Maciej Lampe sfoga la tensione accumulata durante le 29 chiamate che l'hanno preceduto
Ecco i tre nuovi giocatori che vedremo prossimamente (e teoricamente) con la maglia dei Knickerbockers: Mike Sweetney (scelta numero 9), Maciej Lampe (30) e Slavko Vranes (39). Come giudicare queste tre chiamate del GM più "booh-ato" nella storia dell'NBA, Scott Layden ? Vediamo di analizzarle.
Mike Sweetney , da Georgetown, è la classica power forward sottodimensionata. Ok, nulla da dire sul suo passato univeristario (ha guidato i suoi in praticamente tutte le categorie statistiche con, tra gli altri, 22 punti e 10 rimbalzi di media), ma c'è il rischio di avere un altro Clarence Weatherspoon, perchè i dubbi su di lui in chiave NBA sono tanti.
C'è chi dice che è poco atletico, chi troppo piccolo per giocare ala grande, ma contemporaneamente troppo lento per occupare lo spot di ala piccola… insomma, potrebbe essere il classico equivoco qui ai piani alti; un giocatore senza un ruolo ben definito in grado di fare bene molte cose (tiro dalla media, per esempio) ma nulla benissimo. I tifosi bluarancio sperano almeno che abbia ragione chi in passato lo ha paragonato ad Elton Brand.
Dava forse più garanzie Nick Collison (anche perché l'unico vero centro, Chris Kaman , era andato via prima), che alla numero 9 era ancora disponibile: più alto e forse più pronto alla causa dei Knicks rispetto a Sweetney, dal momento che servono più centimetri sotto canestro.
Siccome però la situazione dei Knicks non è delle più rosee (per usare un eufemismo), né per quanto concerne il presente, né il futuro, occorreva forse un atto di coraggio e guardare in prospettiva.
Era infatti ancora disponibile pure il greco Sofoklis Schortsanitis , diciottenne di 6-10, un prospetto che potrebbe essere il nuovo Amare Stoudemire di questo draft 2003 e già abituato ad usare il suo corpaccione nel campionato greco, dove giocava per più di 20 minuti di media. Addirittura, l'europeo di madre camerunense è stato ignorato fino alla chiamata 34 (L.A. Clippers), quindi neppure con la 30 Layden lo ha scelto, ma…
Effettivamente, a quel punto era ancora disponibile il polacco Maciej Lampe , addirittura uscito dal primo giro, quando alla vigilia veniva dato spesso entro i primi 5 pick. L'ovazione alla chiamata del commissioner David Stern del pubblico presente ha finalmente coperto i (peraltro giustissimi e sacrosanti) “boooh” riservati al GM della Grande Mela, che ormai si sentono da due anni. Pure qui, però, di dubbi ce ne sono a bizzeffe.
Lampe ha un enorme potenziale: è sette piedi, ha 18 anni, un ottimo tiro da fuori ed un buonissimo ball handling rispetto alla sua altezza; ai più ricorda Dirk Nowitzki. I problemi sono però a livello contrattuale: pare infatti che il Real Madrid ne detenga i servigi per altri 2-3 anni.
Il rischio di vedere un altro caso-Vujanic (play serbo scelto l'anno scorso dai Knicks e mai arrivato, un po' per via di magagne contrattuali, un po' per paura del ragazzo di "bruciarsi", tant'è che questa estate si è accasato a Bologna, sponda Skipper) è alto ed è forse questo il motivo che lo ha fatto scivolare così in basso, anche se Lampe ha dichiarato di volere la NBA. Tra l'altro, potremmo forse scommettere sulla voglia di riscatto di un ragazzo che si è sentito snobbato dopo tante parole di stima e l'atteggiamento di sfida tenuto durante la sua salita sul palco ce lo conferma.
Per uno come lui, europeo tutto da costruire, probabilmente New York non è il posto migliore. Però potrebbe essere davvero il classico "Steal of the draft"… solo il tempo ce lo dirà .
Infine abbiamo Slavko Vranes , montenegrino di 20 anni. Altissimo (viene dato addirittura 7-6, più probabilemente 7-4), abbastanza agile e buon stoppatore, senza però un vero gioco sotto canestro. Insomma, grezzo. Le probabilità di vederlo in NBA sono a nostro avviso piuttosto basse, soprattutto a breve termine.
In definitiva, se Lampe mantiene le promesse, Layden per una volta ha lavorato discretamente, anche se la chiamata del polacco è stata quasi un forzatura che la dea bendata (o la paura degli altri GM) gli ha riservato, piuttosto che una mossa tecnica studiata.
Restano comunque parecchie le perplessità sulla chiamata di Sweetney, a meno che i work out dell'ex Georgetown abbiano fatto vedere qualcosa che noi non sappiamo, dal momento che Layden si è letteralmente innamorato di Mike in queste ultime settimane e si dava ormai per certa la sua chiamata.
Insomma, per una volta concediamo a questo GM il beneficio del dubbio e proviamo ad azzardare un quintetto, senza considerare ovviamente possibili scambi.
Ad oggi, New York potrebbe presentarsi in campo con Howard Eisley, Allan Houston, Latrell Sprewell, Antonio McDyess, Kurt Thomas, con Sweetney e Lampe ad uscire dalla panchina (usando magari il polacco da centro tattico a mo' di come utilizza i suoi lunghi Don Nelson a Dallas). Due sono però le incognite che gravano su questo quintetto.
Primo, il futuro da atleta di Antonio McDyess . Totò ha iniziato da poco a piegare il ginocchio a 90 gradi dopo l'ennesima operazione e si spera possa calcare il parquet ALMENO a dicembre" ma potrebbe anche essere che quando si parlerà di Dyce in termini sportivi lo si faccia non coniugando mai più i verbi al presente.
Secondo, la possibile candidatura al ruolo di playmaker titolare di Frank Williams . Saltate le scorse summer leagues e tutto il training camp per la frattura di un polso, ha passato la stagione in fondo alla panchina, ma quest'anno ha la possibilità di "esplodere" e dimostrare di valere un posto in quintetto, tra l'altro in un ruolo in cui da anni vi è una profonda voragine sotto la Statua della Libertà , seconda solo a quella dello spot di centro.
Se poi a luglio Lamar Odom arrivasse con la Mid Level Exception insieme ad un centro “onesto”, le cose prenderebbero di certo un'altra piega"