Yankees alla riscossa?

Brian Cashman, un nome che è tutto un programma…

La stagione 2005

Non è stato un fallimento. Ma molto peggio, un disastro.
Oltre 200 milioni di dollari investiti per ottenere un titolo divisionale (l'ottavo consecutivo), ma raggiunto soltanto alla 161esima partita. E per uscire dai playoffs al primo turno. Davvero troppo poco.

Brian Cashman, appena riconfermato General Manager per altri tre anni, aveva investito molto nell'inverno 2004-2005: Randy Johnson, Carl Pavano, Jaret Wright, Tino Martinez.
Il risultato finale sono state 95 vittorie ed un gran numero di mal di testa, non ultimi i due massacri (un doppio 17-1) subiti dai rivali divisionali del nord, i Boston Red Sox, il 12-0 subito ad Oakland, un 17-9 dagli Orioles.

I lanciatori hanno spesso subito troppo e l'attacco non è sempre riuscito a bilanciare il deficit che il monte di lancio concedeva.

Ma c'è da dire che il GM Brian Cashman ed il manager Joe Torre hanno fatto forse uno dei migliori lavori di recupero delle loro annate insieme a New York.

Pensiamo che il 6 maggio gli Yankees erano ad un patetico record di 11-19 e che il primo di luglio erano ancora su un piattissimo 39-39.

Ma le mosse fatte per raddrizzare la situazione hanno funzionato. Merito di Cashman e di Torre.
Il primo aggiustamento ha riguardato il ruolo di seconda base. L'inserimento del rookie Robinson Cano (esordio il 3 maggio) ha momentaneamente spedito Tony Womack in esterno sinistro, muovendo di conseguenza Hideki Matsui all'esterno centro (il ruolo che ha sempre occupato in Giappone), spedendo in panchina l'inefficiente Bernie Williams.

Era stata infatti la pochezza offensiva di quest'ultimo una delle ragioni della partenza lentissima dei newyorchesi. Tali problemi però impallidivano in confronto con le difficoltà  nel settore lanciatori.

L'inconsistenza di Randy Johnson e Mike Mussina, che andranno a corrente alternata per tutta la stagione, la ormai evidente inefficacia di Kevin Bronw e gli infortuni a Carl Pavano e Jaret Wright hanno decimato la rotazione. Nel bullpen oltre a Mariano Rivera (sempre il miglior closer dell'American League) e a Tom Gordon, ancora ottimo come set-up man, il solo Tanyon Sturtze è emerso dalla mediocrità  ricoprendo bene ruoli diversi (anche starter, se necessario). Per rimediare a questa situazione sono stati tentati come partenti il rookie Chieng-Wang Ming, ed altri partenti come Sean Henn, Darrel May e Tim Redding. Tre su quattro hanno dato scarsi risultati, con il solo pitcher di Taiwan a combinare qualcosa di davvero interessante.

A questo punto sono stati buttati nella mischia due comprimari, il journeyman Aaron Small, e lo starter, ottenuto da Colorado con uno scambio, Shawn Chacon. E la squadra ha ripreso a vincere. Anche l'acquisto di Al Leiter ha dato qualche frutto, specialmente all'inizio. Poi anche lui si è perso nella mediocrità  generale.

Ai playoffs le carenze della stagione regolare sono state messe in evidenza da una squadra piena di energia e di atletismo come gli Angels.

Il futuro
Dopo l'eliminazione ci si aspettava l'epurazione da parte del boss, il vulcanico proprietario George Steinbrenner, ma anche lui, riconoscendo il buon lavoro fatto da Torre e Cashman, ha mantenuto i nervi saldi.

Ovvio che con le quantità  di biglietti verdi che gli Yankees possono spendere qui non si pensa mai a ricostruire per affrontare un anno di transizione, qui si gioca solo per vincere le Serie Mondiali. Ma non sarà  facile.

Tre, secondo noi le ragioni principali:
1)quest'anno il mercato dei free agents è piuttosto scarso;
2) l'età  media della squadra è abbastanza elevata e certe carenze di fine annata forse sono avvenute a causa della non perfetta condizione fisica di certi veterani, dovuta appunto al normale logorio di giocatori sempre più vicini ai 40 anni;
3)non ci sono molti giovani talenti nell'organizzazione degli Yankees da poter utilizzare come merce di scambio per ottenere buoni giocatori.

Detto ciò siamo certi che gli Yankees le proveranno tutte pur di rafforzarsi e presentarsi al via della stagione 2006 ancora una volta come favoriti.

La situazione contrattuale – Free Agents
New York ha 13 potenziali free agents: RHP Kevin Brown; LHP Alan Embree; C John Flaherty; RHP Tom Gordon; OF Matt Lawton; LHP Al Leiter; 1B Tino Martinez (c); RHP Ramiro Mendoza; RHP Felix Rodriguez; SS Rey Sanchez; DH Ruben Sierra; RHP Tanyon Sturtze (c); OF Bernie Williams.
Di fatto nessuno di loro è davvero indispensabile e molti sono davvero a fine carriera. Bisognerà  comunque rimpiazzarli.

Finanze
Non ci sono problemi. Fondi illimitati.

Reparto lanciatori

Rotazione
Randy Johnson, Mike Mussina e Carl Pavano sono tutti e tre sotto contratto. Così come lo sono Small e Chacon ed il ragazzo di Taiwan. Basteranno? Sapranno i due semisconosciuti che hanno salvato gli Yankees nel 2005 ripetersi? Domande anche su The Big Unit e sul recupero di Mussina e Pavano: in quale forma si presenteranno allo spring training? Gli Yankees degli ultimi 4-5 anni hanno bruciato una serie di starter (Javier Vazquez, Jose Contreras, Jon Lieber, Jerff Weaver), nonostante l'esperto pitching coach Mel Stottlemyre. Ora che quest'ultimo si è dimesso, le cose miglioreranno o peggioreranno ulteriormente. Non aver fatto di più per rifirmare, due anni fa, Andy Pettitte è stato forse un grosso errore.

Bullpen
Al momento l'unico punto fermo è Mariano Rivera. Ci sono da trovare almeno altri tre-quattro lanciatori buoni che colleghino i 6-7 inning degli starters al nono inning per il panamense. Molto lavoro da fare per Cashman in questo settore.

Reparto battitori

Catcher
Jorge Posada ha avuto una stagione buona, non eccezionale, ma ha contribuito a raggiungere l'obiettivo del titolo divisionale. In settembre è stato spesso la mazza decisiva nelle vittorie degli Yankes e nei playoffs colui che, insieme a Derek Jeter, ci ha creduto davvero fino all'ultimo out. Gli screzi avuti con Randy Johnson hanno fatto promuovere John Flaherty a catcher personale della Big Unit. A parte questo ha guidato il pitching staff bene, soprattutto considerando il numero di lanciatori con i quali ha avuto a che fare durante la stagione. Confermato Posada, serve trovare un backup.

Prima base
Jason Giambi ha avuto una stagione da Comeback Player of the Year.
Tino Martinez potrebbe anche tornare, ma gli Yankees guardano a Paul Konerko. Giambi potrebbe finire a fare soltanto il DH.

Seconda base
Dopo l'inserimento di Robinson Cano la posizione si è stabilizzata. Alla fine dell'anno è stato firmato Mark Bellhorn, ma non ha praticamente influito sui progressi del rookie Cano, che ha continuato a battere benissimo. Il ruolo è di Cano.

Terza base
Alex Rodriguez con una stagione da MVP. Non ci sono problemi offensivamente o difensivamente, anche se non è certo il miglior terza base della lega. Il suo ruolo è però occupato dal capitano. Incredibilmente demotivato nei playoffs. Le statistiche vanno bene, ma se manca il cuore?

Interbase
Derek Jeter, il capitano, l'anima della squadra. Ha fatto l'impossibile per tenerli in vita.

Esterno sinistro
Hideki Matsui dovrebbe restare a New York. È un ottimo difensore ed è fastidiosissimo in battuta. Continua a scheggiare in foul i lanci che non gli piacciono erodendo l'efficacia e la pazienza dei lanciatori avversari.

Esterno centro
Johnny Damon fa tantissima gola al Boss. Ora che Bernie Williams se ne è andato c'è un grande vuoto al centro dello Yankee Stadium. Bubba Crosby non è all'altezza. Vedremo cosa succederà  nell'ennesima sfida con i Red Sox.

Esterno destro
Gary Sheffield ha giocato tutto l'anno con acciacchi vari, ma ha sempre contribuito in maniera decisiva. Un quasi MVP. Anche lui però inizia a mostrare l'età  non più giovanissima.

Battitore designato
Il ruolo finirà  definitivamente a Giambi.

Manager
Joe Torre, come detto, ha fatto un gran lavoro ed è rimasto malissimo dopo l'eliminazione da parte degli Angels. Confermatissimo. Avrà  sicuramente gli stimoli per tentare di ritornare alle Serie Mondiali, ma avrà  i giocatori giusti per farcela? È fondamentalmente un tipo tranquillo e paziente. Ha pertanto assunto l'ex-manager Larry Bowa per utilizzarlo come "poliziotto cattivo" dello spogliatoio.

General manager
Brian Cashman (a differenza del suo collega Theo Epstein dei Red Sox) ha deciso di restare per altri tre anni a sentire sul collo il fiato del Boss, a vivere quotidianamente la pressione di New York e di un budget che ordina di vincere. Dovrà  lavorare molto per ricostruire una squadra che negli ultimi due anni ha subito sconfitte abbastanza dolorose e inaspettate.

Prospettive
Anche per gli Yankees sarà  un'inverno interessante. Molti problemi da risolvere e scelte da fare. I Red Sox sono sempre più vicini ed anche Toronto e Baltimora sono in netto miglioramento. I Blue jays hanno circa 30-35 milioni di dollari da spendere in più rispetto all'anno scorso e gli Orioles avranno certamente fatto tesoro della bruciante partenza dello scorso anno per cercare di tenere duro più a lungo. Non sarà  più automatico per New York vincere la divisione o quantomeno qualificarsi per i playoffs.

Gli Yankees devono trovare nuovamente giocatori-guerrieri come quelli che hanno caratterizzato il quinquennio 1996-2000.

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