Eyes Wide Shut

Bryan Berard dopo lunghe traversie è tornato sul ghiaccio, a ingaggiare corpo a corpo come questo…

Se la forza di volontà  avesse un volto, potrebbe senz'altro essere quello di Bryan Berard, difensore offensivo dei Columbus Blue Jackets. Quando in occasione della partita Toronto - Ottawa dello scorso 5 ottobre Mats Sundin, colpito da un disco, si rotolava sul ghiaccio con l'osso orbitale fratturato, la memoria di ogni appassionato di hockey su ghiaccio è tornata all'11 marzo 2000, a un altro terribile Toronto - Ottawa.

Nato il 5 marzo 1977 a Woonsocket (Rhode Island), cittadina di circa 45'000 abitanti considerata la "più francese degli Stati Uniti" vista l'alta percentuale (46%) di francofoni, Bryan Berard fa subito capire di essere sì un difensore, ma dalle statistiche che farebbero invidia a molti attaccanti. A 17 anni, infatti, ha già  concluso la sua terza stagione presso la Mount Saint Charles Academy (scuola nella quale hanno studiato tra gli altri anche Keith Carney, Brian Boucher e Mathieu Schneider) per un totale di ben 85 punti in 96 partite.

Dotato di ottimo pattinaggio e di tecnica sopraffina, Berard continua la sua ascesa nella OHL con i Detroit Jr. Red Wings (poi ribattezzati Detroit Whalers) collezionando qualcosa come 164 punti in 114 partite sull'arco di due stagioni. Al termine della prima, l'8 luglio 1995, gli Ottawa Senators non se lo lasciano scappare e lo draftano quale numero uno assoluto, prima di due futuri grandi difensori come Wade Redden (n° 2) e Aki Berg (n° 3).

Inaspettatamente, tuttavia, il 23 gennaio 1996 la franchigia canadese spedisce Berard, Don Beaupré e Martin Straka ai New York Islanders in cambio di Damian Rhodes e dello stesso Wade Redden. La squadra newyorchese è ben contenta di far debuttare il giovane difensore sin dalla stagione successiva e Bryan Berard ricambia la fiducia con una Regular Season straordinaria, condita da 48 punti in 82 partite ma soprattutto da un +1 nella statistica +/-, un dato da non sottovalutare per un difensore così portato all'azione offensiva. Le sue prestazioni gli valgono il Calder Memorial Trophy quale rookie dell'anno.

Raggiunto l'apice con la convocazione nella nazionale degli Stati Uniti per le Olimpiadi di Nagano (a soli 21 anni), Bryan Berard la stagione successiva non riesce a riproporsi sugli stessi livelli. Se la sua produzione offensiva continua a parlare a suo favore (46 punti in 75 partite), un catastrofico -32 dimostra che gli attaccanti avversari sono andati a nozze quando lui era in pista. Gli Islanders non sono disposti a dargli un'altra opportunità  e il 9 gennaio 1999 Berard approda ai Toronto Maple Leafs in cambio di Felix Potvin.

Con le foglie d'acero riassesta il gioco difensivo, pur non rinunciando alle sue scorribande offensive. In due stagioni raccoglie 49 punti in 102 partite e un solidissimo +18. Bryan Berard, a 23 anni appena compiuti, è uno dei punti di forza dei Toronto Maple Leafs quando, l'11 marzo 2000, si appresta ad affrontare gli Ottawa Senators, la squadra che lo ha draftato. Una partita che ben presto si trasformerà  in un incubo.

Siamo nel secondo tempo di una partita che Toronto vincerà  4 a 2. Marian Hossa, alla seconda stagione intera con Ottawa, tenta il tiro. Dopo l'impatto con il disco, sullo slancio la stecca si alza troppo e finisce nell'occhio destro di Bryan Berard che cercava di ostacolare lo slovacco. Sullo stadio cala un silenzio glaciale: l'immagine del difensore che si agita in preda sì al dolore, ma soprattutto all'angoscia, è impossibile da rimuovere.

Segue una corsa disperata verso l'Ottawa Civic Hospital, dove si constata la gravità  dell'infortunio: la cornea presenta un taglio molto profondo, la retina è staccata, l'osso orbitale fratturato. Con un complicato intervento chirurgico effettuato nella notte si riesce perlomeno a salvare l'occhio, un miracolo secondo i medici.

La sua prima dichiarazione rilasciata a qualche giorno dall'incidente rasenta la follia: "Spero di rientrare per dare una mano alla mia squadra nei Play Off”. Dall'occhio destro vede solo ombre e occorrono altre operazioni di assestamento. Dopo qualcosa come sette interventi chirurgici la sua vista non raggiunge gli standard determinati dalla NHL (20/400) per permettere a un giocatore di scendere sul ghiaccio. Per tutti la sua carriera è ormai ufficialmente chiusa.

O meglio, non proprio per tutti. Bryan Berard non si dà  per vinto e dopo lunghe ricerche trova ciò che fa al caso suo: le speciali lenti Epicon gli permettono di incrementare leggermente la vista dall'occhio colpito, abbastanza comunque da consentirgli di superare i test NHL. L'ostacolo più arduo, paradossalmente, è però quello di trovare una squadra che si assuma la responsabilità  di farlo giocare.

Dopo aver bussato alla porta di tutte le franchigie, i New York Rangers decidono di invitarlo al loro campo di allenamento. Quando, dopo aver convinto tutti, il 22 settembre 2001 firma un contratto con la squadra di Broadway, uno dei primi a tirare un sospiro di sollievo è proprio Marian Hossa che, diventato un buon amico di Berard in seguito alle numerose visite all'ospedale, aveva dovuto fare ricorso a John Phelan (noto psicologo sportivo) per superare l'accaduto.

Da quel 22 settembre 2001 Bryan Berard cambierà  una squadra all'anno, passando dai Rangers ai Boston Bruins (2002-03), ai Chicago Blackhawks (2003-04), fino ai Columbus Blue Jackets con i quali sta affrontando l'attuale stagione. Si potrebbe tornare a parlare di gol, di assist, di statistica +/-, ma sarebbe assurdo. Bryan Berard è un giocatore di hockey su ghiaccio e indossa la maglia numero 4 dei Columbus Blue Jackets. Basta questo.

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