Zach Randolph, pietra miliare del futuro di Portland
Ripercorrere la storia recente è uso comune e a volte scontato ma quello che andiamo a fare è alquanto insolito quanto triste probabilmente. Quei bravi ragazzi" e ve ne spieghiamo il perché con un breve excursus, non piacevole ma necessario se si vuole dimostrare la cattiva fama che i giocatori di Portland godono fuori e dentro il parquet.
Il fatto che la compagine non goda di stima fuori dal Rose Garden non facilita di certo le cose, ormai slogans come Portland Jail Blazers trovano le proprie radici fin dai primi tempi folli di Isaiah Rider e Gary Trent e nonostante il roster sia cambiato molto da allora, non è cambiata affatto la reputazione della squadra.
Partiamo dai guai giudizari e non del '96, quando Isaiah Rider viene fermato mentre fuma marijuana. Solo un anno dopo si scatena la bufera sull'Oregon con Gary Trent che picchia la fidanzata e il carneade Marcus Brown fornisce alcool a ragazze minorenni.
Dontonio Wingfield litiga con coach PJ Carlesimo durante un allenamento e Jermaine O'Neal insulta alcuni agenti di polizia in un centro commerciale ma il vero protagonista in negativo è Rider. Sputa addosso a un dipendente di un'agenzia e gli rompe il telefonino, si rifiuta di giocare una partita contro Denver, viene fermato per possesso di marijuana e di telefonini dalla provenienza sospetta e come se non bastasse a Detroit sputa addosso a un tifoso.
L'anno successivo è sempre Rider sul proscenio, lasciando a partita in corsa il Rose Garden contro i Lakers, attaccando successivamente a male parole tifosi, giornalisti e dirigenti. Gary Trent lo supera e aggredisce un conoscente a calci e pugni e un altro in un'occasione differente con una stecca di biliardo.
Nel '99 Bonzi Wells spintona una guardia giurata a Phoenix e Rider da' il meglio di se' colpendo con una ginocchiata alla testa Jon Barry, salvo poi essere fermato dalla polizia per guida ad alta velocità senza patente e assicurazione.
L'anno dopo, complice l'addio di Rider sono “solo” due i fatti degni di nota con Bonzi di nuovo protagonista urtando un arbitro e Pippen che colpisce John Salley durante una gara di playoff. Arriva il biennio della follia, nel 2001 Strickland e Trent vengono fermati per guida in stato di ebbrezza, il secondo con l'aggravente di guida pericolosa e il mancato rispetto di un semaforo rosso.
Dale Davis colpisce con una gomitata alla gola Robert Horry nei playoff ma è Rasheed Wallace a scatenarsi. Non si contano i falli tecnici per continue proteste verso gli arbitri e in un'occasione viene espluso contro Minnesota. Due i fatti più gravi, quando tira un asciugamano ad un arbitro e viene trattenuto mentre si avventa sugli altri e nell'occasione in cui tira un altro asciugamano in faccia al centro Arvydas Sabonis.
L'anno seguente Shawn Kemp cade nel vortice della cocaina e non ne rispetta i termini di recupero mentre Dale Davis e Scottie Pippen hanno diverbi con dei giocatori di Dallas; questo litiga con Van Exel, quello sferra un pugno a Bradley. Wells dapprima sputa addosso a Danny Ferry, successivamente ha un alterco che costò parecchie squalifiche con Chris Mills.
In una gara contro i Lakers, Pippen getta una fascetta tergisudore contro un arbitro e poi lancia in aria un vassoio di plastica mentre la Polizia trova della marijuana nella casa di Stoudamire. L'episodio più eclatante riguarda però l'ala Ruben Patterson che viene arrestato per maltrattamenti alla moglie, la quale non procede per vie legali.
Quest'anno si registrano numerosi interventi delle forze dell'ordine per possesso di marijuana, guida in stato di ubriachezza, violenza domestica e via dicendo tanto che il quotidiano locale The Oregonian ha una sezione che si chiama “Blazers & Law” e tiene una vera e propria rubrica aggiornata di questo genere.
Rasheed Wallace in Gennaio viene squalificato per 7 partite a causa dell'aggressione all'arbitro Tim Donaghy. Tim aveva affibbiato un opinabilissimo tecnico al giocatore ad inizio del terzo quarto, successivamente i due si incontrarono nel parcheggio all'esterno e Wallace a stare zitto proprio non ce la faceva, sottolineava come la sua serata fosse stato alquanto storta e quel fallo tecnico fosse talmente assurdo che non gli sarebbe valso nemmeno una multa.
Donaghy è conosciuto nell'ambiente per essere uno che spesso e volentieri danneggia Portland, Wells è una delle sue vittime preferite e sembra che invece di salire in auto ed andarsene abbia provocato "Sheed" che è partito col linguaggio da ghetto sottolineando che non valeva neanche la pena mettergli le mani addosso. Brevin Knight era presente ed ha avallato la versione di Wallace ma la lega ha creduto a quella dell'arbitro.
Mentre nello scorso Aprile la vicenda giudiziaria di Wallace per possesso di marijuana si risolse con un patteggiamento e il pagamento di una multa di 650$, la matricola Qyntel Woods veniva fermato dalla Polizia per eccesso di velocità e durante il controllo, scoprendo tra le altre cose che il giocatore era sprovvisto di patente e assicurazione, gli agenti hanno trovato della marijuana nella macchina. In questi ultimi giorni Woods è stato nuovamente beccato dalla polizia mentre guidava con la licenza di guida sospesa; la patente gli era stata sospesa il 28 luglio, quando il giocatore non si presentò ad un colloquio con la Corte.
Sheed dovrà seguire un seminario antidroga, avrebbe dovuto stare fuori dai guai per almeno 6 mesi (ma perché non per sempre, ci chiediamo noi?) per poter evitare il processo per droga così come avevano fatto Damon Stoudamire e l'autista della propria vettura, Ed Smith, indagati il 22 Novembre per lo stesso problema. Qualche giorno dopo il fattaccio, Qyntel si è ritrovato nel bel mezzo di un contenzioso tra Ruben Patterson e Zach Randolph, che idealmente lo difendeva; Randolph è stato sospeso per due partite con la perdita di 25.000$ del suo dispendio e ha pagato una multa da 100.000$.
Aggiorniamo il diario con le malefatte dei Blazers; una nuova tegola sulla telenovela Sheed, pochi giorni fa il giocatore è stato beccato dalla polizia, fermato alla guida con patente sospesa e senza assicurazione. Bonzi Wells ha invece deciso di festeggiare il suo 27esimo compleanno cambiando atteggiamento in campo. “Le cose accadute in questi 5 anni sono pazzesche. Non posso credere di aver sputato in faccia a Danny Ferry. A volte ci ripenso ed è stata la cosa più stupida che io abbia fatto in tutta la mia vita. Ho pagato la pressione, ma ora sono da 6 anni nella Lega, certe cose non posso più permettermele” le sue parole.
Trascurando i buoni propositi, possiamo dire che Wells può vantare una discreta stagione alle spalle anche se forse inferiore a quella precedente, nella quale ha fatto vedere tutto il repertorio offensivo di cui dispone.
Buon tiratore, devastante penetratore, ottimo in contropiede e minaccia continua per le guardie avversarie dal post basso soprattutto quando Wallace si piazza dietro la linea dei tre punti sul lato debole. Portland punta ancora forte su di lui, sarà senz'altro la guardia titolare, i dubbi piuttosto si pongono accanto a lui, non è chiaro infatti chi completerà il reparto piccoli.
Derek Anderson avrà un ruolo determinante, probabilmente dalla panchina o in ala piccola versitale e atipica, posizione che ha ricoperto a lungo quando è stato impiegato nel quintetto alto accanto a Scottie Pippen e Bonzi Wells.
L'ex Kentucky troverà minuti se gli acciacchi vari gli daranno definitivamente tregua, altrimenti lascierebbe un buco che coach Cheeks difficilmente riuscirebbe a colmare. Colui che potrebbe essere indicato come sostituto è Qyntel Woods, giocatore al secondo anno, dall'alto potenziale, dotato di grande atletismo e talento ma ancora immaturo.
Portland durante l'off-season non è riuscita a muoversi in tale direzione ma un primo cambiamento, anche se di diversa natura c'è stato nei piani alti dell'organizzazione, quando il 7 Maggio Trader Bob Whitsitt dopo 9 anni ha dato le dimissioni dall'incarico di General Manager, sostituito da Steve Patterson che oltre ai consoni compiti di gestione della squadra, dovrà occuparsi anche di marketing, amministrazione e controllo. Patterson arriva ai Blazers dopo essere stato vice presidente degli Houston Texans, squadra di football che milita nella NFL.
Durante la off-season Portland ha subito una grave perdita. Il contratto pesantissimo di Scottie Pippen era in scadenza. Le opzioni del giocatore erano tre, quella più probabile lo avrebbe visto intraprendere la strada verso Los Angeles e un titolo quasi in tasca, un'altra possibiltà era quella di rimanere ai Blazers ma Scottie ha scelto la via del cuore, tornando ai Bulls per chiudere la carriera là dove è iniziata, firmando un bienalle dopo il quale concluderà verosimilmente col basket.
I problemi dei Blazers con la sua dipartita sono essenzialmente due, fuori e dentro il rettangolo di gioco. Lo spogliatoio di Portland è una polveriera a rischio di esplodere in ogni momento, l'unico in grado di farsi ascoltare e mettere tutti d'accordo era Da Pip, la sua presenza cambiava totalmente il volto della squadra ed ecco perchè i Blazers avrebbero fatto carte false pur di riconfermarlo.
Chi invece è stato lasciato andare senza troppi rimpianti, destinazione Seattle, è il play Antonio Daniels, buono a sprazzi ma non in grado di dimostrarsi guida efficace per una squadra così problematica.
Ora la situazione potrebbe farsi disperata perché mancherà la guida spirituale e i Blazers dispongono sì di Jeff McInnis e Damon Stoudamire nel ruolo ma non è chiaro chi dei due potrà fornire un rendimento costante per tutta la stagione. Jeff McInnis dopo le buone prove ai Clippers ha deluso tantissimo anche se ha l'attenuante del poco spazio avuto a disposizione.
Portland proverà a rilanciare le quotazioni di Stoudamire che è la classica combo guard con fisico da play e propensione al gioco soprattutto offensivo, da guardia. Il giocatore guadagnerà nella prossima stagione oltre 14 milioni di $, lo scorso anno è uscito completamente dalla rotazione salvo trovare più spazio nella seconda parte di stagione e poi essere gettato sul parquet nel primo turno di playoff contro i Mavs.
Complice l'infortunio che ha appiedato Pippen, Damon ha giocato bene, ha a lungo battagliato con successo contro il pariruolo avversario, Steve Nash, ma Portland sta inutilmente cercando di cederlo da almeno due anni. Per ora nessuno si è fatto avanti, aspettando il prossimo anno quando potrebbe diventare un giocatore appetibile perché nel 2005 sarà agente libero in grado di liberare nel cap quasi 16 milioni ma rimane fino a quella data un separato in casa.
Non poteva non mancare il consono aggiornamento sulle vigende disciplinari del giocatore poichè il legali del play hanno contestato all'autorità le modalità dell'arresto del giocatore per possesso di droga in un aeroporto. Sembra infatti che nessuno abbia letto i diritti al giocatore, prima di porgli delle domande e soprattutto che la polizia non avesse avuto l'autorizzazione di aprire il pacchetto in cui c'era la marijuana.
I Blazers hanno deciso di reintegrare il giocatore e di non fargli pagare la multa di 250.000$ che tanto ha fatto arrabbiare l'associazione giocatori. “Vogliamo guardare avanti e scordarci il passato.” il commento del neo GM Steve Patterson.
Continuando a parlare invece della squadra è doveroso ricordare come l'ala Ruben Patterson sia stata a lungo sul piede di partenza ma nessuno ha gradito caricarsi del suo contratto. Il ruolo da sesto uomo gli calza a pennello, il punto di domanda più grosso è se riuscirà ad incanalare positivamente la sua incredibile, straripante aggressività o se la sprecherà malamente. Rimane lo specialista difensivo della squadra sugli esterni e le ali piccole, però la cattiva fama fuori dal campo cala su di lui molte ombre.
Ruben si è regolarmente presentato al training camp dei Blazers ma non ha smesso di chiedere alla dirigenza di esser ceduto. “Conoscono la mia posizione. Non voglio avere Zach attorno. Nessuno vuole avere un compagno che ti colpisce senza motivo e mentre tu non lo stai guardando” il suo commento.
Lo spot di ala grande sarà sempre ricoperto da Rasheed Wallace che dal punto di vista del rendimento è in ogni caso determinante, alternando però partite in cui domina da All Star, a sere in cui rovina tutto con prestazioni deprecabili. Wallace è dotato di tecnica sopraffina, fisico a dir poco esplosivo e può giostrare per qualche minuto anche nel ruolo di ala piccola, grazie all'affidabile tiro dall'arco che si è costruito col tempo.
Il suo problema rimane da sempre l'incostanza di rendimento e ad ogni sbalzo corrisponde il medesimo atteggiamento del resto della squadra, tuttavia il giocatore è in scadenza di contratto e se Sheed non avrà un atteggiamento esemplare fuori e dentro il campo, la sua riconferma pare non garantita. La sua perdita sarebbe grave, gli scenari non sono chiari, anche per questo durante l'estate si è parlato di una sua cessione, in particolare ai Nets in cambio di Kenyon Martin.
Zach Randolph ha mostrato un ottimo rendimento durante la regular season, in modo particolare nel periodo di squalifica di Wallace, quando è partito titolare. Durante il primo turno di playoff, in sostituzione di Dale Davis ha fatto vedere grandi cose e non è escluso un suo maggiore utilizzo, caldeggiando addirittura l'opportunità di vederlo partire titolare nello spot di centro.
Tuttavia Randolph gradirebbe essere utilizzato in ala grande, posizione che gli è più congeniale, nella quale può dimostrare l'ottimo utilizzo del fisico in post e un più che discreto gioco di gambe.
L'ingresso in quintetto di Randolph in gara 4 contro Dallas ha cambiato la serie, nelle tre partite successive ha avuto 20 punti e 10 rimbalzi di media, è facile intuire come il futuro sia dalla sua parte e i Blazers puntino forte su di lui. Il giocatore in estate è stato ritenuto colpevole di possesso illegale di alcool, in quanto minorenne. L'ex Michigan State era infatti 20enne al tempo dell'arresto ed è stato punito con una multa di 135 dollari e 60 giorni di probation.
Il ruolo di centro titolare dovrebbe essere ricoperto dal veterano Dale Davis ma il condizionale è d'obbligo nel caso Cheeks sia convinto che Randolph possa dare un contributo costante partendo da pivot. In ogni caso Davis produrrà la solita solida stagione, portando il classico mattone alla causa, qualora i problemi alla schiena lo lasciassero in pace.
Il ritorno di Arvydas Sabonis aveva destato molte perplessità , convenendeno che il logorio fisico del giocatore era ormai in fase avviata ma il lituano nei minuti impiegati contro i Mavs nei playoff ha avuto un ottimo rendimento e la sua mancanza si farà sentire. Il centro ha infatti deciso di non tornare per disputare la prossima stagione ma non è ancora chiaro se lascierà definitivamente il basket giocato o disputerà un'ultima annata in Europa.
Chris Dudley ha invece deciso di ritirarsi dopo 16 stagioni NBA. “E' un professionista consumato, che ha sempre fatto dell'etica lavorativa il suo forte. La NBA ha bisogno di più ragazzi come Chris” le parole di coach Mo Cheeks. In carriera ha chiuso con 3.473 punti, 5.457 rimbalzi ma soprattutto lascia un ottimo ricordo, di giocatore tosto in difesa con ottime doti al rimbalzo.
Completano il roster il lungo Ruben Boumtje-Boumtje e i giocatori arrivati dal Draft come l'ala Travis Outlaw, proveniente dalla Starkville HS. Il giocatore aveva detto che sarebbe passato al professionismo solamente se fosse stato scelto in lotteria, viceversa sarebbe andato a Michigan State ma come sappiamo queste dichiarazioni lasciano il tempo che trovano.
Al secondo giro è stato scelto Nenad Sinanovic, pivot bosniaco dello Zenica Celik ma difficilmente sarà impiegato in questa stagione, quindi rimarrà parcheggiato in Europa.
Per il training camp sono stati invitati i veterani Robert Pack e Tracy Murray, rispettivamente playmaker e ala piccola, l'ala ex Jazz Scott Padgett che potrebbe fare comodo come tiratore sugli scarichi, le guardie Jerald Honeycutt e Norm Richardson, ex Bull. Per quanto riguarda il reparto lunghi sono stati chiamati il senegalese Mamadou N'Diaye e Jason Jennings, scelta dello scorso Draft.
Puntando ancora una volta l'attenzione sul futuro possiamo dire che ciò che è veramente mancato finora nell'Oregon è stata una stagione eclatante, la squadra non manca un appuntamento alla post season da tempo immemore, però nelle ultime tre stagioni è stata puntualmente battuta al primo turno. I rossoneri hanno dimostrato nell'ultima occasione di avere cuore, di saper giocare di squadra quando conta per davvero.
Lo spogliatoio non è certo dei più omogenei e armoniosi, Maurice Cheeks spesso deve occuparsi più degli ego spropositati dei suoi uomini che del loro rendimento, tuttavia la squadra del futuro dovrebbe partire dall'asse Bonzi Wells-Zach Randolph ma solo l'evolversi di questa decisiva stagione fornirà maggiori delucidazioni.