Ruth Riley e Swin Cash esultano: il titolo WNBA è loro!
L'unica squadra nello sport professionistico americano a passare da essere la peggior squadra della lega a vincere il titolo. Stiamo ovviamente parlando delle Detroit Shock che hanno spodestato le bi-campionesse delle Sparks in tre soffertissime gare.
Gli striscioni dei tifosi del Palace of Auburn Hills recitavano: "SHOCK THE WORLD" e Detroit è veramente riuscita a shoccare il mondo con questa vittoria.
Dopo essere state spazzate via dal campo in California durante gara 1, Detroit ha saputo rientrare mentalmente nella serie, senza complessi, e dopo la concitata vittoria in gara 2 è riuscita a portare a casa anche gara 3.
La vittoria in gara 3 è stata caratterizzata anche dal pubblico del Palace. E' stato il record di affluenza per una partita WNBA; si è toccato quota 22.017 paganti, cifra incredibile anche per una partita dei Pistons.
E' stata una serie estenuante dal punto di vista più psicologico che fisico in quanto ambedue le squadre soffrivano diverse pressioni, le sparks in quanto campionesse, e le Shock per l'inesperienza a giocare partite a questi livelli.
Dando spazio prima alle sconfitte possiamo notare che alla lunga la strategia di coach Cooper di far giocare le titolari spremendole per 35/40 minuti a partita presenta delle pecche, infatti le componenti del quintetto hanno avuto un rendimento ondivago, che non ha dato la solita sicurezza al team losangeleno; esempio lampante è stato Nikki Teasley, che nonostante gli indubbi lampi di talento non è riuscita ad essere incisiva come nella scorsa finale, perché sembrava un po' "pesante", soprattutto nei momenti decisivi.
L'ultima a non mollare, nonostante tutto, è stata Lisa Leslie, che però è stata contenuta in maniera enciclopedica da Ruth Riley in gara 3. Nonostante ciò Leslie ha confermato sempre più la sua posizione predominante in questa lega.
Lisa o non Lisa le Sparks interrompono così la loro dinastia, ma torneranno il prossimo anno ancora convinte di poter arrivare sino in fondo e quando hai un quintetto come Dixon, Teasley, Mabika Milton e Leslie è doveroso non porsi limiti.
Dall'altra parte lo champagne si spreca, la felicità è delirante e il sogno di molte ragazze è diventato realtà : mettersi l'anello di campione al dito, sogno che ha coltivato Ruth Riley per tanto tempo.
Ruth non si è solo tolta la soddisfazione di vincere il campionato, ma è anche stata nominata MVP delle finali soprattutto grazie ai 29 punti di gara 3 e le prestazioni difensive sulla più immarcabile giocatrice attuale ovvero Lisa Leslie.
Ruth Riley è uscita da Notre Dame come il suo allenatore Laimbeer e ha regalato a Bill stesso e ai suoi tifosi una stagione assolutamente irripetibile.
Un'altra storia venuta alla ribalta dopo la vittoria è sicuramente quella di Cheryl Ford.
La figlia di Karl Malone è riuscita a fare in un anno in quello che purtroppo a suo padre non è ancora riuscito in 17 anni di carriera, ovvero vincere un titolo.
La storia di Cheryl e dei difficli rapporti con Malone, il quale non l'ha riconosciuta come figlia fino a quando non aveva 17 anni, ha avuto una svolta assoluta in questa occasione, infatti la prima persona che Cheryl si è premurata di abbracciare dopo la sirena è stato proprio suo padre, al quale assomiglia in un modo sconvolgente (sia come aspetto che come durezza in campo).
Ovviamente la mano più grande l'hanno data la stella ex connecticut Swin Cash e Deanna Nolan. Swin Cash si è caricata sulle spalle la leadership della squadra sin dall'inizio e l' ha condotta per tutta la stagione sapientemente e contornando questa leadership con un talento da elite WNBA.
Deanna Nolan, anch'ella All Star, è stata quella che ha risolto le partite importanti con la sua freddezza e le sue chirurgiche esecuzioni. Nolan ha risolto gara 2 con una serie di 4 liberi che ha portato le shock da -3 a +1 nei secondi finali ed ha realizzato 7 punti negli ultimi due minuti di gara 3 per regalare partita e serie alle sue compagne.
La serie si era fatta difficoltosa per le Shock, che sono state completamente annientate in una gara uno che sembrava dare una seria ipoteca alla vittoria finale in favore delle Sparks.
L.A. è stata sempre in vantaggio, ha chiuso il primo tempo a + 21, è stata sempre in controllo con attacchi molto equilibrati che trovavano sempre delle grosse falle in una zona delle Shock che non era proprio arcigna; grandissime quantità di buoni tiri che portavano a canestri facili e ad una buona copertura in transizione difensiva.
La supremazia della squadra di Cooper va oltre il risultato di 75-63 col quale si è chiusa la partita. Per L.A. abbiamo la solita Leslie con 23 pts e 12 rimbalzi coadiuvata dai 15 di Dixon e i 19 di Milton; dall'altra parte gagliarda prova di Ford con 11 e 12 rimbalzi, e solita prova di cuore di Nolan e Cash che hanno combinato per 31 punti, ma ciò non è bastato.
Gara 2 è completamente diversa. Le Shock sembrano essere in possesso del ritmo e del gioco, infatti vanno subito via toccando il +19, poi pian piano le sparks rientrano e nel finale vanno avanti di 4 punti e danno l'impressione di poter archiviare la pratica, ma qui avviene un altro swing e con Nolan e Ford le Shock riescono a portare a casa gara due col risultato di 62-61, forzando una gara 3 che non era mai stata affrontata prima dalle Sparks in una serie finale; già un piccolo record per la squadra del Michigan, ma non sarà il solo"
Gara 3, come si può pensare è una gara di nervi e cuore più che una partita basta su tattica ed esecuzioni. Da questa lotta psicologica si erge Ruth Riley che segna da ogni parte del campo e costringe Leslie ad una pessima prova offensiva, insomma tutti al Palace invocano Riley, ma è ancora Nolan che con la tripla del sorpasso a 50" dalla fine e con la sua freddezza ai liberi ha regalato il titolo a Detroit completando così quella serie di record che era stata cominciata in gara 2.
Nel Palace risuonano le note di "We are the champions" dopo l'83-78 finale. Coach Laimbeer è felicissimo e si porta via il pallone, ma in fondo ne ha ben donde, essendo stato lui che ha inculcato la voglia di giocare, di aiutarsi e di difendere alle Shock, e lui, essendo un ex Piston era proprio la persona giusta x farlo.
Le Shock nei playoff sono state ribattezzate le "bad girls" per lo stile di gioco fisico e massiccio che hanno presentato, e chi poteva farle diventare "bad" se non un ex bad boy come Laimbeer?
Le luci della WNBA si spengono per lasciare spazio al graduale ritorno della NBA che terrà compagnia agli appassionati per tutto il periodo invernale e primaverile.
L'anno prossimo si tornerà in campo con nuove gerarchie e nuove convinzioni, soprattutto da parte delle giocatrici della Eastern Conference, ora che sapranno che la Western Conference non è più un taboo come lo è stato per questi 5 anni.
Quindi si può dire che Detroit abbia fatto il suo bene vincendo questo campionato, ma anche il bene di tutto l'Eastern conference rendendola più competitiva e convinta dei propri mezzi.
Detroit 16-9-2003: "One Shining Moment"!