Jason Kidd, 7 assist di media a partita
Più del doppio dei punti segnati, 38 assist su 42 canestri dal campo, un parziale di 20-0 all'inizio del secondo quarto: solo alcuni dei numeri eloquenti che spiegano il risultato dell'ultima partita di Team USA nel girone B del torneo pre-olimpico, concluso com'era prevedibile al primo posto con 4 vittorie e nessuna sconfitta.
113-55 il punteggio finale a favore di Kidd e compagni, che hanno letteralmente passeggiato sulle vittime sacrificali di giornata, le Isole Vergini.
Non c'era, per scelta personale, l'MVP delle due ultime stagioni NBA e centro titolare della squadra Tim Duncan, originario proprio delle Isole Vergini, che aveva chiesto al coaching staff di essere esonerato dal giocare questa partita molto speciale per lui.
“E' stata una decisione personale, ho parlato con l'allenatore delle Isole Vergini e con molti miei amici nella squadra e sono giunto alla conclusione che quella di non giocare fosse la migliore decisione da prendere.“
Ovviamente Team USA non ha risentito dell'assenza del caraibico, visti gli uomini a disposizione di coach Brown, che ha schierato dal primo minuto al posto del centro degli Spurs Elton Brand, dando però molto spazio al finora poco utilizzato Nick Collison.
Buona la prova del neo-Sonic, che ha chiuso la serata con 13 punti e 5 rimbalzi, con percentuali eccellenti.
A dire il vero tutta la squadra ha avuto percentuali altissime dal campo, il 65% abbondante, e al festival del canestro si sono segnalati ben 7 uomini in doppia cifra, ispirati dal solito genio di Jason Kidd, 10 assist per lui a fine partita.
Miglior realizzatore della serata è stato stavolta Allen Iverson, pienamente a suo agio nel clima All-Star Game creatosi, il quale ha esibito tutto il suo repertorio di conclusioni chiudendo con 17 punti, 5 rimbalzi e 4 assist, senza perdere nemmeno un pallone…
Ottimi anche Carter, sempre più sesto uomo di lusso, e Kenyon Martin, 14 punti e 7 dominanti rimbalzi.
Soddisfatto pienamente del percorso netto della sua squadra in questa prima fase del torneo Larry Brown: “Penso che la partita più difficile per noi sia stata quella con il Brasile, sia perché è stato il nostro esordio, sia per via della qualità dei loro giocatori. Inoltre la squadra è molto ben allenata, e il talento non gli manca di certo.“
Ora il torneo per Team USA prosegue con una giornata di riposo, la prima, e poi con la seconda fase, in cui incontrerà le altre 4 squadre non ancora fronteggiate.
Grande rispetto da parte dell'ambiente nei confronti dell'Argentina di Manu Ginobili ma anche dei padroni di casa di Porto Rico, e poi attenzione, mai sottovalutare i miracoli dello strepitoso Steve Nash…