Jason Kidd contro Tim Duncan: saranno ancora avversari o divideranno l'armadietto agli Spurs?
Analizziamo ruolo per ruolo quali sono i free agent più importanti del prossimo mercato, con alcune precisioni: innanzi tutto la graduatoria è del tutto personale, basata su alcuni rapporti come l’età ed il valore di mercato, perché, ad esempio, tra un Maggette in grande crescita e che compirà 24 anni a novembre, ed uno Stackhouse che si porta dietro parecchi dubbi sia tecnici che personali, è chiaro che un GM sceglie tutta la vita la guardia/ala dei Clippers, anche perché i soldi che potrebbe chiamare Maggette potrebbero essere pochi per Stack.
La scritta restricted tra parentesi sta a significare che l’attuale team del giocatore ha la facoltà di trattenerlo pareggiando entro 15 giorni un’eventuale offerta di un altro team, per cui i free agent restricted alla fine sono sul mercato, ma non sono liberi del tutto.
POINT GUARD
Jason Kidd (New Jersey Nets)
La sconfitta contro gli Spurs ha pesato, Kidd ha capito che il gap con le corazzate dell’Ovest si è leggermente ridotto ma la distanza da colmare è ancora parecchia, nelle due gare finali della serie è sembrato l’unico a credere nella vittoria, ed il comportamento del pubblico che negli ultimi minuti di gara 5 lasciava la Continental Airlines Arena senza ringraziare la squadra per la stupenda stagione, non gli è proprio andato giù.
La bellissima moglie Jumana ha più volte lasciato intendere che è molto probabile un ritorno ai Nets, e le sue volontà pesano e non poco nelle decisioni di Kidd, ma il playmaker vuole lottare per l’anello, e sa che la cosa migliore sarebbe andare a San Antonio, eventualità che lascerebbe New Jersey con un pungo di mosche in mano.
Potrebbe anche approfittare della presenza degli Spurs e del loro spazio salariale per impaurire i Nets e chiedere un sign & trade per finire ad un’altra squadra da Titolo (i Lakers?), ma siamo dell’idea che alla fine Jason non vorrà passare come un traditore, ai Nets si trova molto bene e nonostante i dissidi con Byron Scott, firmerà un bel pluriennale da oltre 100 milioni di dollari, con la promessa da parte di Rod Thorn che se le cose non dovessero migliorare, verrà ceduto ad una squadra da titolo la prossima estate.
Gary Payton (Milwaukee Bucks)
Per “The Glove” il prossimo sarà l’ultimo contratto di un certo livello viste le 35 primavere. Gary ha fatto capire che la possibilità di lottare per il tanto agognato anello conterà più dei soldi, e così potrebbe accontentarsi della classica eccezione da 4.5 milioni di dollari.
Difficile che resti nella città di Fonzie (e se lo farà sarà solo per soldi), interessa a Pacers, Heat e ai Nets del suo grande amico Kidd, ma è molto più probabile un ritorno nel West, Blazers, T-Wolves, Spurs e Lakers sembrano le principali candidate, ma si fa largo l’ipotesi di un ritorno nella sua Oakland se Arenas dovesse partire.
Non è più il Payton di qualche anno fa, soprattutto in difesa, ma rimane uno dei migliori interpreti del ruolo, un leader che può regalare almeno altri 2 anni di ottimo basket, grazie anche ad un fisico perfetto che non ha mai patito infortuni di una certa entità . I 20 punti, gli oltre 8 assist di media ed il sontuoso 45% dal campo dell’ultima annata confermano che la benzina non è ancora finita.
Shaq ha detto che lo vedrebbe benissimo in maglia gialloviola, lui ha detto che il triangolo non è un problema, fate voi…………
Gilbert Arenas (Golden State Warriors)
Accetterà i soldi di Denver o resterà sulla Baia a cifre minori? In Colorado sono pronti ad offrirgli una camionata di soldi, un ruolo da uomo franchigia (o quasi), ed una squadra giovane, di grande potenziale ma non ancora competitiva. Golden State lo ha lanciato, è pronta a farne il perno della rinascita, nonostante qualche screzio con coach Musselman, e può garantirgli già oggi una buona competitività , ma non ha soldi da offrirgli, tranne la classica eccezione da 4.5 milioni.
I Nuggets gli offriranno tra i 50 ed i 60 milioni di dollari, mentre Golden State dovrebbe offrirgli via eccezione sui 36 milioni per 6 anni per metterlo al sicuro da qualsiasi evenienza (leggasi infortuni), con la possibilità di uscire dal contratto tra un anno e dargli i soldi che vuole: tutto dipenderà da Gilbert, scegliere un team in ricostruzione ma con un conto in banca da nababbo,
o restare dove hanno creduto in te, rimettendoci (almeno per ora) un bel po’ di verdoni?
Comunque vada, Arenas con i suoi solo 21 anni potrebbe essere uno dei colpi più importanti del prossimo mercato: e se alla fine tra i due litiganti sarà Miami a godere?
Andre Miller (Los Angeles Clippers – restricted)
Quando venne scambiato 12 mesi fa, i Cavs dissero che non valeva il massimo salariale e che con lui non si andava da nessuna parte.
Dopo la brutta stagione ai Clippers le sue quotazioni sono in discesa, sia perché ha pur sempre 27 anni, e quindi pochi margini di miglioramento, sia perché non è riuscito a far fare il salto di qualità alla squadra di L.A., confermando quello che a Cleveland ( e non solo) pensavano di lui.
Però non mancano gli estimatori, e i Jazz sembrano pronti ad offrirgli un ricco pluriennale per riportalo dove fece il college e affidargli la pesante eredità del più grande playmaker puro di ogni epoca, John Stockton.
Jason Terry (Atlanta Hawks – restricted)
Il 25enne di Seattle non è un playmaker (così come Arenas), ma la classica guardia nel corpo di un play. Ma se sei 185 cm scarsi, per giocare guardia nell’NBA o ti chiami Iverson (con un difensore come Snow vicino) o al tuo fianco devi avere una guardia o un’ala che gestiscano il gioco al tuo posto.
Questa atipicità lo rende poco appetibile sul mercato (a determinate cifre naturalmente), molto probabilmente resterà ad Atlanta con un bel pluriennale.
Earl Boykins (Golden State Warriors)
Il piccolo grande uomo è reduce dalla miglior stagione in carriera, ha fatto onde tra dicembre e gennaio calando nella parte finale della regular season. Il suo futuro dipende dalla decisione di Arenas: se Gilbert andrà via, una parte dell’eccezione dovrebbe essere per lui, altrimenti Golden State potrebbe offrigli solo la cosiddetta eccezione da 1 milione di dollari (1,4 in realtà ), ma se al Draft i Warriors sceglieranno un play, significa che Earl tornerà sulla Baia solo se Arenas avrà fatto le valigie, cosa che nessuno si augura ad Oakland.
Dopo anni di decadali spera di ottenere un garantito per almeno 3-4 stagioni, lo meriterebbe, e potrebbe ottenerlo da chi cerca un play che esca dalla panchina dando velocità , ritmo, grinta e leadership, oltre ad un contagioso entusiasmo in tutto l’ambiente.
Altri
Tra gli altri playmaker disponibili sul mercato troviamo il mancino Kenny Anderson, 33 anni in ottobre, il 34enne Darrell Armstrong, vera e propria istituzione ad Orlando, ma che dovrà accontentarsi di un contratto molto più basso rispetto all’ultimo per restare ai Magic, Travis Best reduce da una stagione in chiaroscuro a Miami, ma pur sempre elemento di valore che potrebbe essere un ottimo back up in squadre di alto livello, Tyrone Lue, Antonio Daniels e Speedy Claxton, le cui quotazioni sono in decisa crescita dopo l’ottima Finale disputata.
GUARDIE
Richard Hamilton (Detroit Pistons – restricted)
Ottima stagione, ha fatto dimenticare Stack in qualche settimana, nei playoff è salito ulteriormente di livello (al contrario di ciò che fece il suo illustre predecessore l’anno passato….) ed ora lo scambio tra Detroit e Washington non solo non appare sbilanciato come sembrava l’estate scorsa, ma vede vincenti i Pistons.
Rip è uno spettacolo da vedere per come si muove senza palla, probabilmente ha il miglior gioco intermedio di tutta l’NBA, è un realizzatore costante mentre in difesa non si può certo dire che sia un mastino, anche se si impegna ma a causa di un fisico piuttosto leggero soffre contro le guardie potenti.
Non è l’uomo intorno a cui costruire una franchigia (e quindi da massimo salariale), ma può essere un grande secondo violino, niente fa pensare ad un sua clamorosa partenza da Detroit, ma visto ciò che è successo ultimamente nella Motown meglio non dare niente per scontato…..
Corey Maggette (Los Angeles Clippers – restricted)
Per la quarta stagione consecutiva ha segnato più punti, ha fornito più assist, ha rubato più palle, ha tirato meglio dalla lunga distanza e dalla linea della carità ( ha catturato anche 5 rimbalzi a gara, tra i migliori del ruolo)
Dei free agent di marca Clippers è quello meno reclamizzato, ma non per questo il meno apprezzato, ha un fisico mostruoso, una grande etica lavorativa (grandiosi i progressi nel tiro da fuori rispetto ai primi anni NBA), un gioco offensivo davvero completo (attacca il canestro, tira bene da fuori, usa i muscoli per portare vicino a canestro gli avversari più piccoli), in difesa non è certo un buco nero e a novembre compirà 24 anni! Inutile dire che se continua così può diventare una delle prime 5 guardie della Lega (ma può coprire egregiamente anche lo spot di ala piccola) e nutrire ambizioni da All Star Game.
L’eccezione salariale di una quindicina di team è pronta, ma i Clippers conoscono il valore del ragazzo e potrebbero pareggiarla trattenendolo in California; difficile fare ipotesi sul suo futuro, possiamo solo dire che il rapporto
qualità /prezzo/età fa dell’ex Duke uno dei giocatori più appetibili del prossimo mercato.
Jerry Stackhouse (Washington Wizards)
Ha l’opzione per uscire dal contratto rinunciando a 13 milioni in 2 anni, ma non si sa se la eserciterà dopo la deludente stagione a Washington.
Il Doctor Jerry compirà 29 anni in novembre, ma i dubbi su di lui aumentano stagione dopo stagione: dopo la sua cessione i Sixers sono cresciuti passando dalla Lottery alla Finale NBA in 3 stagioni, sembrava l’uomo fondamentale a Detroit ed invece le cose sono andate decisamente meglio.
E’ un buonissimo giocatore, ma non la superstar che si pensava potesse diventare all’inizio di carriera, ha un carattere decisamente complicato, la cosa migliore sarebbe restare nelle Capitale per andare sul mercato fra 2 estati con più forza contrattuale (il che significa giocare decisamente meglio dell’ultima annata) e meno concorrenti sul mercato.
Ma se sarà sul mercato di certo non resterà disoccupato, mal che gli vada si accontenterà dell’eccezione salariale…….
Reggie Miller (Indiana Pacers)
E’ il simbolo dei Pacers, l’uomo che da 16 anni viene identificato con la squadra, difficile pensare ad una sua partenza, anche se il suo rinnovo in ordine di importanza viene dopo quello di O’Neal e dell’altro Miller.
In agosto compirà 38 anni, in uno spogliatoio turbolento come quello di Indiana la sua leadership è necessaria, anche se nell’ultima stagione è servita a ben poco.
Voshon Lenard (Toronto Raptors)
Ha giocato molto bene nella disastro generale dei Raptors, ha chiuso con oltre 14 punti di media disputando delle partite davvero esaltanti.
Ha 30 anni, una solida esperienza, difende più che discretamente ed è mortifero dalla lunga distanza, inoltre non ci sarà bisogno di un intervento del Fondo Monetario per assicurarselo…..
Perfetto per i Lakers a nostro avviso.
Dion Glover (Atlanta Hawks – restricted)
Il 24enne ex Georgia Tech ha sicuramente il talento per diventare una buonissima guardia NBA, peccato che in questi 3 anni non abbia mai mostrato la giusta convinzione.
Nelle ultime 15 gare di stagione ha viaggiato ad una media di 15 punti, 6 rimbalzi col 45% dal campo e il 34% dalla lunga distanza (8 vinte e 7 perse per gli Hawks): sarà il tanto atteso cambio di direzione o un’estemporanea fiammata dovuta al contratto in scadenza?
Altri
Lucious Harris è il capitano dei Nets, c’era quando le cose andavano male, non c’è nessuna ragione per non vederlo tornare ora che le cose sono decisamente cambiate, visto che sia lui che la società hanno intenzione di proseguire il matrimonio.
Gli ottimi playoff disputati hanno convinto i Kings a prolungare il rapporto con Jimmy Jackson così come sono serviti al 25enne Raja Bell per tornare sotto i riflettori, a scapito però di Adrian Griffin, ma chi cerca un ottimo difensore a prezzi ragionevoli difficilmente può trovare di meglio dell' ex Roseto.
ALI PICCOLE
Lamar Odom (Los Angeles Clippers – restricted)
Per talento siamo nella top 5 tra i principali free agent, ma negli ultimi 2 anni ha saltato troppe partite per problemi fuori dal campo ma soprattutto per infortuni. Uno dei pochi giocatori in grado di dominare una partita senza necessariamente mettere a referto 30 punti, difetta di cattiveria agonistica e lascia molto a desiderare come etica lavorativa, ma pare che abbia deciso di passare l’estate in palestra.
E’ il preferito di Sterling, anche se la logica lo porrebbe dietro a Brand e Maggette tra le priorità Clippers, tutte le altre 28 franchigie sarebbero più che felici di offrirgli l’eccezione salariale ma in quel caso anche un braccio corto come quello del proprietario dei Velieri non potrebbe esimersi dal pareggiare le offerte.
Ha detto che accetterebbe di giocare ai Knicks per l’eccezione, e potrebbe essere la mossa giusta per la sua carriera anche se dietro l’angolo ci sarebbero i rischi extrabasket di un ritorno a casa…
Wizards e il suo grande ammiratore Riley hanno i soldi per portarlo ad Est, ma tutto dipende dai Clippers, la sua prima priorità è restare a LA: avere al fianco un playmaker puro (come si è visto con Miller) ne limita tantissimo il raggio d’azione, perfetto se il play è principalmente uno scorer.
Spesso se ne parla come di potenziale stella che ha deluso le attese, ma va ricordato che a novembre compirà la bellezza di….24 anni!
James Posey (Houston Rockets – restricted)
Swingmen di 26 anni che difficilmente i Rockets si faranno sfuggire, è un’ottimo difensore che può trasformarsi in realizzatore all’occorrenza, per mettersi a difendere non ha bisogno di avere un paio di giochi tutti per se, e questo è molto importante in una squadra che fa fatica anche a concedere qualche rito al cinese…
A Van Gundy dovrebbe piacere, e molto.
Stephen Jackson (San Antonio Spurs)
Una grandissima stagione per Jack, culminata con dei playoff davvero eccezionali in cui è stato più volte decisivo per i suoi.
Grande atleta, difensore di buonissimo livello, in attacco può bombardare da fuori con risultati mortiferi per gli avversari, pur non essendo un tiratore puro, ma può anche attaccare il canestro con decisione.
Deve migliorare nella lettura del gioco offensivo, troppe volte si lancia in iniziative discutibili da cui nascono quasi sempre palle perse o pessime conclusioni, ma ha 25 anni e solo due stagioni piene di NBA alle spalle.
Ha guadagnato soltanto 700 mila dollari nell’ultimo anno, ma l’età e la superannata disputata gli garantiranno un bel contrattone pluriennale da svariati milioni di dollari.
Il ragazzo di Houston si è inserito benissimo nell’ambiente Spurs, difficilmente andrà via, San Antonio ha i mezzi per dargli un bel rinnovo, via solo se dovesse arrivare un’offerta folle e fuori mercato, magari da parte dei Suns del suo amico Marbury.
Scottie Pippen (Portland Trail Blazers)
Andrà ai Lakers, resterà a Portland con un contrattone gentilmente elargitogli da Paul Allen per non vederlo in maglia gialloviola? O si ritirerà per tornare ai Bulls con mansioni dirigenziali? Difficile fare ipotesi, i guai fisici lo hanno condizionato parecchio negli ultimi anni, ma anche se a settembre compirà 38 anni, resta un maestro del gioco, ed i suoi 20-25 minuti di grande qualità possono essere utili a tantissimi team, sempre che gli infortuni lo condizionino di meno. 38 anni a settembre per Da Pip.
Jumanie Jones (Cleveland Cavs – restricted)
Con l’arrivo di LeBron ci sarà poco spazio, per cui i Cavs potrebbero decidere di lasciarlo andare. Giocatore enigmatico, sembra sul punto di esplodere da un momento all’altro, per poi ritornare nella mediocrità .
Molto altalenante, può disputare una gara da 25 punti con 5 su 5 da tre, per poi segnare 1 punto con 0 su 6 dall’arco qualche giorno dopo; grande atleta ed ottimo rimbalzista, ha 24 anni, potrebbe esplodere da un momento all’altro come potrebbe non farlo mai. Scommessa interessante, anche perché potrebbe venir via con pochi dollari.
DeMarr Johnson (Atlanta Hawks)
Proprio dodici mesi fa ha rischiato di morire in un terribile incidente d’auto, pare che i medici gli abbiano dato l’ok per rientrare a giocare, e questo sarebbe già un successone; in che condizioni è difficile ipotizzarlo, Atlanta qualche settimana dopo il crack disse che non avrebbe fatto valere l’opzione per il suo quarto anno, per cui ora DeMarr è libero di andare dove più riterrà opportuno.
Ha 23 anni, nella stagione prima dell’incidente nelle gare in cui giocava almeno 35 minuti viaggiava a 16 punti, 6 rimbalzi e 1,5 stoppate, resta una scommessa perché nessuno può sapere in che condizioni rientrerà , ma se torna quello di prima potrebbe essere uno degli steal del mercato. Minnesota lo guarda con molto interesse.
Altri
Tra le ali piccole in circolazione c’è anche il 28enne Ira Newble, difensore di alto livello e rimbalzista sopra la media, fatica in attacco anche se è molto migliorato rispetto al passato. Gli Hawks dovranno decidere se tenere lui o Glover, uno dei due è di troppo, ma comunque andrà un garantito il buon Ira dovrebbe trovarlo.
POWER FORWARD
Tim Duncan (San Antonio Spurs)
Lo mettiamo tra i free agent per dovere di cronaca, è più probabile che LeBron James non venga scelto con la 1 da Cleveland di una sua partenza dagli Spurs…..
Tre anni fa sembrava destinato a finire ai Magic, per rispetto dell’ambiente (e di David Robinson) decise di restare in Texas, ma quasi tutti erano concordi che quest’estate avrebbe salutato la compagnia.
Invece a San Antonio hanno lavorato come meglio non si poteva, in queste tre annate sono rimasti al vertice vincendo un meritatissimo anello, ed ora, finita l’era dell’Ammiraglio, avranno tra i 15 ed i 18 milioni di dollari da spendere per costruire attorno al caraibico una vera e propria dinastia: impossibile fare meglio.
Jermanie O’Neal (Indiana Pacers)
Dopo Duncan e Kidd è l’uomo più importante del mercato, oramai è una stella, nei playoff ha dimostrato carattere lottando sino all’ultimo per evitare l’ennesima eliminazione al primo turno, ma col solo Artest a dargli una mano era impresa disperata.
Per i Pacers è indispensabile trattenerlo, lui ha già detto che restare ad Indianapolis è la sua prima opzione, ma vuole che Thomas venga riconfermato. Peter Vecsey del New York Post ha detto che O’Neal avrebbe chiesto la cessione di Tinsley, Artest e Mercer per ritornare, il suo agente ha seccamente smentito, ma tra Vecsey e Isiah Thomas c’è un rapporto di confidenza da parecchio tempo…….
San Antonio ha i mezzi economici e tecnici per convincerlo ad emigrare nell’Ovest, ma il rispetto e la stima che O’Neal nutre per l’organizzazione dei Pacers non gli consente di lasciarli come un traditore, senza contare che ad Est è il più forte lungo in circolazione ed ha il posto garantito all’All Star Game, mentre ad Ovest sarebbe “solo” uno dei principali lunghi con l’inevitabile e durissima concorrenza per andare alla partita delle stelle.
Firmerà un contratto tra i 100 ed i 120 milioni di verdoni, per noi resta a Indiana, perché solo San Antonio tra le squadre di livello ha spazio salariale, ma se decidesse di andar via potrebbe forzare un sign&trade (utilizzando lo spauracchio Spurs con la dirigenza Pacers) per finire in un grosso mercato o vicino ad un’altra stella di prima grandezza.
Elton Brand (L.A.Clippers – restricted)
Per “Mister 20+10 ogni sera che indosso la divisa” il problema è lo stesso dei vari Odom, Maggette e compagnia bella: che intenzioni hanno realmente i Clippers? Lo scorso anno gli furono offerti 60 milioni in 6 anni ma il suo agente disse no, e vista la pessima annata della squadra, se arriverà un’offerta da parte di Donald Sterling, difficilmente sarà migliore.
Per Brand restare a Los Angeles è la prima opzione, ma come sappiamo non dipende da lui; gli ammiratori comunque non mancano, da San Antonio a Miami, da Utah a Denver,da Orlando a Detroit, ma pur essendo un ottimo giocatore, una bravissima persona ed un solido professionista, resta pur sempre una power forward di 2 metri e investire una cifra tra i 70 e gli 80 milioni di dollari è un grandissimo rischio, che potrebbero prendersi solo quelle franchigie bisognose di un colpo sul mercato a tutti i costi.
Se le cose non si dovessero mettere per il verso giusto , potrebbe tornare ai Clippers per una sola stagione, così da diventare free agent a tutti gli effetti l’estate prossima, ma per l’ex Duke questa è l’ultima delle ipotesi, visto come è andata ad Olowokandi.
Juwan Howard (Denver Nuggets)
Per anni nessuno voleva sentire il suo nome quando si trattava di intavolare trattative, causa contratto da 105 milioni di dollarucci in 7 anni, ma man mano che la scadenza di quel contratto si avvicinava, diventava sempre più ricercato….
Vivrà un’estate da protagonista (o quasi) perché è un buonissimo giocatore, ha 30 anni ma già una solida esperienza alle spalle (9 stagioni nella Lega), ha guadagnato molto rispetto negli ambienti NBA perché non si è mai lamentato della pessima situazione in cui giocava , e soprattutto dovrebbe bastare l’eccezione salariale per garantirsi le sue ottime prestazioni.
E’ uno dei principali candidati ad indossare la maglia Lakers, giocare per l’anello ed al fianco di Shaq è un’offerta che non si può rifiutare, ed anche se Detroit lo tenta, e non poco, se a L.A. decideranno di spendere l’eccezione su un lungo e non su un play, non ci sono dubbi sulla scelta dell’ex Fab Five
Karl Malone (Utah Jazz)
A 40 anni la vita cestistica del postino cambierà inevitabilmente, perché anche se non dovesse lasciare i Jazz, per la prima volta in carriera non avrà al suo fianco tale John Stockton : si chiude un era nello Utah (ma non solo!) comunque andranno le cose.
Al momento sembra difficile un suo ritorno a Salt Lake City come giocatore, anche se le litigate col proprietario Miller vanno prese con le molle, visto che non sono una novità . Se dovesse lasciare i Jazz, quasi sicuramente dirà addio alla possibilità di battere il record di punti di Jabbar, ma potrebbe lottare per vincere il tanto sospirato anello, anche se il suo posto nella Storia del gioco se lo è già conquistato da un pezzo e l’anello in più o in meno non cambierà niente.
Il fisico resta eccezionale, quest’anno è sceso sotto i 20 punti di media per un soffio, ma ha stabilito il record personale di assist (4.7 ad incontro solo KG e Walker hanno fatto meglio tra i lunghi) ed ha segnato 30 o più punti in 7 gare (con una a quota 40…..).
Può ancora garantire 20-25 minuti di altissimo livello, se dovesse partire Dallas, Kings e Lakers sembrano le uniche destinazioni possibili: per Phil Jackson sarebbe perfetto per il triangolo……….
P.J. Brown (New Orleans Hornets)
Superbo difensore, rimbalzista di altissimo livello, specialmente in attacco dove è tra i primi lunghi NBA, col passare degli anni è diventato pericoloso anche in attacco grazie ad un buonissimo tiro dalla media. E’ il classico uomo squadra, lavora sodo e non si lamenta mai se non arriva qualche palla in attacco, ha ottima esperienza di post season però ha 34 anni, anche se per il momento non ha dato alcun segnale di flessione.
E’ uno dei lunghi più ambiti, Spurs e Lakers lo hanno inserito tra i principali candidati ad affiancare Duncan e Shaq, ad Est sono parecchie le squadre pronte ad offrirgli un bel contrattone (anche perché potrebbe occupare il ruolo di centro vista la carenza di lunghi) ma gli Hornets faranno di tutto per trattenere l’ex pupillo di Riley, anche se la possibilità di lottare per l’anello potrebbe rilevarsi decisiva.
Altri
Disponibili sul mercato anche il 26 enne Kenny Thomas (Restricted) ed il 36 enne Derrick Coleman, entrambi ai Sixers la stagione passata. Rifirmare Thomas, eccellente negli ultimi 2 mesi di campionato, è una delle priorità di Philly, mentre dopo il clamoroso addio di Brown, è difficile pensare ad un ritorno di DC nella città dell’amore fraterno, nonostante l’amicizia con Iverson: per lui si parla di un approdo a Detroit, dove coach Brown lo accoglierebbe a braccia aperte, ma resta da convincere la dirigenza dei Pistons, che ha paura di ritrovarsi un Coleman pericoloso per l’armonia dello spogliatoio.
CENTRI
Rascio Nesterovic (Minnesota Timberwolves)
Se ne facciamo una questione di solo talento, l’ex Virtus non è certo nell’elite della Lega, ma siccome il talento da solo non basta, allora ecco che il 27enne sloveno diventa il centro più appetibile del prossimo mercato.
Se ne parla poco, ma tra gli addetti ai lavori il suo nome è quello più gettonato tra i pivot, perché Rascio è un ottimo difensore, capisce il gioco, in attacco ha aggiunto qualche movimento in post all’ottimo jumper dalla media e non ha bisogno di avere tiri a disposizione per continuare a fare il suo oscuro lavoro su entrambi i lati del campo.
Lo scorso anno chiese la cessione ai Knicks, i T-Wolves dissero di no offrendogli un contratto di 28 milioni in 7 anni, nettamente al di sotto della media dei pariruolo NBA; così decise col suo agente di firmare la qualifiyg offer per un anno ed essere libero di accasarsi dodici mesi dopo, mossa che gli garantirà tra i 10 e di 15 milioni di verdoni in più sul conto bancario.
Gli estimatori di Nesterovic sono parecchi, con Nuggets, Kings, Knicks e Spurs in prima fila. Per Minnesota sarà fondamentale trattenerlo, l’amicizia con Garnett potrebbe risultare decisiva, ma i T-Wolves dovranno spendere almeno 40 milioni di dollari in 7 anni. Non è il lungo che cambia il destino di una franchigia, ma inserito nel giusto contesto (a fianco di una power di alto livello) può fare la differenza.
A nostro avviso sarebbe perfetto al fianco di Duncan, molto più di Olowokandi.
Brad Miller (Indiana Pacers)
Ha disputato una prima parte di stagione eccezionale, tanto da meritarsi la chiamata all’All Star Game di Atlanta, poi come tutti i Pacers è calato vistosamente sino a chiudere con una serie di playoff molto deludente.
Però è in crescita da almeno 3 anni, assieme a O’Neal forma una delle migliori coppie di lunghi della Lega, e a meno di clamorosi colpi di scena resta dov’è essendoci sia da parte Pacers che da parte sua la volontà di proseguire assieme.
Michael Olowokandi (L.A.Clippers)
Lo scorso anno lui ed il suo agente rifiutarono un contratto di 6 anni per un totale di 60 milioni di dollari, convinti di spuntare quest’estate un contratto superiore: è andata male, Olo ha giocato pochissimo a causa di vari infortuni, ed il suo valore non solo non è aumentato, ma è addirittura sceso. Però resta uno dei pochissimi centri in circolazione ed un buon contratto lo troverà comunque, se qualche team dovesse andare a vuoto nella caccia agli altri free agent, potrebbe bussare alla sua porta con un pluriennale ben oltre il suo valore di mercato.
Ha 28 anni, resta un giocatore di grande potenziale, ma gli anni passano ed il potenziale continua a restare tale, non ha mai giocato con cuore e passione, in questi 5 anni di NBA ha disputato solo 3 mesi di buon livello nella stagione 2001-02 con cifre molto gonfiate tra l’altro (pessime % dal campo per un centro, molti più tiri presi rispetto al passato, gare che erano quasi sempre sconfitte per i suoi Clippers), ma la carenza di 7 piedi lo rende molto appetibile comunque.
Solo Donald Sterling potrebbe dargli un contrattone come quello che cercava l’estate passata: qualcosa ci dice che non avverrà ………
Alonzo Mourning (Miami Heat)
Il Mago di Zo ha ricevuto l’ok dai medici per tornare a giocare, ora bisognerà vedere dove.
Miami non può offrirgli un contratto di un certo livello, altrimenti si bloccherebbe la flessibilità , ma con la carenza di lunghi che c’è oggi nell’NBA, Mourning troverà sicuramente un buon contratto.
Le condizioni fisiche restano un’incognita , ma ZO ha solo 33 anni, e dopo l’All Star Game del 2002 (sono passati 18 mesi, non 18 anni) viaggiava ad una media di 16 punti, 8,5 rimbalzi, 2,4 stoppate con il 51,6% dal campo in 32 minuti. Non gioca da una stagione, ma è un rischio calcolato, anche una ventina di minuti di qualità potrebbero fare la differenza, un po’ tutte le squadre della Lega sono alla finestra con Minnesota, Boston, New York, Dallas, Lakers, Detroit, Sixers e New Jersey sono in prima fila.
Vladimir Stepania (Miami Heat)
Uno degli europei più sottovalutati, ha chiuso la stagione come miglior rimbalzista NBA ad uscire dal pino dietro a Clarence “Hot Dog Neck” Weatherspoon con 7 carambole ad incontro, addirittura terzo rimbalzista della Lega se rapportato ai 48 minuti di gioco!
Non è una presenza offensiva (solo 5,6 punti in 20 minuti di impiego) ma ha fisico e stazza e si fa sentire sotto il suo tabellone, ha 27 anni e potrebbe essere uno dei miglior colpi silenziosi del mercato, anche se il non essere riuscito a conquistare un minutaggio superiore nella pochezza dei lunghi di Miami (Grant escluso) non depone a suo favore.
Altri
Tra i principali centri free agent poteva essere inserito Keon Clark, ma difficilmente opterà per uscire dal contratto vista la seconda parte di stagione deludente a Sacramento (ma non solo per colpa sua) , ci saranno invece il declinante Elden Campbell ed il 27enne Predrag Drobnjak, che sembrava di ritorno in Europa ma dopo un finale di stagione in crescendo potrebbe trovare un contratto, grazie al buon tiro da 3 e alla penuria del ruolo: se avete un po’ di tempo vi consigliamo di fare un salto sul suo sito, www.nba.com/sonics/drobnjak/manjaks , potrebbe diventare uno dei vostri beniamini…