Jermaine O'Neal visibilmente emozionato il giorno del rinnovo contrattuale
Ad Indianapolis questi sono giorni di gran fermento, una grande bufera è appena passata senza far danni, ma non è ancora tempo di gioire perché la bonaccia è lontana ed il mare si preannuncia ancora burrascoso…
Passatemi questa piccola metafora "marinara" che ben rende la situazione che si vive oggi in casa Pacers, tante novità (spesso positive), clima apparentemente sereno, ma in attesa di sviluppi decisivi che possano disegnare la nuova rotta per il gruppo del "comandante" Thomas.
Sostanzialmente sono due (più uno “fresco fresco”) i fatti salienti di questo primo scorcio di mercato: il rinnovo contrattuale sottoscritto da Jermaine O'Neal, il ritorno, sempre gradito da queste parti, di Larry Bird come Presidente Operativo della franchigia del suo Stato natio e lo scambio che ha coinvolto il pivot Brad Miller.
La situazione riguardante O'Neal era tutt'altro che chiara, il giocatore aveva più volte manifestato la volontà di rimanere nella società che aveva creduto in lui dandogli la possibilità di esplodere dopo le annate travagliate ai Blazers, ma d'altro canto arrivavano richiami "suadenti" da mezza Lega desiderosa di accaparrarsi i servigi del ragazzo del South Carolina.
Su tutte la maggior attrattiva per Jermaine sembravano essere i San Antonio Spurs (seguiti dai soliti Mavs presenti su ogni FA di livello) che gli offrivano, oltre a tanti soldi (ed il “ruolo” che era stato del grande David Robinson), la possibilità di confrontarsi ogni sera con i migliori lunghi della costa ovest e giocare al fianco di Tim Duncan in un gruppo vincente ed ambizioso per il futuro.
Il giovane O'Neal non aveva mai fatto mistero di essere allettato dalla chance, ma, a frenare il suo entusiasmo c'erano anche i continui tentennamenti degli Speroni in bilico tra la necessità di firmare un lungo di valore ed il sogno di arrivare a Jason Kidd (con l'utopia di avere entrambi magari tramite un sign & trade).
Alla fine si potrebbe dire che ha prevalso il cuore (ed il portafogli visto che il ragazzo ha inchiostrato un settennale da 126 milioni di dollari) e Jermaine ha rifirmato con la sua vecchia squadra. Rimanendo ad Est O'Neal si è "garantito" un posto fisso (o quasi) all'All Star Game, la possibilità di essere la miglior power forward della conference e, dicono i maligni, la fortuna di rimanere lontano dalle "furiose battaglie d'area" della west coast.
La conferenza stampa del 16 luglio ha poi mostrato al mondo un ragazzo visibilmente emozionato, in alcuni tratti con gli occhi lucidi. Tra tanta commozione Jermaine ha trovato pure un momento per scherzarci su <…sono così emozionato, sapete, non piangevo così dall'88, spero mi perdonerete…>, poi però ha proseguito <…la questione è che, quando ho pensato di andare a giocare da un'altra parte, mi sono reso conto che in nessun altro posto sarei stato felice come qui…>.
A fare eco alle sue dichiarazioni d'amore ai Pacers ci hanno pensato le parole del GM Donnie Walsh <…Jermaine è, prima che un grandissimo giocatore, un bravissimo ragazzo che fa onore alla nostra organizzazione…> e del suo coach Isiah Thomas <Conosciamo bene il suo valore, quanto impegno ci mette sempre e quanto può ancora migliorare, il nostro compito è aiutarlo a dare sempre il massimo costruendo attorno a lui una grande squadra…>.
Ora il ragazzo è atteso alla riprova del campo, dovrà dimostrare di meritarsi uno contratto tanto oneroso anche per la NBA. Lui sembra convinto dei propri mezzi <…so che la pressione sarà tanta, ma credo nelle mie capacità …> ed i Pacers contano possa ripetere la stupenda passata stagione chiusa sopra i 20 punti e gli 11 rimbalzi.
L'altra grande notizia è stata la nomina, l'11 luglio, di Larry Bird come Presidente Operativo della franchigia. Dopo il triennio 1997-2000 come capo allenatore della squadra Larry Legend torna ad Indianapolis nelle vesti di dirigente con compiti fondamentali non solo a livello operativo, ma anche di immagine.
Non è infatti mistero che i fratelli Simon, proprietari del team, siano stizziti per la fama di "bad boys" che i giocatori si sono creati nella Lega e tra i compiti del neo presidente c'è anche quello di riportare serenità e disciplina in un ambiente "un po' turbolento".
Sulle capacità dell'ex Celtics paiono non esserci dubbi <…penso che Larry sia la persona giusta per il nostro gruppo, conosce il gioco, sa valutare il talento ed ha l'adeguato carisma per essere ascoltato dai giocatori…è sempre stato un sogno per me, da quando faccio questo lavoro, avere una persona di così grandi capacità al mio fianco, e Larry lo è…>.
Poi in conferenza stampa a chi gli chiedeva "tra il serio e lo scherzoso" quali fossero i reali compiti di un President of Basketball Operations sempre Walsh ha risposto <…sarà responsabile, giorno per giorno, delle operazioni di pallacanestro della franchigia: amministrazione, allenamenti, scouting, lavoro coi singoli, analisi del videotape e quant'altro concerne il basket…>.
A monte di questa domanda "maliziosa" c'era la volontà di capire il reale pensiero di Donnie Walsh rispetto a questa "ingerenza" nel suo campo visto che era lui a ricoprire questo ruolo, ma in molti ad Indianapolis giurano che per Walsh non cambi molto, sarà sempre a lui a comandare ed a decidere vista la stima che società e appassionati nutrono per lui.
Per Bird insomma un lavoro su più fronti, la franchigia si aspetta tanto dalla sua esperienza e dalle sue capacità , i giocatori si son detti entusiasti del suo arrivo, lo stesso dicasi per Isiah Thomas che però, sotto sotto, si sente un po' minacciato da una presenza così ingombrante (e magari dall'ombra lunga di Rick Carlisle ex assistente di Larry a cui "scippò" la panchina).
Come dicevamo all'inizio lo scenario che si mostra è abbastanza "aperto", i Pacers sono alle prese con una mezza rivoluzione all'interno della squadra e qui si innesta la terza novità della stagione.
Bird aveva messo nelle priorità la necessità di reperire un buon play (segno di sfiducia in Tinsley), ma intanto la società ha premuto il grilletto su uno scambio abbastanza importante. Preso atto dell'impossibilità di tenere il pivot Brad Miller (per problemi di salary-cap viste le offerte di Utah e Denver) il GM Walsh, per non perderlo per niente, ha dato vita ad un giro a tre con Sacramento e San Antonio.
Ha rifirmato il centro mandandolo a Sacramento (nel più classico sign & trade) e ricevendo in cambio l'ala-pivot Scott Pollard dai Kings e l'ala Danny Ferry (all'ultimo anno di contratto ed in odore di taglio) dagli Spurs. A San Antonio (che grazie al proprio spazio salariale ha reso possibile l'affare) arrivano Ron Mercer e Hedo Turkoglu (mica male per i texani!).
Coach Thomas perde il proprio pivot titolare e per sostituirlo dovrà scegliere se puntare sul neo arrivato Pollard (con Foster e Brezec dietro), spostare O'Neal da 5 oppure lavorare sul mercato alla ricerca di un lungo di valore. Certo che sarà comunque un bel grattacapo per i Pacers, ma certamente non è l'unico.
Altro nodo spinoso è quello riguardante Al Harrington messo decisamente sul mercato e trattato da Cavs (in cambio di Ricky Davis) e Wolves (offrono Szczerbiak); il ragazzo ci è rimasto male, il coach gli aveva confermato la fiducia, ma il management evidentemente non è in accordo, anche se, con la partenza di Mercer gli scenari porebbero cambiare…
Ultima questione da sciogliere riguarda il futuro di due "oramai indesiderati" come Artest e Tinsley. Il primo è un elemento abbastanza ingestibile ed ha creato più di un problema alla società e, malgrado il rendimento ed i numeri siano con lui, ha compagni e società contro (e tanti estimatori nella Lega visto pure il salario non altissimo, 5.4 ndr); per il secondo è finita la luna di miele con coach Thomas convinto pure lui che serva un regista più affidabile e meno lunatico.
Per il resto si prova sempre a scaricare Croshere ed il suo contratto spropositato (7.4 milioni di dollari la prossima stagione), e si lavora sui giovani Jonahtan Bender (progetto un po' troppo a lungo termine), Fred Jones, Primoz Brezec e Jeff Foster (più la seconda scelta James Jones).
Per ora di affari veri, scambio Miller a parte, se ne sono visti pochi: scontata la firma della bandiera Reggie Miller, salutata la chimera Tim Hardaway, gli unici acquisti sono stati il tiratore canadese Carl English ex Hawaii University stranamente non scelto al draft ed il play Anthony Johnson ex riserva di Kidd ai Nets mentre si discute molto sul nome di Jon Barry FA a Detroit.
Insomma, carne al fuoco ce n'è e come, la partenza di Miller lascerà molti strascichi polemici ed un buco importante nel roster, ma ora bisogna solo capire che rotta sceglieranno di seguire ai Pacers e quanto lontano sapranno portarli il capitano Larry ed il condottiero Jermaine.