Una strana espressione di Walker, che passa dal freddo del Massachusetts al caldo del Texas!
Mancano pochi giorni all’inizio della stagione regolare, ma il mercato NBA è tutt’altro che fermo: è di poche ore fa la clamorosa notizia della cessione da parte dei Boston Celtics di Antoine Walker e Tony Delk ai Dallas Mavericks in cambio di Raef LaFrentz, Chris Mills, Jiri Welsch e la prima scelta dei Mavs nel Draft del 2004.
Una vera e propria bomba, sia per il peso dei giocatori e delle squadre coinvolte, sia perché solitamente in questo periodo le squadre stanno ultimando la preparazione in vista della partenza del campionato e le trattative di mercato riguardano principalmente la composizione dei roster con la conferma o il taglio di giocatori di secondo piano, destinati comunque a non incidere quasi per nulla sui destini delle varie franchigie.
Dopo oltre 10 mila punti segnati e quasi 5 mila rimbalzi catturati in 7 stagioni, si conclude il matrimonio tra Antoine Walker e i Boston Celtics, un matrimonio sempre in bilico tra amore ed odio, che ha raggiunto l’apice durante la stagione 2001-02 quando i Celtcis tornarono alla Finali di Conference dopo 14 anni grazie alla coppia Walker-Pierce, ma che a distanza di una sola stagione ha visto sprofondare ai minimi storici l’affetto del pubblico di Boston per “The Genius”, autore di una stagione altalenante culminata con una prova davvero imbarazzante nella serie di playoff contro i Nets e Kenyon Martin, serie in cui Walker ha addirittura avuto un duro alterco con un tifoso dei Celtics mentre era seduto in panchina.
L’aria si era fatta dunque pesante per il ragazzo di Chicago, in estate la nuova mente operativa dei biancoverdi Danny Ainge escluse la possibilità di estendere il contratto del numero 8 in scadenza nel 2005, le voci di una sua cessione si facevano sempre più forti (sembrava ad un passo la cessione prima a Toronto e poi a New York), ma alla fine Walker era ancora in maglia Celtics, e nonostante la stagione si preannunciasse davvero difficile per lui, la sua permanenza in Massachussetts non era più in discussione nelle ultime settimane.
Invece alla fine Ainge lo ha scaricato, e da oggi “The Genius” fa parte del passato di Boston; per lui inizia una nuova avventura in Texas, in una squadra che punterà al titolo cercando di segnare sempre un canestro in più dell’avversario, potendo contare su una potenza offensiva che non ha eguali nella storia recente dell’NBA, anche se poi ci sarà da difendere, ma questo è un problema che evidentemente a Dallas considerano di poco conto…..
“Non capita ogni giorno di poter acquistare un All Star di 27 anni. Inserire Walker nel nostro contesto di gioco non sarà certo un problema, fortunatamente abbiamo uno dei coach più versatili della Lega” ha detto Donnie Nelson, figlio di coach Don e Presidente dei Mavs.
Da non sottovalutare l’arrivo di Delk, giocatore di ottima qualità in grado di coprire con buoni risultati entrambi i ruoli nel backcourt, e di ridare profondità e pericolosità ad una panchina che si era indebolita con la cessione di Van Exel.
Se in Texas si punterà sull’attacco, sul tiro da fuori, sulla spettacolarità , a Boston l’arrivo di LaFrentz porterà solidità sotto canestro, intimidazione, rimbalzi, ma anche una notevole pericolosità da oltre l’arco (l’ex Denver in carriera tira col 37% da fuori, contro il 33% di Walker).
Raef è in grado di coprire egregiamente sia il ruolo di centro che quello di power forward, ed in un panorama di lunghi scadente come quello dell’Eastern Conference, non ci sarà da stupirsi se produrrà una stagione da doppia doppia.
Coach O’Brien ed il suo assistente Dick Harter, il mago della difesa, con l’ex Duke sotto a coprire i tabelloni, potranno creare una squadra arcigna nella propria metacampo,lasciando nelle mani di Paul Pierce i destini offensivi del team; non vedremo più una squadra quasi inarrestabile offensivamente come succedeva quando Walker era in serata nel tiro da fuori, così come non vedremo più i 3/20 al tiro da fuori e conseguente ventello subito: i nuovi Boston Celtics saranno sì meno fantasiosi e imprevedibili, ma saranno anche più continui e solidi.
Con LaFrentz arrivano il ceco Jiri Welsch e il veterano Chris Mills, e se il primo rappresenta ancora un progetto, il secondo è giunto a casa di Paul Pierce più che altro per “merito” del contratto in scadenza nel 2004 che farà risparmiare 6 milioni di dollari alla franchigia.
Se pesiamo sulla bilancia il talento, Dallas ha nettamente avuto la meglio nello scambio, ed anche a livello economico la squadra di Nelson può ritenersi vittoriosa, perché ha sì ceduto un contratto in scadenza fra un anno (quello di Mills che potrebbe diventare molto ricercato sino a febbraio….) ed uno di lieve entità come quello di Welsch (chiamerà 2.5 milioni di dollari sino al 2005) per trovarsi in caso i 28 milioni di dollari che chiamerà Walker sino al 2005 ed i 9 sino al 2006 di Delk, ma ha ceduto un contratto pesantissimo come quello di LaFrentz che scadrà nel lontano 2009 per un totale di 60 milioni di verdoni! E siccome per Cuban i soldi non sono un problema, se ‘Toine lo meriterà , avrà la sua bella estensione tra 2 estati.
Estensione che probabilmente Ainge non avrebbe offerto al numero 8 alle cifre da lui richieste, e che hanno convinto Boston a cederlo ora per non rischiare di ritrovarsi con un pungo di mosche in mano nel 2005: perché è vero che Walker non difende, è vero che non cattura i rimbalzi che ci si attende da una power forward, è vero che passa buona parte del suo tempo a tirare da 8 metri (lo scorso anno da fuori ha effettuato 130 tiri in più di Houston e 180 più di Stojakovic, tanto per citare due grandi tiratori da 3 punti) al posto di lottare sotto i tabelloni, è vero che contro K-Mart ed i Nets è stato letteralmente dominato, è vero che le sue scelte offensive lasciano alquanto a desiderare, però i suoi 20 punti a gara mancheranno dannatamente in un attacco asfittico come quello dei Celtics, e se contro New Jersey è andato a picco non va dimenticato che se Boston ha potuto affrontare Kidd e compagni un “piccolo” grazie gli va riconosciuto per la grande serie contro Indiana (19.5 punti, 7.7 rimbalzi, 4.5 assist col 45.9% dal campo ed il 43% da 3), per non parlare dei playoff del 2002 e delle 2 convocazioni consecutive all’All Star Game (ok, siamo ad Est, ma non è mica da tutti andarci!).
Forse il matrimonio era giunto davvero al termine la scorsa primavera, ma chissà se fra qualche mese “The Genius” non verrà rimpianto anche da chi oggi festeggia la sua cessione, a meno che Dick Harter non trasformerà questi Celtics in una riedizione dei Knicks dei primi anni ’90, con la speranza per il popolo biancoverde, che quel giocatore asciutto e tirato a lucido visto in preseason con indossa la canotta 42, non sia tornato quello dei tempi di Milwaukee…