Notre Dame preview

La speranza di Notre Dame dopo anni di delusioni, Tyrone Willingham

Dopo 8 mesi di attesa si torna finalmente a parlare di football giocato nella NCAA. Stasera si giocheranno le prime due partite ufficiali della stagione 2003: San Jose State contro Grambling e Kansas State contro California.

Queste saranno solo un assaggio di quello che vedremo nei prossimi mesi. Infatti tutte le altre università  avranno ancora una settimana di tempo per sistemare gli ultimi dettagli e presentarsi al top della forma al grande pubblico.

È proprio in vista del 30 agosto che noi di Play.it USA abbiamo deciso di preparare la preview del campionato di football. Da oggi fino a sabato prossimo ogni giorno saranno pubblicati due articoli di presentazione delle migliori squadre (Notre Dame più quelle delle conference che fanno parte della BCS) e dei giocatori più attesi.

Iniziamo questa serie di articoli proprio con Notre Dame, l'università  più prestigiosa del college football, un'autentica istituzione. Lo scorso anno i Fighting Irish e il loro nuovo allenatore, Tyrone Willingham, hanno sorpreso tutti con un campionato di alto livello (10 vittorie e 3 sconfitte) dopo alcuni anni di oblio.

Una partenza eccezionale (8-0) ha fatto sognare tutti i tifosi di South Bend che hanno pensato di essere tornati ai tempi in cui si lottava per il titolo nazionale. Un attacco poco incisivo e l'inevitabile calo di una difesa che era stata superba per metà  stagione hanno però frenato la corsa di Notre Dame che ha terminato la stagione regolare con una pesante sconfitta contro l'università  guidata da Carson Palmer, USC.

Il merito dei successi della passata stagione vanno tutti a coach Willingham che ha saputo riportare quell'entusiasmo che negli ultimi anni era andato perso. Un anno fa pochi pronosticavano un ritorno dell'università  agli splendori del passato e fra gli stessi tifosi era stata accettata l'idea del periodo di transizione in cui solo qualche miracolo avrebbe potuto migliorare le cose.

Il miracolo è arrivato grazie ad una difesa che finché ha retto è stata una delle migliori dell'intera nazione (ha concluso al tredicesimo posto nella NCAA). In più di un occasione la difesa è stata il vero attacco di Notre Dame come dimostrano i nove touchdown segnati, solo uno in meno di quelli lanciati dal quarterback Carlyle Holiday.

Quest'anno le cose non dovrebbero cambiare perché degli 11 titolari della scorsa stagione ben 8 sono tornati. Willingham ha speso parecchio tempo con il reparto durante quest'offseason per evitare che si ripetano le scialbe prestazioni delle ultime due partite dello scorso anno (463.5 yard e 36 punti concessi di media).

L'elemento di punta della difesa è il linebacker Courtney Watson. "Le prime cose che saltano all'occhio vedendolo giocare è la sua grande visione di gioco e la sua capacità  di essere un leader per i compagni. Con lui in campo sono tranquillo perché è in grado di guidare i compagni e raramente qualcuno è fuori posizione", ha dichiarato Willingham.

Il discorso è invece più complicato per quanto riguarda il reparto offensivo. L'head coach è sempre stato conosciuto come un ottimo stratega offensivo ma i giocatori che ha trovato a South Bend erano abituati ad un tipo di gioco diverso da quello che l'allenatore aveva praticato a Stanford.

Bill Diedrick, coordinatore offensivo dei Fighting Irish, ha dichiarato che "lo scorso anno era tutto nuovo sia per le matricole che per i senior al quinto anno. Nel 2003 però le cose andranno diversamente perché ora abbiamo ragazzi che sono stati nel sistema per un anno. Siamo pronti a fare il passo decisivo per tornare competitivi anche in attacco".

Il punto focale dell'attacco è ovviamente il quarterback Holiday. Prima dell'arrivo del nuovo head coach il giocatore era abituato più che altro a correre mentre lo scorso anno il nuovo attacco di tipo West Coast lo ha obbligato a leggere le difese e a mostrare una grande accuratezza nei lanci. In molte occasioni il quarterback è parso in difficoltà  nonostante l'approccio conservativo scelto da Diedrick.

Durante l'offseason però il senior ha fatto vedere buone cose e l'anno d'esperienza nel sistema di Willingham dovrebbe permettere al coach di scegliere un atteggiamento più aggressivo. Diedrick ha detto che "il suo inserimento negli schemi è stato difficile ma sembra aver imparato dagli errori dello scorso anno e stavolta farà  sicuramente meglio".

La scorsa stagione, proprio per l'impossibilità  di fare affidamento su Holiday, Diedrick si è affidato parecchio al running back Ryan Grant. Lo junior ha risposto molto bene diventando il settimo giocatore nella storia dei Fighting Irish a correre per più di 1000 yard.

Insieme a Grant ci sarà  Julius Jones, miglior running back del team nel 2000 e nel 2001, tornato a South Bend dopo un anno ad Arizona State a causa di problemi accademici. Nel ruolo di fullback è stato spostato il tailback Rashon Powers-Neal che, in caso di bisogno, potrà  essere utile anche come portatore di palla.

Le fortune dell'attacco di Notre Dame dipenderanno comunque dalla linea offensiva. Un solo titolare dalla scorsa stagione (la guardia Sean Milligan) e l'assenza di riserve in grado di giocare subito obbligheranno Willingham a fare degli autentici miracoli per ripetere le buone prestazioni della passata stagione.

Per coprire tutti i ruoli, l'allenatore ha dovuto infatti spostare il defensive tackle Jeff Thompson in attacco schierandolo come guardia opposta a Milligan. Il ruolo principale della linea, quello di centro, dovrebbe andare a Zach Giles che dovrà  cercare di non far rimpiangere Jeff Faine (finito al primo round dai Cleveland Browns).

Se la linea dovesse reggere i Fighting Irish saranno in grado di disputare un buon campionato. Willingham ovviamente si dice convinto di essere in grado di vincere ancora una volta dieci partite ma di sicuro non l'aiuta la tradizione di Notre Dame di scegliere sempre un calendario molto difficile.

Specialmente l'inizio di stagione non permetterà  passi falsi. Le trasferte di Michigan, Purdue e Pittsburgh ci diranno subito se i Fighting Irish riusciranno a ripetere le imprese dello scorso anno. Dodici mesi fa proprio le vittorie con queste tre università  fecero crescere l'entusiasmo attorno alla squadra ma in quell'occasione tutte e tre le partite sono state giocate in casa dei Fighting Irish. Inoltre fra gli scontri in programma ci sono anche le sfide con Florida State e USC, avversarie con cui Notre Dame ha sempre faticato.

Una linea inesperta ed il solito calendario difficile probabilmente impediranno all'università  di battersi per il titolo nazionale già  quest'anno ma almeno un Bowl importante dovrebbe essere alla portata della formazione di South Bend.

In ogni caso le prospettive per il futuro sono ottime soprattutto grazie alla presenza di Willingham. Già  quest'anno grazie a lui si sono iscritti a Notre Dame alcuni dei migliori prospetti della nazione, attirati dalla possibilità  di essere allenati dall'attuale head. Non è detto quindi che fra un paio d'anni Willingham non riesca ad emulare l'impresa di Lou Holtz che guidò i Fighting Irish al titolo nel 1988.

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