Spesso si è sentito parlare di Kenyon Martin questa estate…
Padroni della Eastern Conference, due finali in due anni, vice-campioni del mondo, Jason Kidd messo sotto contratto per altri sei anni, movimenti di mercato più che soddisfacenti e grosse probabilità di spostare il campo da gioco a New York.
Che il cielo del New Jersey si sia definitivamente rasserenato? Purtroppo no, perché piccole nuvole nere, anche se di passaggio, sono sempre in agguato a far temere la pioggia.
La prima minaccia di temporale, arrivata durante l'estate sotto il nome di Kenyon Martin, si è quasi definitivamente trasformata in un nulla di fatto.
Martin ha trascorso tutto il mese di agosto (torneo pre-olimpico compreso) a giocare a braccio di ferro con la società per l'estensione del contratto in scadenza il prossimo anno.
Ha tentato di iscriversi a quella corsa all'oro alla quale hanno partecipato (vincendo) Kidd, Mourning e Harris, chiedendo 87 milioni di dollari per sei anni. Si è beccato un due di picche da Rod Thorn che ha replicato con una proposta da "soli" 65 milioni.
K-Mart si è offeso, pretendeva il massimo salariale ed è arrivato addirittura a minacciare di saltare il training camp.
Thorn, con molta flemma e diplomazia si è limitato a sottolineare che le richieste di Grand Kenyon erano un poco esagerate e che comunque ci sarebbe stato tempo e modo per riconsiderarle.
Nella diatriba subentra anche Jason Kidd, che coccola Martin e lo invita a concentrarsi di più sul basket e non preoccuparsi del business. Alla fine la resa e, taciturno e rassegnato, K-Mart si limita a questa dichiarazione: "Ok, basta chiacchere, sono qui per giocare, sul campo darò il 110%, poi si vedrà ""
Ed ecco il tocco di classe del presidente dei Nets che, dovendo preoccuparsi anche di un reparto lunghi decisamente affollato e della quadratura dei conti, decide di tagliare Dickembe Mutombo.
A dire la verità è stata una decisione voluta da entrambi e presa senza discussioni e polemiche. Mutombo si porta a casa ufficiosamente circa 27 milioni di dollari di buonuscita ed ha la possibilità di cercarsi una squadra che, magari anche senza ambizioni di anello, gli possa garantire un minutaggio adeguato, e i Nets si disfano di un contratto pesantissimo (37 milioni in due anni!) risparmiando per le prossime stagioni 10 milioni più altri 10 che avrebbero dovuto versare causa luxury tax.
Cosi facendo, Thorn, fornisce a Byron Scott la possibilità di ruotare meglio gli altri tre centri della squadra e libera spazio salariale da poter eventualmente utilizzare per negoziare le richieste dell'avidissimo Kenyon Martin.
C'è solo una piccola nota stonata in questa operazione: Mutombo si è accasato ai Knicks (che già ospitano l'altro ex Keith Van Horn) e con la sua presenza a centro area i quattro "derby" che i Nets dovranno disputare saranno sicuramente più combattuti e difficili che nel recente passato.
Ora che bilancio e spogliatoio sono stati rattoppati lasciamo che sia il campo a parlare e proclamare i primi verdetti.
La Pre-Season
Anche se i Nets hanno un record di 3-0, avendo già sconfitto, nell'ordine, Phoenix, New York e Phila, è ancora presto per stappare lo champagne e, in ogni caso, gli incontri che precedono la regular-season forniscono pochi elementi di giudizio, e servono più che altro a valutare gli aspetti atletici e le novità .
Il primo commento relativo alle gare di pre-season riguarda, per assurdo, qualcuno che non c'era. Jason Kidd non ha ancora ufficialmente messo piede sul parquet e probabilmente non lo farà per altri dieci giorni buoni.
Kidd non è infortunato e nemmeno è stato messo in castigo ma semplicemente tenuto a riposo da un Byron Scott molto prudente.
Coach Scott ritiene poco importanti queste prime gare e preferisce che il suo campione continui la preparazione in tutta tranquillità per arrivare sano e in forma al 29 di ottobre.
Le dichiarazioni di Mourning sembrano proprio confermare la scelta di Scott: "I nostri allenamenti sono molto intensi, quasi come una partita vera. E' inutile che Jason spenda altre energie per questi incontri di pre-season".."
Se da un lato Kidd accetta questo "turnover" senza polemiche, da un altro solleva polveroni in merito alla cessione della franchigia. Uno dei tre probabili gruppi di acquirenti, quello capeggiato da Charles Wang, potrebbe spostare la sede dei Nets in quel di Long Island ma Kidd di cambiare aria proprio non ne vuole sapere.
Sostiene di non avere niente contro Long Island e i suoi residenti e di apprezzarne in particolar modo i campi da golf ma, con una dichiarazione secca e piuttosto infantile, ha ribadito che lui ha firmato per i Nets, quelli del New Jersey.
Se avesse voluto traslocare sarebbe andato a San Antonio.
Affermazioni strane e di difficile interpretazione, soprattutto perché non fa parte del personaggio alzare la voce per questioni extra-cestistiche, a meno che quelle frasi siano state pronunciate sotto dettatura della capricciosa moglie Joumana. In quel caso l'interpretazione cambierebbe completamente"""".
La sua assenza ha però dato modo a Byron Scott di mandare in campo dal primo minuto Zoran Planicic, una delle due vere novità dei Nets 2003 – 2004.
Stendendo un velo pietoso sulla pratica Chris Childs, si può finalmente dire che New Jersey ha trovato un buon back-up per Kidd.
Il ventunenne rookie croato, che non ha avuto grandi occasioni per mettersi in mostra durante gli Europei di Svezia, complice anche un piccolo infortunio, ha felicemente sorpreso gli addetti ai lavori.
Aldilà dei 14 punti in 26 minuti del suo esordio contro Phoenix, il dato statistico che più ha colpito sono le sole sei palle perse in tre incontri finora disputati.
Planicic, per nulla spaventato dall'impatto con il mondo NBA, ha dimostrato di saper gestire la cabina di regia, senza rallentare troppo il gioco, trovando un giusto equilibrio tra iniziative personali e coinvolgimento dei compagni.
Sicuramente non è veloce quanto Kidd nel condurre la transizione ma i suoi due metri di altezza e le sue lunghe braccia gli consentono buone statistiche a rimbalzo e nei recuperi, che costituiscono l'elemento fondamentale per sviluppare il contropiede tanto caro ai Nets.
Di Alonzo Mourning, l'altro grande innesto dell'estate, ci limitiamo a dire che il vero successo consiste nel vederlo ancora calcare un parquet. In queste prime uscite il Guerriero è sempre partito dalla panchina, giocando una media di circa 20 minuti, giusto il tempo di rompere il fiato, fare la voce grossa sotto i tabelloni e riprendere confidenza con il canestro.
Nonostante i 13 punti contro NY e gli 11 rimbalzi contro Phila costituiscano un più che discreto riferimento statistico, è ancora presto per esprimere giudizi. Se le sue qualità tecniche e la sua grinta non sono mai state messe in discussione, resta ancora da valutare l'integrità fisica e la possibilità che 'Zo torni ad essere un uomo da 20 e 10 a partita.
Lasciamo che sfrutti tutto il mese di ottobre per completare il suo ritorno e poi si potranno fare valutazioni pressoché definitive.
Di sicuro la presenza di Mourning porta dei cambiamenti nel sistema di gioco dei Nets degli ultimi due anni. Un centro esperto, dotato tecnicamente e fisicamente può fornire una validissima alternativa alla tanto utilizzata "Princeton Offence" e contro le difese a zona.
Poter giocare la palla in post basso quando non riescono i back-door della Princeton o quando Kidd non è in vena creativa è un'arma in più che solo Mourning può dare con continuità .
Considerando che il Guerriero non è approdato nel New Jersey per fare la comparsa, e che sarà necessario fornirgli una garanzia di almeno dieci tiri a sera, si corre il rischio di ridurre il numero di palloni giocabili per Martin con conseguente nascita di uno scomodo dualismo interno.
I tifosi e soprattutto Coach Scott, confidano in Kidd e in quella sua incredibile capacità di accontentare tutti i compagni. Let's see"