Un fisico da uomo normale, un carattere da gigante: signori ecco a voi Allen Iverson
Allen Iverson VS Stephon Marboury
Statistiche Regular Season 2002-03
Allen Iverson : 27,6 punti, 4,2 rimbalzi, 5,5 assist
Stephon Marboury : 22,3 punti, 3,2 rimbalzi, 8,1 assist
Duello di caratterini piccanti, entrambi numeri 3 di maglia, entrambi grandissimi giocatori da perimetro ma con ruoli diversi: Marbury è un play puro, con spiccate potenzialità offensive; più che di regista puro Allen Iverson invece nasce come playmaker, ma dopo un paio di stagioni nell'NBA il suo ex coach Larry Brown lo sposta nel ruolo di guardia, mettendogli accanto un playmaker come Eric Snow con spiccate doti difensive.
Iverson di fatto ha continuato in questi anni ad essere il vero regista dei Sixers, a Snow sono invece toccati spesso il lavoro sporco, come la difesa sul miglior esterno della squadra avversaria, il portare palla soprattutto nei momenti di pressing dell'altra squadra, l'idea di Larry Brown ha portato grandi risultati come una finale nel 2001, ma è costata anche tanti sacrifici sul mercato di giocatori potenzialmente fortissimi, ma difficilmente compatibili con le caratteristiche di gioco di 'The Answer', come Jerry Stackhouse, Larry Hughes e Tim Thomas.
Va riconosciuto però che Iverson, nel sistema di gioco che Brown ha dato a Philadelpia, ha reso al massimo delle sue potenzialità , perchè un giocatore di 1,78 scarsi, che trascina di forza una delle squadre più povere di talento della lega addirittura in finale, non è roba che vedi tutti i giorni: tecnicamente Allen I potrebbe essere individuato solo come un mangiapalloni, come potrebbe sembrare da una lettura superficiale delle sue statistiche, ma la realtà dura e cruda è che quando ha cercato di responsabilizzare maggiormente i compagni, Philadelphia è puntualmente naufragata in sconfitte inopinate.
Allen è uno dei pochi giocatori da trance agonistica, di quelli che può tranquillamente firmare quarti decisivi da venti punti, tiratore da tre non eccezionale, ma sicuramente affidabile, ma la sua specialità è l'entrata in area bruciando il suo difensore sul primo passo, senza paura di affrontare gente di 40 centimetri più alta di lui: insomma una super star vera e propria, il giocatore franchigia, che probabilmente se avesse avuto una vita extracestistica più normale sarebbe ancora di più apprezzato, ma la vera dote che rende Iverson irripetibile è il suo grande immenso cuore.
Il cuore appunto potrebbe essere il grande difetto invece di Stephon Marbury, che a differenza di Iverson ha già cambiato tre squadre: arriva nell'NBA nel '96 a Minnesota con il preciso indirizzo di essere l'uomo che dovrà innescare l'immenso potenziale dell'allora diciannovenne Kevin Garnett, ma c'è un solo problema ovvero che Marbury si sente molto ma molto superiore a Garnett…
Come va a finire è facile da prevedere, ossia che Stephon va sul mercato, lui da New Yorkese purosangue vuole andare ai Knicks, i Knicks lo vogliono fortemente, ma l'accordo con Minnesota tarda ad arrivare, cosicche Stephon alla viglilia della TradeLine del 99 finisce nella squadra sbagliata di New York, ossia i Nets, dove mette insieme numeri molto importanti, ma si rende anche protagonista di scontri verbali con tutto il resto del roster: note le sue critiche al limite della maleducazione contro Van Horn, ma anche con Martin al suo primo anno non ci va sul sottile…
Il rapporto si chiude con i Nets dopo due anni e mezzo, con i Nets in fondo alle classifiche NBA, nonostante l'arrivo della primissima scelta del 2000 Kenyon Martin, e la fama di rompiscatole di Marbury che sale alle stelle, nell'estate del 2001 arriva uno scambio alla paro con Jason Kidd reduce da un'annata particolare ai Suns più per motivi strettamente familiari che per motivi di rendimento in campo.
Il suo primo anno a Phoenix è da suicidio perchè i Suns continuano ad sonnecchiare ad ovest, ma i Nets soto la spinta di Jason Kidd volano come mai hanno fatto nella loro storia, arriveranno addirittura in finale, ovviamente i paragoni tra i due si sprecano, arriviamo alla vigilia della scorsa stagione quando Marbury, fa promesse già difficili da ascoltare, parlando di sacrifici per la squadra, il volersi integrare con i compagni (a Phoenix durante il suo primo hanno ha condotto per tutta la stagione una campagna personale contro Penny Hardaway) e difesa più aggressiva, in molti si trattengono dal ridere, ma invece è la stagione della svolta Marbury mantiene le promesse, e i Suns con l'arrivo del fenomeno Stoudamire volano, un finale di stagione travolgente dove conquistano l'ottavo posto ai playoff disponibile, ma sopratutto una serie contro i futuri campioni NBA, persa con molti, troppi rimorsi.
Infatti i Suns vincono gara 1 a San Antonio e in gara 2 dilaniano nell'ultimo tempo un vantaggio di oltre venti punti, ovviamnte se avessero portato la serie a Phoenix sul 2-0 a loro favore la storia poteva finire diversamente.
Tecnicamente Marbury, è un giocatore sopraffino, tiratore micidiale, bravissimo in penetrazione, incontenibile nell'uno contro uno, ha un tiro dalla media distanza letale, insomma se li guardiamo solo dal lato tecnico sicuramente superiore ad Iverson, ma poi come detto ci sono il cuore e la testa ed ecco che la situazione si ribalta del tutto.
The Winner is…
Giudicare Marbury, non è facilissimo, ovviamente il Marbury dell'ultima stagione è un signor giocatore, pur sempre inferiore ad Iverson, ma un grande, però l'immenso carattere di un uomo dal fisico di una persona normale, fa diventare Allen Iverson un vero e proprio fenomeno.