Pre-report sui Boston Celtics

I Celtics confidano molto sulle capacità  di Marcus Banks

Il 28 ottobre inizierà  una nuova stagione per i Boston Celtics, la seconda con il nuovo management capitanato da Wyc Grousbeck e Steph Pagliuca, ma tenendo conto che i due hanno pienamente preso le redini della franchigia solo da dicembre scorso, quindi a stagione già  iniziata, e che il nuovo general manager, Danny Ainge, ex giocatore NBA dei Celtics, è stato assunto solo a stagione già  finita, questa che viene può essere considerata la prima stagione della nuova proprietà .

In genere quando avviene un avvicendamento al potere, in tutti i campi, politico, economico, sportivo, religioso, ci sono sempre dei cambiamenti, più o meno marcati.

Per quanto riguarda le differenze tra la vecchia e la nuova dirigenza a capo della franchigia bostoniana, tutto sommato non sono così evidenti. Entrambi vengono dal mondo imprenditoriale, ma mentre Paul Gaston voleva gestire la franchigia in modo parsimonioso, senza gli eccessi famosi dalle parti della California del sud, i nuovi dirigenti, tralasciando le scontatissime dichiarazioni di facciata, non hanno ancora "buttato la maschera".

Visto che non sappiamo esattamente quanto vogliono e possono spendere, cominciamo a dire cosa non sono: Grousbeck e Pagliuca non hanno una cassa a fondo perduto come può averlo Paul Allen di Portland o Mark Cuban di Dallas, ma forse questo è un bene, visto che l'obiettivo principale delle franchigie dei due signori citati, il tanto agognato titolo NBA, non è ancora stato raggiunto nonostante le considerevoli quantità  di dollari investiti.

Piuttosto il proprietario ideale nell'NBA attuale dev'essere attento, intelligente, circondato da persone capaci di fare il proprio lavoro, spendere quando serve e non timoroso di superare il temuto salary cap quando ne vale la pena.

Il nuovo GM dei Celtics ha già  messo sul tavolo le linee guida principali; non è un cambiamento radicale, ma finalmente dopo un bel po' d'anni si vede una strategia chiara.

Ovviamente per analizzarla bisogna partire da un dato di fatto, ed è il solito e conosciuto cruccio dei tifosi biancoverdi: il contratto di Vin Baker. Il giocatore ha ancora 3 anni di contratto a cifre molto alte, da stella NBA quale non è e forse non sarà  più. Questo contratto ed i due a cifre simili di Paul Pierce, pienamente meritato, e di Antoine Walker, un po' meno meritato, di fatto blocca le mosse della dirigenza, lasciando agli altri giocatori solo le briciole.

Stante così la situazione, il titolo NBA, fine ultimo per una franchigia, non sarà  mai raggiunto, quindi il ragionamento dei dirigenti è: perché superare il salary cap per trovare giocatori più o meno utili e spendere anche la luxury tax se non ci sono molte speranze di vincere il titolo NBA? Ragionamento plausibile, quindi rimandiamo il discorso di superare il tetto salariale quando ci saranno possibilità  di vincerlo.

Visto che il titolo NBA non è attualmente fattibile, e nessuno vuole neanche sentire parlare di prendersi il contratto di Baker, tanto vale lavorare per il futuro, quindi per almeno due anni, tempo necessario affinché il contratto di Baker sia appetibile, od anche tre anni, se si preferisce far scadere il contratto.

Ainge ha allungato contratti poco onerosi e tutto sommato brevi (2-3 anni) a giocatori di comprovata efficacia, anche se non stelle (Jumaine Jones e Walter McCarty) e ha cercato di scegliere giocatori futuribili al draft (Marcus Banks come play e Kendrick Perkins come centro).

Il clima che si respira nell'aria è di attesa. Attesa di valutare i giocatori in roster per osservare le loro qualità  e decidere chi è meritevole e chi no fra un paio d'anni. Purtroppo da questa e dalla prossima stagione non è lecito aspettarsi grandi cose, tutto quello che viene di buono è bene accetto.

Adesso una piccola carrellata sul roster ufficiale con le previsioni sulla stagione dei giocatori suddivisi per ruolo:

PLAYMAKER
Ainge ha orchestrato uno scambio tecnicamente complicato con Memphis per prendere Marcus Banks, dell'università  di Nevada-Las Vegas pensando che fosse il play del futuro dei Celtics. Ci sono buone probabilità  che questo possa accadere, ma lo vedremo solo nel corso della stagione; nel frattempo coach O'Brien sta seriamente pensando di far partire in quintetto Mike James. Una nota negativa sono le palle perse di Banks: si sapeva e quindi non meraviglia più di tanto, ma sarebbe stata meglio una smentita.

GUARDIA TIRATRICE
La tentazione dello staff dei Celtics è stata quella di mettere la stella della squadra Paul Pierce come ala piccola, ma visto l'affollamento nel ruolo, l'idea è stata immediatamente scartata. A coprirgli le spalle c'è Tony Delk, finalmente nel suo ruolo naturale di guardia, ma quando ci sarà  da mettere un tiro pesante nei finali tirati è probabile che i due giochino insieme. Qualche minuto lo può fare anche Kedrick Brown in caso di bisogno.

ALA PICCOLA
É il ruolo più affollato del roster, ma anche dove ci sono alcuni giocatori interessanti. Iniziamo da Kedrick Brown, prima scelta di Boston di due anni fa, il quale era sempre sul punto di esplodere, ma mancava sempre qualcosa. Questo è l'ultimo anno a sua disposizione per far vedere quello che sa fare, dopo il contratto scadrà  e sarà  facoltà  dei Celtics decidere se puntare ancora su di lui oppure no. In alternativa c'è la sicurezza di Eric Williams, grande cuore e buoni movimenti sotto canestro, l'atletismo di Walter McCarty, idolo del tifosi per il suo impegno ed il suo ottimo tiro da tre punti, la promessa Jumaine Jones, arrivato da uno scambio con Cleveland e che può dare una valida mano e sporadicamente il muscolare Brandon Hunter, ala grande in un corpo di ala piccola.

ALA GRANDE
In questo ruolo c'è solo un protagonista, Antoine Walker, croce e delizia dei Celtics. Ti può fare una prestazione super oppure errori grossolani continuati. Deve decidere cosa fare: una-due cose fatte bene, non tante fatte male. Contestato negli scorsi play-off, ha un altro anno di contratto più un successivo a sua discrezione, ma non credo che rifiuti 14,625 milioni di dollari, quindi per altri due anni sarà  ai Celtics, a meno di scambi. Nei rari casi in cui Walker si sieda in panca, possono entrare al suo posto McCarty, Hunter e Baker.

CENTRO
È il ruolo più problematico da molti anni a questa parte, e Boston non fa eccezione. Finora Tony Battie ha svolto in modo sufficientemente diligente il suo compito. Alle sue spalle sta crescendo Marc Blount, ma più di un discreto panchinaro non potrà  mai essere. Nel draft è arrivato Kendrick Perkins che si dice gran bene, ma essendo molto giovane dovrà  lavorare molto, mentre c'è molta curiosità  attorno a Vin Baker, il quale sembra tornato migliorato dopo la cura per il suo alcolismo.

Una cosa è certa: fatta eccezione per Pierce in guardia e Walker in ala grande, non c'è certezza sul resto del quintetto. Si possono però fare delle ipotesi, anche alla luce delle prime impressioni nel training camp e nelle amichevoli.

In ala piccola sembra che si stia finalmente svegliando Kedrick Brown, in centro Tony Battie deve temere sia la concorrenza di Blount, che di un rinato Baker, ma è probabile che sia sempre Battie a partire nello starting five. Incerto invece lo spot di play: Banks non dovrebbe avere problemi in futuro, ma adesso non è ancora pronto, quindi non è improbabile vedere James in quintetto nelle prime partite.

Interessante sarà  verificare se le voci che danno Walker partente si concretizzeranno. Il giocatore vorrebbe rimanere, è l'anima della squadra assieme a Eric Williams, ma se non offre le adeguate garanzie Ainge sarà  giocoforza obbligato a cederlo, sempre che si trovi una squadra interessata e che la contropartita sia adeguata. In caso contrario sarebbe opportuno non cederlo.

Concludiamo con una dichiarazione di Paul Pierce, che sostanzialmente approva la condotta di Ainge: "se non sei una squadra in grado di lottare per il titolo e non riesci a raggiungere le finali, devi guardarti intorno e capire dov'è il problema. Quando perdi 4 a 0 (contro i Nets, n.d.r.) ed esci al secondo turno, bisogna cambiare quello che è stato fatto. Per esempio siamo una delle peggiori squadre in attacco. Così, con i dirigenti, con il nuovo stile di gioco, quest'estate sono stati fatti i necessari cambiamenti che hanno veramente reso la squadra migliore".

Migliore certamente, ma ha bisogno di un paio d'anni per crescere, proprio il tempo necessario affinché il contratto di Baker sia appetibile. La stagione che sta per iniziare sarà  difficile, ma finalmente i Celtics offrono chiarezza sulla strada che vogliono intraprendere.

Play.it nella mia persona seguirà  anche quest'anno costantemente i Boston Celtics con i report settimanali, pieni di commenti, dichiarazioni, retroscena; con la mid-season report, per capire dove sono arrivati i Celtics; coi report ogni fine serie di play-off, sperando che sia un obiettivo non troppo difficile da raggiungere; col report finale dove commenteremo la stagione dei ragazzi in biancoverde.

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