Chris Kaman, bello stile e tecnica ma forse ancora troppo “morbido”.
Alla fine, i nodi stanno venendo al pettine per i Clippers. Il draft in se' e per se' non sembrerebbe deludente, in realtà : sono arrivati due ottimi prospetti, due lunghi talentuosi e promettentissimi, merce molto rara ad ogni latitidudine. Quello che però lascia l'amaro in bocca nei tifosi biancorossoblu, e che inficia pesantemente il giudizio sulla dirigenza californiana, è la sensazione palpabile che in fondo sia tutto inutile, perchè i nuovi talenti non si vengono ad aggiungere al roster, ma si limitano a rimpiazzare il vuoto lasciato dai talenti che già erano in squadra e se ne vanno via, in un circolo vizioso che non promette nulla di buono.
Andiamo con ordine, e valutiamo le due nello specifico:
Con la sesta chiamata assoluta è stato scelto Chris Kaman , settepiedi bianco tecnicamente educatissimo, seppur carente in quanto a fisico e attitudini difensive; nella scorsa stagione ha spadroneggiato a Central Michigan (Mid-American Conference), ma è ancora tutto da testare ad alti livelli. Una scelta ampiamente pronosticata, trattandosi dell'unico centro puro disponibile era impensabile che non venisse scelto nelle prime 10 posizioni.
Le dichiarazioni a caldo dei protagonisti non riescono ad uscire dal limbo delle banalità e dei complimenti reciproci, come prescrive l'etichetta:
Baylor, GM dei Clips, si dice eccitato per avere a disposizione un centro vero, molto tecnico, alto ma al tempo stesso mobile e coordinato.
Barry Hecker, direttore degli “scout”, sottolinea che “E' difficile trovare dei centri in giro. Pensandoci bene, in questo draft l'unico vero centro è lui. Ha ottimi movimenti in post, ottima mobilità laterale, buon tiro frontale; e, di tutti i giocatori che ho visionato in 18 anni di carriera, è il migliore nel saper sfruttare ugualmente entrambe le mani vicino a canestro. Comunque ha ancora molto da imparare prima di diventare un giocatore di impatto.”
Il diretto interessato si preoccupa innanzitutto di sottolineare il suo gradimento per la destinazione: “Ho fatto due provini con Miami, due con New York e due con i Clippers. Sapevo di essere destinato ad una di queste squadre, e sono contentissimo di essere finito qui, sono un'ottima squadra e hanno una splendida organizzazione.”
Ecco, questo ci fa capire che trattasi di dichiarazioni di facciata, quindi cerchiamo di andare oltre e di valutare la scelta un po' più in profondità :
Kaman sicuramente potrà diventare un buon centro, ma non sarà mai un dominatore delle aree NBA: ce lo dice l'intuito, ma anche la storia: nessuno dei grandi centri è mai sceso fino alla posizione #6 del draft; anzi a dire il vero gli O'Neal, Duncan, Robinson, Mourning e compagnia bella sono sempre stati scelti alla prima o seconda assoluta, l'unico centro ad avere un impatto decente sulla lega al di fuori di questi slot fu Mutombo, scelto alla #4.
Si può quindi dire che in sostanza la scelta di Kaman sia un “safe pick”, una chiamata che non cambierà di certo la vita alla franchigia californiana.
Per quanto riguarda la seconda scelta, è arrivato nientemeno che Sofocles Schortianidis, uno dei giocatori di cui più si è parlato alla vigilia. Sul poderoso greco se ne sono sentite di tutti i colori: chi diceva che fosse poco più di 2 metri, e chi invece sosteneva che fosse comodamente a 2.08 con le scarpe. Chi lo riteneva rozzo, lento, macchinoso e tecnicamente tutto da costruire, e chi invece ne sottolineava la forza fisica e l'apertura di braccia imponente, senza però rinunciare ad una buona tecnica di base. Insomma, fra chi lo vedeva nelle prime dieci e chi riteneva che non meritasse niente più che un scelta tarda al primo giro… la realtà è andata oltre le più pessimistiche previsioni, e Sofo è scivolato giù fino alla #34. Un gran bel colpo per i Clippers, che si ritrovano in casa, grazie ai dubbi altrui, in aggiunta all'unico vero centro disponibile uno dei giovani più promettenti dell'intero panorama internazionale, che molto probabilmente resterà parcheggiato ancora per un anno in Grecia.
In teoria quindi i tifosi dei Clips non potrebbero che essere soddisfatti, ma come detto in precedenza la realtà è ben diversa: Kaman e Sofo non andranno a rinforzare una squadra che vuole puntare in alto, bensì sono stati presi come “assicurazione” contro le partenze di Olowokandi ed Elton Brand. Alla partenza del nigeriano, ormai certa (ha accettato un anno di contratto in più a cifre basse proprio per avere la certezza di non poter essere trattenuto da Sterling), è ormai scontato aggiungere quella dell'ex Blue Devil: sono due anni che Baylor sceglie gente con il preciso compito di fargli capire che non è assolutamente indispensabile (Wilcox, Ely e ora Sofo), e dato che le offerte sicuramente non mancheranno è piuttsto ovvio che il rapporto si interromperà senza troppi rimpianti, da una parte e dall'altra.
A dire il vero qualcuno che coverà dei rimpianti ci sarebbe, ovvero i tifosi dei Clippers e gli appassionati neutrali che da un paio d'anni guardavano con ammirazione e simpatia una squadra giovane e con un ottimo futuro; un futuro che invece si presenta quanto mai incerto e minaccioso: Baylor ha già specificato che i Clips non si muoveranno attivamente per inseguire i FA altrui (grazie per la precisazione, Elgin, ma ci potevamo arrivare anche da soli), e avranno grossissime gatte da pelare per trattenere i propri.
Oltre a Brand di cui si è già parlato, Odom, Dre Miller e Maggette saranno restricted free agents, quindi in teoria potrebbero essere rifirmati senza problemi… ma solo in teoria, perchè in realtà sembra difficile che, qualora a tutti vengano offerti contratti sontuosi, “Scrooge” Sterling cacci il grano per trattenerli.
L'opzione più probabile è che i Clippers rifirmino uno o due dei tre suddetti; quella più drammatica, che Sterling non pareggi alcuna offerta (ma in tal caso sarebbe quasi quasi da pensaread una inibizione per incapacità di intendere e di volere), e altrettanto drammatica sarebbe quella che vede i free agents comportarsi come Olowokandi: firmare per un altro anno ancora, per non essere più vincolati l'anno prossimo.
Quella più ottimistica, che i giocatori in questione ricevano tutti offerte basse (poco più della mid level exception), e quindi i Clippers riescano a rifirmarli tutti: in ogni caso, ci ritroveremmo con uno Sterling sicuramente soddisfatto di se', ma dei giocatori non certo motivatissimi a dare il meglio di se', per una dirigenza che ai loro occhi non ha fatto altro che deprezzarli.
Insomma, cari Sterling e Baylor: se avete voglia di ripensarci e dare finalmente una svolta alla vostra franchigia, ne avete tutte le possibilità , niente è compromesso definitivamente; perdere il solo KandiMan non sarebbe tragico in fin dei conti, le altre situazioni potrebbero (anche se è difficile) essere rappezzate con un po' di buon senso e qualche marcia indietro.
Se invece intendete continuare con questa strategia, allora non avete che da scegliere di che morte morire.
[Per maggiori informazioni sui giocatori analizzati, si faccia riferimento alla scheda presente all'url http://www.playitusa.com/mockdraft.php]