Sarunas Jasikevicious ha dato spettacolo, dimostrando di non essere inferiore a un Parker…
L'unico "uomo" NBA che hanno sta seduto in panchina. Da undici anni. In giacca e cravatta. Figlio d'arte, da Marciulonis in poi il nome di Donn Nelson è indissolubilmente legato a quello della squadra campione d'Europa: Lituania.
L'unico per ora, perché il talento del paese baltico è tale che prima o poi qualcuno sfonda. Forse non sarà Darius Songaila, ala forte, già scelto dai Celtics, l'anno prossimo a Sacramento. Un europeo ad alti e bassi per un atleta eccellente con buone doti difensive e mani morbide.
Forse non sarà Sarunas Jasikevicious, che di talento ne ha da vincere l'MVP del torneo davanti a Gasol e Nowitzky, tutto offensivo però. Gestione del pick and roll da NBA, tiro da fuori da Nba, tempi del passaggio da NBA, visione da NBA. Doti difensive" da rivedere. Dubito che lasci i dollari del Maccabi per i dollari (meno) dell'NBA, ma credo che Jasikevicious appartenga come giocatore alla lega stelle e strisce.
Magari sarà Robert Javtokas, 7-0 piedi che l'europeo manco l'ha fatto, ma è da poco tornato a giocare, per la gioia degli Spurs, a due anni da un pauroso incidente stradale.
Lituania così forte da tenere a bada le "furie rosse" di Pau Gasol. Gasol eccezionale, miglior marcatore dell'europeo e migliore nella percentuale dal campo, ma atteggiamento altezzoso e spesso aria di sufficienza, come dire accendo quando voglio e vinco" quasi sempre!
Accanto a lui Navarro. Si è spesso mosso da guardia più che da play, mostrando però le migliori cose con la palla in mano. Ottime accelerazioni, penetrazioni nel cuore della difesa e arcobaleno. Non sono sicuro possa fare il play titolare nella NBA, ma un back up di "rottura", dalla panchina, quello si.
Bronzi, come quelli di Riace, "anima e core", talento poco, e quel poco concentrato in un paio di elementi. Giacomo Galanda ad esempio, molto positivo in difesa contro Dirk e Pau, ma anche mano morbida e doti offensive da far faticare Boris Diaw" il treno NBA forse non arriverà mai, ma tentare di saltarci sopra in corsa non sarebbe male.
Massimo Bulleri, lo ripeto, non potrebbe portare una squadra al titolo, nè essere titolare, ma un role player assolutamente si. Da segnalare anche Denis Marconato.
Legno, e stavolta è proprio il caso di dirlo ha vinto Rocheliaux. I quattro moschettieri ripongono le armi mestamente. Aramis Parker, fioretto" per dirla all'americana ha giocato "in a selfish way", o se preferite un più nostrano "ghe pensi mi".
Brutte forzature in momenti topici degli incontri che contavano, per un play che comunque rimane molto sopra la media.
Portos Moiso, forza bruta. Ha mostrato ottime doti da stoppatore, qualche movimento in attacco, non il giocatore però che a livello NBA fa fare il salto di qualità , tanto meno a Toronto.
Athos Tariq Abdul Wahad, rallentato da un infortunio patito contro la Russia, non è stato decisivo per i suoi colori e ha appena dichiarato che lascerà la nazionale a seguito della delusione europea"
D'Artagnan Diaw. Il migliore dei quattro, futuro moschettiere dalla difesa che strangola (Kirilenko l'ha sperimentata). Due difetti: tiro da fuori e penetra quasi sempre andando a destra. Con l'atletismo che ha e difendendo in quel modo però un posto al sole lo ha.
La Russia, poco considerata in sede di pronostico, ha fatto tutto sommato bene, ed ha il futuro dalla sua. La triade: Kirilenko, Monia e Khryapa.
Kiri a tratti straripante è stata la solita macchina da basket, e sottolineo solo la sua capacità di rubar palla, magari giocando avanti nella zona fronte pari. Gli altri due sono due cloni.
Khryapa è un atleta formidabile, che sa fare di tutto, dal rimbalzo provenendo dal lato debole al tiro da tre. Nell'europeo a tratti ha entusiasmato, a tratti meno, evidenziando il suo peggior difetto, la discontinuità .
Monia è simile a Khryapa, anche se un po' lento. Ottimo difensore, ha tiro da fuori e gioco spalle a canestro (un po' meccanico). Neo le scelte, non sempre all'altezza del suo atletismo. Giocatori che vedremo in america, un gradino sotto Kiri, proprio come nella rassegna recentemente conclusa.
Vera delusa della rassegna la Serbia. Ormai o porta le stars o perde. In giudicabile Peja, per l'infortunio, il legittimo leader doveva essere Jaric. Marko, anch'egli fermato da problemi fisici, non ha entusiasmato, più che altro per mancanza di leadership, che si è tradotta sul terreno di gioco in scelte errate.
Appena meglio Drobnjak, il quale ha confermato che la sua miglior caratteristica è anche il suo peggior difetto, ovvero un centro che si trova più a suo agio a 6 metri dal canestro e che predilige l'allontanamento che le battaglie sotto canestro.
Poi Milos Vujanic, che forse ha fatto bene ad aspettare ad andare a New York. Play puro ha dovuto giocare guardia di fianco a Jaric e sembrava spaesato. Non a caso le cose migliori le ha mostrate quando Jaric era in panchina"rimandato"Promosso e a pie ni voti Kosta Perovic.
Sono bastati pochi secondi per capire che il futuro splende. 2.18 che corre veramente bene, che ha un controllo del corpo fuori dal comune e due mani morbide come una carezza. Inoltre aiuta bene in difesa"manca qualche chilo e l'abitudine a giocare ad alto livello.
Forse è lui quello che sfonda" anche se non è lituano, ma va bene lo stesso.