Retine infuocate

Ecco Alonzo che mostra orgolioso la sua nuova divisa, per lui inizia una seconda carriera.

Non hanno proprio perso tempo Rod Thorn ed i New Jersey Nets, così, dopo la seconda finale persa di seguito, hanno deciso di affrontare i problemi prendendo il toro per le corna. E ad oggi bisogna proprio dire che se la stanno cavando più che egregiamente avvalorando quanto di buono fatto nelle ultime stagioni.

Ma andiamo con ordine: il problema numero uno per la franchigia era la riconferma di Jason Kidd vero e proprio "deus ex machina" delle retine e primo artefice dei risultati positivi della squadra; il play pareva voler cambiare aria, non aveva gradito alcune scelte operate dall'allenatore durante la finale ed in più non aveva mai fatto mistero di non amare troppo il Garden State (e nemmeno sua moglie Joumana, da sempre primo consigliere, e qualcuno mormora titolare dell'ultima parola nelle questioni di famiglia).

Se a ciò aggiungiamo che in tanti avevano cercato di convincerlo a cambiare (su tutti gli Spurs, ultimi ad arrendersi, ma anche Mavs e Nuggets) ed alcuni avevano bussato alla porta dei Nets per un sign & trade, il quadro era ben delineato con forti possibilità  di addio.

In questo Thorn è stato molto bravo: ha lasciato che Jason vagliasse le varie proposte senza imporgli ultimatum, ha tenuto buona la squadra rassicurando i compagni (su tutti K-Mart che aveva dichiarato che senza Jason se ne sarebbe andato pure lui), ha voluto che Kidd riflettesse bene sul suo futuro (senza dare credito alle tante chimere che volevano in arrivo Garnett o altri)

ed anche quando ci sono stati momenti critici, leggi addio di Eddie Jordan come vice allenatore e l'uscita di un'intervista (a cui i media americani hanno dato grande risalto) in cui il giocatore pare chiedesse la testa di Scott (poi ritrattata come falsa), non ha mai perso la calma pianificando al meglio alcune mosse di mercato e non che garantissero a lui, ed a tutta la squadra, la certezza di rimanere competitivi a lungo.

Alla fine il tutto ha pagato, Kidd ha rifirmato per altri sei anni per 99.2 milioni di dollari complessivi riportando la calma nell'entourage dei Nets e lanciando un chiaro messaggio a tutto l'ambiente della NBA: qui facciamo le cose sul serio e vogliamo vincere!

Le parole di JK il giorno della firma sono state più che eloquenti <…la società  ha fatto di tutto per farmi restare, sta operando molto bene per rafforzare il roster e rimanere competitivi, io mi trovo benissimo con loro e sono certo che qui potrò togliermi un sacco di soddisfazioni…>, poi qualche parola sull'operato di Thorn <…Rod è una grande persona, mi ha voluto qui ad ogni costo ed io voglio ripagarlo di tutto… so che lui ci farà  vincere…>.

Dopo alcune settimane di dubbi ed incertezze il management è passato dalle parole ai fatti; ha messo sotto contratto la prima scelta Zoran Planinic guardia-ala (ma occhio che nei primi allenamenti Scott l'ha provato anche da play) croata ex Cibona di cui si dice un gran bene, (<…ne sentirete parlare a breve…> giura il Presidente), ma soprattutto ha messo a segno uno dei maggiori colpi di questo primo scorcio di mercato firmando Alonzo Mourning con un quadriennale da 22 milioni di dollari.

Sull'ex pivot degli Heat c'erano pure Dallas e Denver convinte anche loro che, dopo due anni di quasi inattività , Zo potesse tornare a buonissimi livelli e contribuire pesantemente alla causa, ma, come dichiarato dallo steso giocatore, a fare la differenza è stata la possibilità  di giocare con Kidd <…chi non vorrebbe giocare con uno come lui?! Personalmente lo ritengo uno dei giocatori più decisivi di questa Lega e non vedo l'ora di giocarci assieme…poi i Nets sono un gran gruppo, hanno ottimi giocatori che vogliono vincere, proprio come me>.

Riguardo alle reali condizioni di Mourning, a tre anni di distanza dalla scoperta della terribile malattia ai reni, il coach pare avere le idee ben chiare <Zo appare recuperato perfettamente, sarà  in grado di aiutarci ed anche se non ha più la tenuta di quattro-cinque anni fa non ha certo dimenticato come si gioca a basket…>.

Tradotto in soldoni vuol dire che, anche con un rendimento inferiore ai suoi standard pre-infortunio, Alonzo potrà  dare una grossa mano con la difesa, i rimbalzi e la sua ottima tecnica (nella stagione del primo rientro ha fornito 16 punti e 7 rimbalzi ndr).

Ora i Nets cercheranno di capire bene come operare per migliorare ulteriormente il roster già  molto buono: l'unico free-agent è Rodney Rogers che si è già  detto disposto a rimanere, vanno però operate alcune mosse che permettano di bilanciare al meglio la squadra.

Con l'arrivo di Zo la front-line delle retine diventa fortissima, ma sovraffollata; sul piede di partenza appare il suo ex compagno a Georgetown Dikembe Mutombo titolare di altri due onerosissimi anni di contratto (rispettivamente 17.8 e 19.5 milioni di dollari), ma sempre pieno di estimatori in mezza Lega.

L'affare appare difficile per problemi di salary cap e per la reale volontà  di chiunque di accollarsi l'ingaggio dell'africano fermo quasi tutta questa stagione e "miracolosamente" riapparso in finale, ma Thorn sembra fiducioso e comunque non ha fretta (avendo in organico gente come Collins e Aaron Williams per tamponarne la perdita) di disfarsene ed attende buone offerte.

Tra le priorità  appare fondamentale trovare un buon cambio per Kidd che gli permetta di non spremersi troppo e rifiatare più a lungo quando la gara lo consente, tra i nomi che si fanno spiccano Darrell Armstrong dei Magic e Travis Best di Miami, ma magari dal mercato usciranno fuori altre novità .

Poi dalla piccantissima stampa newyorkese è venuta fuori la notizia che il management è alla ricerca di una buona guardia tiratrice che permetta di panchinare (o cedere) un Kerry Kittles mai incisivo nei momenti caldi della stagione, ma non c'è stata alcuna conferma o smentita.

Per ora rimane un quintetto altamente competitivo ed una panca in grado di supportarlo, ma in un mercato così aperto gli scenari cambiano molto rapidamente. Le ultime voci danno Thorn ineterssato ai FA di Dallas Walt Williams ed Adrian Griffin.

Lasciando gli affari va ora affrontato un nodo che si mostra spinoso per lo svolgimento della prossima stagione, quello riguardante coach Byron Scott. Sembra oramai chiaro che, al di là  delle voci, il rapporto tra lui, Kidd ed alcuni giocatori non è proprio idilliaco.

Byron, seguendo i consigli del suo mentore Pat Riley, preferisce sorvolare, ma sul banco degli imputati ci sono i suoi metodi di allenamento (ritenuti da alcuni troppo duri), alcune sue scelte tecniche (specie in finale quando, dopo aver messo Mutombo in campo in gara 2 ottenendo buone risposte, lo ha poi "dimenticato" in fondo al pino) ed i rapporti, a volte non chiari, con i suoi ragazzi (a cui spesso preferisce far giungere messaggi "attraverso i media" piuttosto che in privato).

Se a ciò aggiungiamo la partenza di Eddie Jordan che, oltre ad essere ottimo assistente ed addetto all'attacco dei Nets, era quello che faceva da tramite tra coach e giocatori stemperando malumori ed incomprensioni, si capisce come la situazione potrebbe anche prendere scenari oggi inimmaginabili.

Per ora la società  fa orecchie da mercante smentendo ogni problema interno, però intanto ancora non si decide a rifirmare il contratto dell'allenatore in scadenza nel 2004…che sia un chiaro segnale in attesa di vedere come va l'annata???

Insomma per ora la situazione dei Nets pare rosea, hanno centrato due colpi di grande sostanza e si preparano ad affrontare un'altra stagione da protagonisti, cosa impensabile fino a pochi anni fa.

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