difensivi hanno tenuto vivi più volte i drive di Miami ma il colpo di grazia alle speranze di vittoria di New York è arrivato dall'attacco. A parte il tight end Jeremy Shockey (11 ricezioni per 110 yard) e Barber i Giants hanno combinato ben poco, complice anche la scelta di Fassel di far riposare il back proprio nel momento più importante della partita.
Nel primo possesso dell'ultimo quarto, in svantaggio di 6 punti, l'head coach decideva di mandare in campo Joyce nonostante la buona forma dimostrata da Barber. La cosa diventava ancora più incomprensibile quando Fassel chiamava 3 giocate consecutive che vedevano Joyce protagonista (1 ricezione da 5 yard, una corsa da 2 ed un incompleto).
Ancora oggi l'allenatore non ha chiarito i perché di quella esclusione quando gli schemi usati prevedevano un uso intensivo del running back. "Io faccio quello che l'allenatore mi chiede", ha detto Barber, "Comunque non avevo bisogno di una pausa e non avevo chiesto al coach di lasciarmi fuori".
Nel drive successivo della partita Miami faceva trascorrere 7 minuti e segnava il touchdown che fissava il punteggio sul 23 a 10 finale e chiudeva di fatto la partita. I Giants nei loro ultimi drive non segnavano neanche un punto facendosi anche intercettare un passaggio da Patrick Surtain.
Quello preso dal giocatore di Miami era il terzo passaggio di Kerry Collins (31 su 43 per 276 yard) che i Dolphins riuscivano ad intercettare ma la colpa non va esclusivamente al quarterback. Amani Toomer ha avuto un ruolo determinante in 2 dei 3 intercetti ed in occasione dell'ultimo, quello di Surtain, il wide receiver ha consegnato il pallone nelle mani dell'avversario facendoselo sfuggire.
Gli altri wide receiver non hanno fatto molto di più perché Ike Hilliard ha chiuso la partita con 8 ricezioni ma ha perso un pallone che ha portato ad un field goal dei Dolphins mentre Tim Carter ha ricevuto invece soltanto un pallone.
A completare la giornata poco felice di New York si aggiungeva anche l'infortunio del kicker Matt Bryant che è uscito di scena alla fine del primo tempo per un problema al tendine del ginocchio destro. Il giocatore dovrà star fermo per 3 o 4 settimane e per ovviare alla sua assenza i Giants hanno firmato in settimana Brett Conway.
L'altra riserva di Bryant, Mike Hollis non tornerà in campo prima della prossima stagione a causa di un problema alla schiena e la dirigenza non aveva ritenuto necessario firmare un altro giocatore. Contro Miami Fassel ha dovuto quindi chiamare in causa l'unico calciatore nel roster, il punter Jeff Feagles che in 16 anni di carriera non aveva mai tirato un field goal.
Feagles ha purtroppo fallito l'unico calcio tirato quando nel terzo quarto aveva la possibilità di ristabilire la parità con un field goal da 29 yard. Il pallone finiva abbondantemente a lato e il punter non aveva più occasione di rifarsi. "Mi dispiace di averlo sbagliato. Non sono abituato a questo genere di tiri perché la tecnica per un punt e quella per un field goal sono completamente diverse, sono coinvolti muscoli diversi ed anche la posizione da cui si calcia è diversa".
A fine partita Fassel non si è mostrato molto preoccupato. "Sapete cosa ho detto ai miei giocatori? Il nostro obiettivo era di partire con un record di 3-1. Abbiamo vinto 2 delle 4 partite quindi siamo indietro solo di una partita! Non voglio che nessuno si preoccupi perché ricaricheremo il cannone e già dalla prossima torneremo a vincere".
Guardando le passate stagioni è comprensibile la calma dell'allenatore. Nei 3 anni in cui i Giants sono andati ai playoff la franchigia non si è mai comportata benissimo all'inizio del campionato (la partenza migliore è del 2000 con un record di 3-2). Un'altra statistica che tranquillizza i tifosi è il record delle squadre di Fassel nel mese di dicembre: 19 vinte e solo 5 perse.
C'è anche qualcuno che però non sottovaluta la situazione. Secondo Barber "siamo una buona squadra, con molti giocatori di talento ma abbiamo un problema di esecuzione degli schemi. Se dura ancora per qualche settimana saremo nei guai perché rischieremmo seriamente di diventare uno di quei team che giocano una stagione anonima e chiudono con 8 vinte e 8 perse. Comunque non penso sia il nostro caso perché la squadra ha carattere".
Per fortuna dei Giants la situazione nella divisione è ancora aperta e la squadra favorita insieme ai Giants, Philadelphia, solo ora sembra essersi ripresa dopo una bruttissima partenza. In testa alla classifica ci sono i Dallas Cowboys, autentica rivelazione di questa prima parte di campionato, con un vantaggio di una partita su Eagles e Giants.
Questa settimana New York farà visita ai New England e non sarà certo una partita facile. I Patriots hanno iniziato il campionato con una netta sconfitta contro Buffalo ma nonostante una lunga serie di infortuni sono riusciti a vincere 3 dei 4 incontri successivi. Per domenica New England ha molti giocatori in dubbio e fra questi spiccano il cornerback Ty Law ed il quarterback Tom Brady.
I Patriots fanno del gioco aereo una delle loro forze e la secondaria di New York è sempre stata in difficoltà contro squadre che lanciano molto. Indipendentemente dallo stato di forma di Brady, i giocatori di Fassel dovranno fare molta attenzione ad evitare gli errori mentali in marcatura che nelle precedenti partite hanno fatto sembrare i quarterback avversari tutti degli Hall Of Famer.
Anche l'attacco di New York avrà parecchi grattacapi perché la difesa dei Patriots è in grado di giocare sia con 3 che con 4 linebacker quindi durante tutta la settimana lo staff tecnico ha fatto "ripassare" ai giocatori gli assegnamenti e gli schemi per affrontare entrambi gli schieramenti. "Il loro allenatore è veramente un genio. Una serie la difesa si comporta in un certo modo e poi in quella successiva cambia completamente", ha dichiarato Brown dopo una delle innumerevoli sessioni davanti al video.
Anche in attacco la squadra di Bill Belichick è altrettanto imprevedibile: "Bisogna essere preparati a tutto e non è un modo di dire", ha dichiarato il defensive end Kenny Holmes, "Non ci si può preparare per una sola cosa quindi bisogna inserire nel playbook più schemi possibili. Questo va ovviamente a loro vantaggio perché il tempo per provare queste cose sul campo è veramente poco". Specialmente in una settimana passata a provare soprattutto schemi contro reverse e passaggi screen"