Van Horn, il pezzo pregiato del mercato dei Sixers
I Los Angeles Lakers, ancora scottati dall'eliminazione patita nei playoffs della stagione da poco conclusa, hanno riportato il sorriso sui volti dei loro tanti tifosi (questo prima che il "caso Bryant" getta un'incognita sul futuro prossimo del campionissimo in maglia gialloviola), tramite l'ingaggio di due giocatori i quali a pallacanestro sanno giocare: Gary Payton, ex Seattle e Milwuakee e Karl Malone, tante stagioni a Salt Lake City in compagnia di John Stockton e ora davanti ad una nuova sfida, alla ricerca di quell'anello che per ben due volte Michael Jordan gli ha soffiato da sotto il naso.
I New Jersey Nets, reduci da due finali (ed altrettante sconfitte) hanno messo sotto contratto Alonzo Mourning, nella speranza che lo sfortunato fuoriclasse ex Miami possa tornare quello di una volta.
I Cleveland Cavaliers viaggiano a mille grazie a Mister 90 milioni di dollari, Lebron James, da molti già soprannominato LBJ.
E i 76ers? Nella città dell'amore fraterno l'estate ha portato davvero poche novità in chiave mercato e, se le voci di una possibile cessione dello Sceicco Bianco, Keith Van Horn, continuano a tenere banco sui giornali, di colpi ad effetto non se ne parla affatto ed il roster attuale potrebbe alla fine non risultare competitivo a sufficienza per puntare a qualcosa di più di una qualificazione per la postseason all'ultima gara.
Il rinnovo del contratto dell'ala Kenny Thomas, perfezionato lo scorso 16 luglio (un "pluriennale per lui) è l'unica notizia degna di nota e, visto il valore economico del pezzo di carta firmato dal giocatore, di follie "alla Moratti", o, se preferite, alla "Mark Cubain", se ne vedranno davvero poche all'ombra della Freedom Bell.
Capitolo Iverson. Larry Brown se ne è andato e per adesso the Answer non pare abbia espresso il desiderio di traslocare ma la domanda è questa: per quanto ancora rimarrà in piedi il connubio Allen-Phila? Il numero 3 ha ancora voglia di lottare, sacrificarsi (come nel 2001-2002) e puntare al titolo oppure anche lui, come già Barkley, Ewing, Stockton, Malone (fino ad oggi), sarà ricordato come un re senza corona?
Aaron Mckie, causa cronici problemi fisici, è ormai l'ombra del giocatore che due anni fa fu capace di conquistare il titolo di Sesto Uomo dell'Anno mentre da Eric Snow, oltre al cuore e all'impegno sarebbe ingiusto aspettarsi qualcosa di più.
Lo staff dirigenziale dei 76ers si muove senza troppa convinzione in un mercato fino ad oggi avaro di soddisfazioni, mentre tra i tifosi, sui vari forums sparsi nella rete, il malumore cresce di giorno in giorno.
Le ultime voci riguardano una possibile trade a 4, tra Minnesota, Phila, New York ed Atlanta, che porterebbe Sprewell alla corte di KG e Glenn "Big Dog" Robinson ai Sixers; non c'è ancora l'ufficialità ma nella Città dell'Amore Fraterno si aspetta il grande colpo come noi italiani, di questi tempi, l'acqua dal cielo.
Poco incisivi sotto canestro (Derrick Coleman non ha ancora firmato e senza di lui in quella zona del campo sarà dura per i ragazzi di coach Randy Ayers), privi un centro di peso (su MacCulloch ora come ora è impossibile fare affidamento e in giro "a piede libero" non ce ne sono poi molti), con un attacco asfittico (eccetto AI ma qui si torna al solito discorso del "diamogli l'arancia e ci toglierà dai guai" ).
I Sixers di oggi sono questi ma c'è persino chi, sul "discussion board" del Philadelphia Enquirer, azzarda questa previsione: Philadelphia campione (anche se a fatica), grazie al cuore del team e ad un quintetto di questo genere: Snow, Iverson, Coleman, Kenny Thomas, Keith Van Horn.
Quasi dimenticavo, in panchina siederebbero: Mckie, Dalembert, Rentzias, Salmons e Buckner.
Quando pioverà a Philadelphia?
Stay tuned!