Pacers: via Isiah Thomas

L'ormai ex allenatore degli Indiana Pacers, medita sul suo prossimo futuro

Isiah Thomas alla fine è stato solevato dall'incarico di head coach degli Indina Pacers dopo che per tutta l'estate, anzi da fine maggio in poi si erano susseguite voci di smentite e di conferma, alla velocità  della luce.

Come noto alla fine di maggio il licenziamento di Rick Carlisle da Detroit ha provocato una vera e propria rezione a catena nelle panchine NBA, già  poche ore dopo il siluramento dell'ex coach dei Pistons si scatenarono voci su un possibile licenziamento di Thomas, ma non era il momento giusto per prendere decisioni affrettate, visti i molti contratti importanti in scadenza.

I Pacers intanto operano un cambio nel loro staff dirigenziale di non poca importanza, ossia Larry Bird viene nominato “president of basketball operations”, in pratica General Manager sostituendo di fatto Donnie Walsh relegato ad un ruolo minore, Waslh era colui che aveva scelto Isaih Thomas per allenare i Pacers dopo l'addio alla panchina dello stesso Larry Bird nell'estate del 2000.

Larry Bird però possiamo dire che ha giocato sporco con Isiah Thomas, infatti il rinnovo del contratto di Jermaine O'Neal era in cima a tutte le priorità  di Indiana, e come noto Jermaine O'Neal aveva messo come condizione indispensabile per il rinnovo la presenza di Isaih Thomas in panchina, Jermaine O'Neal è stato firmato con un settennale al massimo possibile uno di quei contratti che ti tappano la bocca, il resto è storia recente, quello che tutta l'NBA sapeva è avvenuto il giorno 27 agosto, l'impatto della notizia è stato notevole ma in fin dei conti la faccenda era nell'aria da quasi tre mesi, come evidenziato anche da Play.it Usa in una news del giorno 31 maggio scorso. Lo stesso ONeal nelle ore seguenti il licenziamento di Thomas si è detto molto amareggiato e arrabiato, al punto di poter rimettere in discussione il suo futuro ad Indiana, ma secondo molti sono dichiarazioni di facciata.

Ma torniamo per un attimo ad Isiah Thomas, il suo rapporto durato tre intere stagioni con Indiana è stato controverso e molto difficile sin dall'inizio, perchè Thomas ereditò la squadra da Bird, dopo aver giocato una finale NBA, i suoi metodi sono appariti sin da subito un po fuori dagli schemi, la ricerca di una mentalità  difensiva a tutti i costi con un roster che a detta di molti tra cui chi scrive è da almeno un lustro quello più ricco di talento della Eastern Conference, la stagione 2000-01 è nettamente incolore, un ottavo posto a fine stagione regolare, e poi una veloce eliminazione al primo turno contro la squadra del destino, ossia i Sixers di Allen Iverson che poi approdarono in finale, la nota positiva di quell'anno però fu senz'altro l'esplosione di Jermaine O'Neal arrivato l'estate precedente da Portland in cambio di Dale Davis, Jermaine a Portland portava il secchio in panchina come si dice in termine calcistico, quattro anni, pochi minuti e un ruolo ormai eterno di promessa mai mantenuta, Thomas credeva fermamente in lui che nonostante qualche errore di inesperienza esplose.

Nel 2001-02 le cose non miglioramo, i Pacers strappano i playoff l'ultima sera di stagione regolare, si ritrovano ad affrontare come l'anno prima la squadra del destino che quest'anno sono i rinnovati Nets di Jason Kidd, nei playoff però esce il carattere vero dei Pacers, ottimo gioco e Nets portati alla quinta gara, che non basta, perchè due autentici miracoli di Reggie Miller portano la gara prima al supplementare e poi al secondo overtime, alla fine i Nets la spuntano ma fu vera battagia, quell'anno fece notizia l'arrivo di Tinsley pescato a fine primo giro che nei suoi primi due mesi di NBA fece gridare al miracolo con una tripla doppia da urlo e una serata addiritura con 23 assist, ma è anche l'anno dell'esplosione di Al Harrington mentre l'altro talento in erba Jonathan Bender continua a deludere, a metà  stagione i Pacers cedono Jalen Rose e Travis Bast ai Bulls in cambio di Ron Artest, Ron Mercer e Brad Miller, scambio che visto dopo quasi due anni fu un autentico colpo.

Arriviamo così alla vigilia della scorsa stagione, i Pacers sono visti senza dubbio come la candidata alla finale per l'est, l'inizio e di quelli incoraggiante tante vittorie, un vero gioco offensivo associato ad un'anima difensiva vera che a volte fa la differenza, il simbolo dei Pacers di quei mesi era Ron Artest visto da molti come un guerriero vero, senza dubbio il miglior difensore suglie esterni dell'NBA intera, che però viaggia anche abbondantemente sopra i dieci punti di media, non il solito specialista stile Bruce Bowen che in attacco viene sistematicamente battezzato.

La pacchia dura fino a gennaio inoltrato, Thomas addirittura siederà  sulla panchina dell squadra dell'Est all'All Star Game, ma intanto il giocattolo esplode, Artest si rende protagonista di una scenata incredibile contro un attore cosumato come Pat Riley, va fuori di testa, seguiranno due mesi di tecnici ed espulsioni, il resto dei giocatori passa il tempo solo a litigare, Mercer è odiato da tutti, Tinsley viene messo in discussione una volta al minuto, Harrington si fa male, Bender non esplode, alla fine finiscono al terzo posto ad est, ma al primo turno di playoff contro i Boston Celtics in una sfida in cui il cuore contava molto vista la rivalità  storica tra le due franchigie, i Pacers sprofondano da soli contro praticamente il solo Paul Pierce visto che i Celtics erano abbondantemente in crisi di gioco da almeno due mesi, con un Antoine Walker irriconoscibile, ma i Pacers ormai sono schiavi dei loro conflitti, e per Boston nonostante tutto vincere non è più difficile di tanto, il simbolo negativo della serie è ancora una volta Ron Artest, l'immagine che tutti ricordano è Paul Pierce che gli palleggia davanti per dieci seconti, parlandogli in faccia, e poi gli segna sulla testa una bomba da tre, un colpo durissimo da sopportare per tutto l'ambiente.

Ma mentre molti si attendono decisioni immediate per affrontare al meglio la situazione dei rinnovi salariali, i proprietari i fratelli Simon lavorano in silenzio, soprattutto p'er mtogliere alla franchigia la fama di Bad Boys che si sono conquistati i Pacers di Thomas, che ai proprietari non piace per nulla, ecco allora che ricorrono ad una di quelle figure che nell'NBA nessuno ha il coraggio di mettere in discussione ossia Larry Bird. A quel punto è chiaro che la carriera di Thomas come head coach ad Indiana era virtualmente finita, Bird decidere di firmare O'Neal al massimo salariale, riconferma anche il giocatore franchigia Reggie Miller senza far si che nessuno metta in dubbio la cosae cede Miller ai Kings.

Ovviamente per la successione il nome più gettonato, ormai virtuale (la sua firma è sicura, è solo questione di giorni) è quello di Rick Carlisle che dal giorno del suo licenziamento da Detroit si è preso il lusso di rifiutare apertamente due offerte di panchina come Washington e Milwuakee, non ha nemmeno volutgo parlare con i Clippers prima che prendessero Dunleavy, ha avuto contatti con Philadelphia e Cleveland senza però andare sul concreto, e nell'ultimo periodo veniva dato quasi sicuramente come Head Coach dei nuovi Charlotte BobCats, la verità  probabilmente è che Rick Carlisle da cinque minuti dopo il suo licenziamento che sa di essere il nuovo allenatore dei Pacers, perchè che Thomas fosse licenziato era solo questione di tempo, e la soluzione più naturale era lui che conosce a memoria ambiente e giocatori, e che era stato vice di fiducia del suo attuale GM nel triennio in cui aveva allenato Reggie Miller e soci.

Ovviamente questa mossa cambia le carte in tavola a tutta la Eastern Conference perchè la stampa di tutto il mondo è tre anni che scrive che il roster dei Pacers è quello di gran lunga più talentuoso di tutto l'est, solo che Thomas è un allenatore incapace a gestirlo, adesso arriva l'allenatore che nell'ultimo bienno è stato nettamente il miglior coach della lega in rapporto al talento allenato, questo significa che per Nets e Pistons non sarà  più una passeggiata verso la finale di conference, ma avranno un'avversaria potenzialemte anche superiore a loro.

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