Lo scambio Boston – Memphis

Marcus Banks, il giocatore migliore coinvolto nello scambio

Si dice che le scelte al draft non sono una scienza esatta: se lo fossero, non avremmo visto scegliere, gli scorsi anni, Pierce alla 10 e Stoudemire alla 9.

Si dice anche che gli scambi non sono una scienza esatta: se così fosse, non ci sarebbe un premio intitolato al miglior general manager, capace di intavolare scambi che migliorano in modo decisivo la propria squadra.

Se uniamo le due cose, scelte del draft con relativo scambio in base alla diversa percezione del potenziale da parte di general manager con idee differenti, risulta scontato che il livello di incertezza raggiunga vette elevate. Il bello del draft e dei relativi scambi di ordine di chiamata è proprio questo: alla fine risulterà  un vincitore ed uno sconfitto. Capita anche che ci siano due vincitori, entrambi soddisfatti dello scambio, ma è raro.

Durante la notte del draft si sono intavolate numerose trade, sette per la precisione, ma solo uno è degno di nota, sia per il numero di giocatori coinvolti, che per il discreto numero di chiamata.

I Boston Celtics scambiano la loro scelta numero 16 e numero 20 per le due scelte dei Memphis Grizzlies, la numero 13 e la numero 27. I protagonisti di questa trade sono Danny Ainge di Boston e Jerry West di Memphis.

Qui dobbiamo fermarci e far notare come uno dei due protagonisti è nientemeno che il mitico Jerry West. Per i pochissimi che non lo conoscessero, è stato protagonista della NBA sia come giocatore che come general manager.

Come giocatore ha avuto una buona carriera ed il suo stile era considerato così bello da ispirare il logo attuale dell'NBA, infatti il giocatore che si vede rappresentato è proprio il Jerry West giocatore.

Come general manager è riuscito a farsi valere ancora di più. Durante la sua carriera è stato motlo bravo ad intavolare scambi che alla fine risultavano quasi sempre vantaggiosi per la propria squadra. Suo è stato il merito, per esempio, d'aver costruito i Lakers tre volte campioni dell'NBA.

West ha ripercorso le tappe di un altro general manager storico, il mitico Red Auerbach dei Celtics degli anni 60 e 70 del secolo scorso. Così come è successo ad Auerbach in passato, anche per West si è arrivati all'assurdo che i colleghi decidano di non concludere un affare con lui solo per il timore d'essere caduti nel tranello di Jerry West.

Nel 2000 si è ritirato per l'eccessiva tensione che gli procurava la visione delle partite dei Lakers. Tempo un paio d'anni e ha deciso di riprendere il suo lavoro preferito, ma questa volta presso un'altra franchigia, i Memphis Grizzlies. Purtroppo per lui sembra che la pausa gli sia stata fatale perché le scelte al draft e gli scambi che ha concluso non sono stati ritenuti all'altezza della sua fama.

Danny Ainge invece non ha un nome importante come il suo più famoso collega, ma è ugualmente conosciuto per aver giocato (bene) negli anni 80 con Phoenix e gli stessi Boston. Dopo aver trascorso delle stagioni come commentatore televisivo, ora si sente pronto a gestire la squadra del Massachussetts.

Ma cosa ha spinto i due GM ad intavolare questa trattativa? Molto probabilmente è stato volere di Ainge cercare di avanzare di qualche numero di chiamata perché il suo primo obiettivo era quello di chiamare Nick Collison.

Per sua sfortuna i Sonics col numero 12 hanno chiamato l'ala di Kansas, quindi il suo piano A è fallito, ma alla vigilia aveva già  fatto sapere d'avere un piano B, evidentemente quel piano presupponeva di far chiamare ai Grizzlies il play Marcus Banks, non troppo velatamente ambito da Ainge alla vigilia.

Si dice molto bene di Banks, nonostante la sua limitata altezza, ma è da verificare ad alti livelli, così come si dice molto bene di Kendrick Perkins, scelto col numero 27 da Memphis e poi girato a Boston. Ma mentre il primo dovrebbe essere abbastanza pronto per l'NBA avendo già  alle spalle 4 anni di università , Perkins ha appena terminato il liceo, ha soli 18 anni ed è tutto da sgrezzare. Si dice molto bene di lui, gran forza fisica, è solo leggermente basso in altezza per giocare centro, ma la sua età  gli permette di crescere ancora un po'.

Dall'altra parte West ha fatto scegliere da Boston col numero 16 Troy Bell, play ancora più piccolo di Banks proveniente da Boston College. Ora immaginare che Ainge sceglie Bell, il beniamino della città  di Boston, e poi lo scambia può provocare un bello shock alla città  del New England, ma siamo sicuri che il pragmatismo americano prevarrà , soprattutto se Banks riuscirà  a ricoprire adeguatamente lo spot di play.

Di Bell non si può dire bene come Banks perché difetta in un po' tutti gli aspetti di un play rispetto a Banks, e lo stesso Dahntay Jones scelto da Ainge per conto di West al numero 20 aveva alla vigilia molti detrattori.

Il problema in questo caso sta tutto nella figura di West: come si fa a dire che abbia sbagliato così clamorosamente un draft cedendo un play buono per uno appena discreto e prendendo un'ala dal dubbio rendimento lasciando un centro dalle ottime prospettive?

I dubbi sono nati subito: o c'è qualcosa sotto, qualcosa che solo Jerry West sa, ignoto a tutti, compreso il sottoscritto, oppure più semplicemente ha sbagliato, o meglio ha azzardato sperando che i giocatori scelti abbiano qualità  nascoste ai più che potranno emergere dal prossimo autunno.

Se vogliamo entrare nell'assurdo (ma non troppo), azzardo un'ipotesi "fuori dalle righe": sapendo che tutti lo identificano come infallibile e considerando che Memphis non è una grande squadra con l'aggravante che la prima scelta di quest'anno è stata ceduta anni fa a Detroit, è possibile che Jerry cerchi di scaricarsi di dosso l'etichetta di infallibile organizzando trade palesemente svantaggiose per sé e ricominciare dal prossimo draft a fare le cose sul serio, considerando che Memphis potrebbe essere candidata ad arrivare ultima in regular season e quindi con ottime possibilità  d'avere la prima chiamata.

Lo so, l'idea è abbastanza "estrema", ma chi lo sa cosa passa dalla mente di West? L'ipotesi più probabile è che Jerry West sia semplicemente un uomo passibile di errori, ed il progetto-Memphis sia molto più problematico di quanto preventivato.

Intanto i fatti e le prospettive dei quattro giocatori coinvolti dicono che la trade è palesemente vantaggiosa per i Celtics. Come al solito solo il tempo dirà  chi avrà  ragione.

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