Joe Johnson è sempre in grande evidenza nelle Summer Leagues…
Anthony ci ha messo poco a mostrare le doti che lo hanno portato a vincere il titolo NCAA al primo tentativo: mano morbida (20 a sera nelle 3 gare giocate al Rocky Mountain Revue) e l’impressione che trovare il canestro sarà l’ultimo dei suoi problemi nella lega come ha dimostrato anche nella partitina di beneficenza organizzata da Magic dove ha messo il trentello giocando a fianco di LeBron James.
Baxter è stato eletto MVP della SL svolta nello Utah guidando i suoi Bulls, che hanno chiuso con un record di 5-1, in punti (18.5), rimbalzi (6.7) e percentuale dal campo (62%). L’ex Maryland ha mostrato che quando gli viene dato spazio la sua energia in area è difficilmente limitabile soprattutto in un contesto come quello della summer league. Basteranno queste convincenti prestazioni per conquistare minuti nei Bulls? Se così non fosse la prossima estate sarà nel mirino di molte squadre europee…
Cabarkapa è stato l’europeo scelto quest’anno che ha più impressionato in quest’estate per la soddisfazione dei Suns che trovano un’ala che può dargli una dimensione esterna che non avevano, o meglio che lo sfortunato Gugliotta gli può dare sempre meno. Zarko ha giocato tanto (35 minuti a sera) segnando 17 punti e raccogliendo 7.4 rimbalzi, tirando non sempre benissimo ma l’ex Buducnost ha dimostrato di essere già in grado di contribuire da subito, il resto si vedrà …
Daniels, ovvero quando bastano un paio di prestazioni per far pentire tanti gm di non averti scelto al draft. Marquis Daniels, guardia uscita quest’anno da Auburn, ha giocato la Summer Pro League di LA così bene (in una partita è andato per i 36 con 6 assist) da costringere i Mavs a offrirgli un contratto, sul perché nessuno lo abbia scelto al draft meglio tralasciare…
Europei in cerca di fortuna ce ne sono stati, da Sekularac a Molende, passando per il fratello più grande di Pietrus, Florant… Risultati altalenanti, il migliore è stato sicuramente Ademole Okulaja, tedesco di colore cestisticamente cresciuto a North Carolina con Carter e Jamison.
Al Rocky Mountain Revue ha giocato per gli Spurs sotto le spoglie di Amemdola Okalaja, così riportano i siti ufficiali NBA, l’associazione di questo giocatore al tedesco ex UNC è una mia libera interpretazione, ma i sospetti che qualcuno abbia fatto confusione con la tastiera in quel di Salt Lake City sono abbastanza fondati. Okulaja ha chiuso con 13.6 punti, 6.8 rimbalzi e 2.6 recuperi, è dato in uscita da Malaga dove non ha brillato nell’ultima stagione dopo un’annata esaltante tra Barcellona e nazionale tedesca, in NBA non ha molte possibilità , ma in Europa è giocatore da alti livelli.
Ford sa dar via la palla, questa è una delle sentenze più limpide emesse da questa estate NBA. Difficile vederlo sotto i 7 assist a uscita e senza per forza dover giocare 30’, nessuna sorpresa, ovviamente, che il play ex Texas fosse ottimo passatore lo si sapeva ancor prima che arrivasse al college… Restano gli altri dubbi, che non fanno altro che sommarsi ai vari punti di domanda che aleggiano sull’estate dei Bucks…
Gill, Goree,Trepagnier,Overton, Rich, Harren e si potrebbe andare avanti con la lista di giocatori che alle summer league si sono comportati bene e adesso aspettano una chiamata da loro agente che gli dica la loro prossima destinazione: un contratto garantito in Europa, il minimo in NBA oppure solo un invito al training camp per mettersi alla prova ancora una volta. I veri protagonisti delle summer league sono loro…
Howard ovvero lo steal of the draft secondo chi scrive questa sorta di tentativo di indice alfabetico del basket estivo giocato. L’ex Deamon Deacons ha mostrato tutto il repertorio alla summer pro league di Long Beach andando oltre i 20 punti a sera aggiungendo 8 rimbalzi, in NBA molti lo vedono come shooting guard, ma così si rischia di snaturare il suo gioco all around e mettere in risalto una delle sue pecche al momento, ovvero il tiro dai 7 metri e mezzo. Se però a Dallas serve un giocatore in grado di giocare con Nash e Finley forse Josh è il loro uomo…
Italians do it later, però con qualche novità . Perché se è vero che solo occasionalmente gli italiani vanno a passare l’estate giocando nelle summer league (Bulleri e Pozzecco nelle stagioni passate) è anche vero che quest’estate oltre a portare due giocatori (Cittadini e Marconato) l’Italia ha portato anche due allenatori: Messina con un ruolo importante nei Nuggets nella summer league a LA e Vitucci con ruolo più marginale coi Magic.
Cittadini ha giocato con i Jazz nella Rocky Mountain Revue ma ha appena assaggiato a tratti il campo, Marconato invece ha giocato coi Wizards e ha impressionato a rimbalzo, la specialità della casa oltre agli aiuti difensivi: 6 rimbalzi a sera andando pure in doppia cifra in un’occasione senza avere tanti minuti a disposizione. E adesso Denis vorrebbe sfruttare la NBA escape che ha il prossimo anno, forse è meglio non lasciarsi prendere troppo la mano…
Joe Johnson ha messo in mostra il suo indiscusso talento anche nello Utah dove ha messo assieme 21 punti e 5 assist a gara per i suoi Suns. L’ex Arkansas ha troppo talento per non mettersi in luce quando l’intensità si abbassa e le difese si allargano, il problema è quando cambia il contesto, ma su questo il basket estivo dice poco, si deve aspettare la stagione regolare…
King James è stata la maggiore attrazione dell’estate, occhi puntati su di lui da ovunque e LeBron ha mostrato di gradire i riflettori, almeno per ora. Le sue prestazioni sono state dimostrazioni di talento, ha fatto il playmaker, ha fatto segnare i compagni e quando ha voluto si è messo in proprio con prestazioni al tiro altalenanti. Ha giocato dopo essere andato a una premiazione mostrando di capire la volontà del pubblico, si è infortunato e ha giocato un po’ sul dolore per mostrare di essere uno vero, insomma si è comportato come tutti si attendevano, il difficile arriva adesso…
Lampe era partito piano, passare dalla seconda serie iberica al basket pro non è cosa semplice e forse tutti hanno cominciato a pensare che il secondo giro non era un caso. Poi però il Nowitzki wanne be è salito di tono e alla seconda SL a cui ha partecipato (quella nello Utah) ha segnato 17 punti e catturato 7 rimbalzi a gara col 45% da tre per mostrare che quando lo descrivevano con mani morbide non stavano esagerando. Se i Knicks lo vogliono subito si devono preparare a un lungo tira e molla col Real, ma di questo parleremo poi…
Messina è stato il primo europeo ad allenare una squadra americana pro, era summer league e coach B… non lo ha certo lasciato fare tutto da solo, ma è pur sempre un passo importante su quella strada che fa diventare il basket sempre più un discorso mondiale e sempre meno un’esclusiva a stelle e strisce.
Il suo record con Denver alla SL in California è stato di 2 vinte e altrettante perse in cui non se la sarà preso come è solito fare, in fondo era a Los Angeles e per di più in viaggio di nozze. Sì, Messina si è sposato prima di partire e ha fatto coincidere l’esperienza americana con la luna di miele, il solito perfezionista…
Non ha mai giocato nella NBA e forse non ci giocherà mai, ma nella Mountain Rocky Revue ha fatto davvero onde: Ime Udoka, ala di 198 cm di 26 anni che ha passato le ultime 3 stagioni nelle leghe minori americane. Udoka ha giocato per i Blazers, non poteva essere altrimenti visto che è un ragazzo di Portland, realizzando 15 punti a partita conditi da 5 rimbalzi e 3 assist, quel che si dice sfruttare l’occasione. Basterà per giocare nella NBA magari con i suoi Blazers? Difficile, ma magari per giocare in Europa sì…
Ora devono dimostrarlo anche quando si gioca per davvero, mica li pagano per giocare a luglio. Giocatori in questione: DeShawn Stevenson e Kederick Brown. Entrambi con un duro impatto con la NBA, con ancora parecchio potenziale inespresso e per molti versi ancora oggetti misteriosi.
Stevenson, che quest’anno ha la chance della carriera nei Jazz in piena ricostruzione, ha chiuso con 19 punti a sera giocando tutte le partite della SL (7) dei suoi Jazz, numeri che aveva messo assieme anche l’anno scorso (17.2 nella stessa SL) ma a cui non hanno fatto seguito una stagione convincente.
Brown nella SL di Boston ha chiuso con 17.2 punti per i suoi Celtics tirando dal campo più che discretamente e venendo inserito nel miglior quintetto. Kederick in NBA in questi due anni non ha praticamente mai giocato, il ruolo di ala piccola a Boston è abbastanza coperto da un certo Pierce,l’atletismo c’è ma deve dimostrare che c’è dell’altro…
Planicic sarà il vice di Kidd l’anno prossimo, ovvero si metterà comodo e guarderà il maestro aspettando di poter salire in cattedra per qualche minuto… La SL di Boston a cui ha partecipato gli è servita per riprendere fiducia nei suoi mezzi e nel suo talento (davvero notevole secondo chi scrive), il croato ha chiuso la manifestazione in crescendo (13 di media) con una prestazione da 16 punti, 4 assist, 5 rimbalzi e 4 recuperi in 30’ netti, aspettando le lezioni di quello da Oakland…
Quintel Woods è un esempio (alla lettera successiva ce ne sarà un altro) del fatto che Portland al draft sbaglia poco, peccato che abbia così tanto talento strapagato già in casa da non poter sfruttarlo al meglio. Woods proviene dal mondo Juco, quest’anno ha trovato poco spazio e così si è scatenato alla SL dove ha messo 112 punti in 145 minuti, 28 punti a sera con 6,5 rimbalzi tanto per mostrare che salta…
Randolph è un altro caso che avvalora la teoria precedente su Portland e draft… L’ex Michigan State giocherebbe da titolare in parecchie squadre NBA, a est soprattutto, mentre a Portland deve accontentarsi delle briciole. Zac ha chiuso con 20.5 punti e 8 rimbalzi a uscita, probabile che anche ai Blazers lo vorrebbero provare da titolare spedendo il talento e la pazzia di Wallace da qualche altra parte, ma mettere in piedi una trade che coinvolga l’ex UNC non è facile…
Salmons, la prima scelta dei Sixers dello scorso anno, ha fatto due SL (Boston e Salt Lake city) al limite della perfezione: Most Outstanding Player a Boston (19.6 punti e 5.6 assist) e inserito nel quintetto ideale nella Rocky Mountain Revue (19 punti, 4 rimbalzi e 4.5 assist in 30’ a gara). Salmons può giocare in ovunque sul perimetro ed è probabile che i Sixers provino a farlo giocare da point guard affiancandolo ad Iverson.
Tskitishvili ha giocato tanto in queste SL con i suoi Nuggets (a Long Beach prima e nello Utah poi) mostrando di essere ancora indietro sotto molti aspetti (chili ed egoismo tecnico su tutti) ma confermando che con quei piedi e con quelle mani può giocare ovunque (facciamo dal 2 al 4 per non esagerare) e che il suo futuro è ancora intrigante. Le sue prestazioni sono state piene di alti e bassi, ma ha tirato discretamente da 3 punti (percentuale da cui dipende il suo futuro immediato), è andato bene a rimbalzo (6.3 nella seconda SL) ed è scollinato oltre i 5 assist in più di un’occasione. Di lavoro da fare ce n’è ancora tanto, ma prima di abbandonare il progetto georgiano i Nuggets ci penseranno a lungo.
Udonis Haslem prima di iniziare le SL era dato per sicuro a Cantù dopo una stagione più che discreta in Francia. Poi l’ex Florida ha infilato prestazioni di alto livello in serie fatte di rimbalzi, intensità in area e qualche doppia doppia facendo tornare in mente a molti scout il suo nome. Arrigoni (il gm di Cantù) ci dev’essere rimasto male, non è detto che Udonis non arrivi in Brianza, ma la trattativa si farà più difficile e più dispendiosa.
Vranes è stato firmato dai Knicks, No, non ha fatto delle grandi SL (giusto 2 punti ogni tanto) e non è ancora chiaro se il centro del Buducnost sappia giocare allo sport inventato da Naishmith per tenere occupati i giocatori di football durante l’inverno. L’unica cosa sicura è che è alto, molto alto, il resto verrà , forse…
Wisconsin è l’università di provenienza, Nuova Zelanda la nazione dov’è nato. Kirk Penney potrebbe ricordarsi a lungo di quest’estate e di queste SL visto che c’è la possibilità che firmi per i Timberwolves dopo aver fatto bene ad Orlando. Impossibile non tifare per un compagno di Pero Cameron nei “Tall Black”…
X quale motivo Layden ha scambiato Spreewell per Van Horn dopo quello che ha fatto intravedere Lampe alla SL? Lampe è un 4 atipico con la predilezione a colpire da fuori proprio come Van Horn, quindi o portare via il polacco dal Real è operazione troppo complessa oppure si pensa che Lampe non sia pronto prima del giugno 2006 quando il contratto dell’ex Utah scadrà . Probabile che entrambe le ipotesi siano vere, ma le mosse dell’uomo più bistrattato di New York lasciano sempre perplessi…
Yoke, giogo, è quello che la prima chiamata di 2 anni fa ha imposto Kwame Brown e non basta una summer league mostrando buone cose per liberarsene. Brown ha fatto bene a rimbalzo in quel di Boston con i suoi Wizards, ma il solo fatto che la prima scelta di due anni fa stia facendo la Summer League basta per capire quanto non sia facile il momento per l’ex pupillo di Jordan. L’età è dalla sua, la pressione non può far altro che calare, la prossima stagione potrebbe essere quella buona.
Zaza Pachulia ha convinto tutti, Magic in testa grazie ai numeri messi assieme nella prima SL ed è stato messo sotto contratto dalla franchigia della Florida. Probabile che per la sua crescita tecnica un anno da protagonista in Europa magari titolare con l’Ulker che lo ha scoperto ma non lo ha mai valorizzato a fondo sarebbe stato meglio, ma i dollari da una parte e la necessità cronica di centri dall’altra ha fatto sì che il diciannovenne georgiano facesse il salto subito.