Tracy McGrady,ancora miglior realizzatore per i suoi
Continua il torneo pre-olimpico FIBA a San Juan, Porto Rico, e per la selezione USA il terzo ostacolo si chiamava Venezuela, anche se vista la forma degli uomini di coach Brown parlare di ostacolo appare eccessivo.
Ed infatti anche ieri sera Team USA ha macinato gioco schiantando gli avversari, stavolta fin dal primo minuto.
Con il risultato di 26-11 a fine primo quarto, e con la partita virtualmente chiusa, la squadra statunitense ha dato vita al solito show, fatto di contropiede e transizioni, mostrando un gioco a campo aperto difficilmente ripetibile da altra selezione nazionale.
Miglior realizzatore per Team USA è stato ancora una volta Tracy McGrady, autore di 16 punti con 5 assist e 2 stoppate, mentre Tim Duncan, piuttosto cheto dopo la prima partita, ha chiuso con l'ormai consueta doppia-doppia d'ordinanza:13 punti e 13 rimbalzi, conditi anche da 5 assist.
In verità gli uomini del duo Brown-Popovich hanno mostrato anche qualche piccola difficoltà , anche in una serata in cui hanno facilmente portato a casa la loro terza vittoria consecutiva, soprattutto per quanto riguarda le palle perse.
L'inconsistenza dell'avversario, battuto alla fine con il rotondo punteggio di 98-69, unita alla voglia di stupire il pubblico, hanno portato le stelle americane a totalizzare un numero di turnover sicuramente eccessivo, anche in una partita come questa.
23 in tutto le palle perse, con Allen Iverson a guidare i suoi con 8, seguito da Kidd e Allen con 4.
“Abbiamo avuto dei momenti buoni e dei momenti meno buoni nel corso del match. In effetti abbiamo perso troppi palloni, ma sono cose che possono capitare quando tutti cercano di passarsi sempre la palla, pensando prima all'assist e poi al canestro personale. Trovo che sia un atteggiamento positivo”, queste le impressioni di Mike Bibby a fine serata.
Secondo Allen Iverson, autore turnover a parte di una buona partita (14 punti, 7 assist e 3 palle rubate): “Quei ragazzi (il Venezuela) hanno giocato duro, non hanno mai dimostrato di voler mollare. Per loro una vittoria contro di noi avrebbe significato quasi una vittoria nel torneo, e queste partite non sono mai facili; in fin dei conti loro indossano scarpe e magliette come noi”. .
In effetti per molti venezuelani, se non per tutti, questa era la partita della vita, e l'emozione di avere di fronte questi mostri sacri li ha in effetti penalizzati all'inizio, limitandoli ad un misero 4 su 19 dal campo nel primo quarto.
Nel secondo i sudamericani aggiustavano la mira, soprattutto da tre punti (6 su 10 di squadra), ma McGrady e Carter, cuginetti terribili, volavano e facevano volare Team USA all'intervallo con un comodo vantaggio di 17 punti, 52-35.
Nonostante percentuali globali dal campo impressionanti, ancora sopra il 59%, Larry Brown ammette:“Non è stata la nostra miglior partita, troppi turnover e poca attenzione nella gestione della palla, ma bisogna dare atto al Venezuela, che ha giocato una grande partita difensiva, con molta energia. Il risultato finale non rispecchia le difficoltà che abbiamo incontrato stasera. Comunque stiamo migliorando sera dopo sera riguardo la voglia di far bene e la fiducia in noi stessi, e siamo consci delle nostre forze”.
La prossima partita vedrà Team USA, in testa al girone B con tre vittorie e nessuna sconfitta, opposto alle Isole Vergini, contro le quali Tim Duncan ha già fatto sapere che non giocherà , viste le sue origini caraibiche.
Non dovrebbe essere un problema la sua assenza, e magari coach Brown potrebbe dar spazio a giocatori meno utilizzati fin qui, visti i ritmi incalzanti del torneo (4 partite in 4 giorni).
Ma per i super-atleti NBA questo non è certo un problema, c'è un'Olimpiade da conquistare.