Tutto da rifare per i deludenti Spurs di gara 4
Qualcuno l'ha già definita come "la più brutta serie di Finale della storia recente NBA".
Dopo aver letto le percentuali al tiro delle due squadre, e, soprattutto, dopo aver assistito ad uno spettacolo tutt'altro che entusiasmante, viene quasi voglia di sottoscrivere in pieno tale pensiero.
La mente dei nostalgici si rivolgerà immediatamente agli anni 90, alle sfide punto a punto (sì, come mercoledì, ma i paragoni finiscono qui, per favore) tra i Chicago Bulls di MJ e gli Utah Jazz del duo Stockton & Malone, per poi tornare al grigio presente targato NBA 2003 Finals.
Alla fine c'è stata gloria solamente per i Nets, ma, questo è il pensiero del sottoscritto, a perdere sono stati entrambi i contendenti, protagonisti di una partita nella quale la paura di perdere ha attanagliato i giocatori, mortificando lo spettacolo.
Si dirà che le difese hanno svolto a dovere il proprio compito, ed in parte è anche vero (23 stoppate in totale) ma i due reparti offensivi sono stati asfittici a prescindere, un peccato dato che sul parquet si sono affrontati campioni in grado di trattare l'arancia come ben pochi altri al mondo.
In casa Spurs l'atmosfera è molto cupa e già alcuni giornalisti puntano il dito accusatore contro coach Popovich, bersagliato dalle critiche non tanto per l'orrenda percentuale al tiro dei nero-argento (28.9%) quanto per il mancato ingresso in campo nel quarto periodo di Speedy Claxton al posto di un deludente Tony Parker (1 su 12 dal campo).
Addossare però tutte le colpe sulle ancora fragili spalle del giovane play sarebbe ingeneroso e anche i senatori (leggi Robinson), anziché criticare l'inesperienza del ragazzo venuto dalla Francia, dovrebbero pensare alla figuraccia rimediata in New Jersey, davanti alle telecamere di mezzo mondo, per poi, si spera, cancellare questa macchia con una dimostrazione di forza tra le mura amiche.
Quando il canestro diventa piccolo come una buca di un campo da golf e non si riesce a fare un canestro che sia uno, i motivi per sorridere sono davvero pochi e i dubbi di chi siede davanti alla televisione o assiste direttamente alla partita circa la bontà dello spettacolo offerto non fanno che aumentare.
In ogni caso una serataccia per il talento d'Oltralpe il quale, nelle prime tre gare, era riuscito a vincere il duello con Jason Kidd.
E una sconfitta pesante che rimette tutto in discussione. Ecco riassunte le ultime 24 ore di San Antonio, in attesa di sapere se la benzina nel motore dello squadrone capace di eliminare prima i Campioni del Mondo e poi i Mavericks è arrivata all'ultima goccia.
Gli Spurs visti all'opera mercoledì non avrebbero meritato di vincere ma una vittoria avrebbe, con ogni probabilità chiuso il discorso. Dal canto loro, i Nets, pur non offrendo una pallacanestro di livello eccelso, sono, più per demerito dell'avversario che per merito proprio, ancora in corsa per la conquista dell'anello e, accortisi di non avere di fronte una corazzata inattaccabile, cercheranno con ogni mezzo di rompere un digiuno che, per la Eastern Conference dura ormai dal 1998 (ultimo anno dell'Era Jordan).
Saranno molti i dubbi che tormenteranno le nottate di Popovich, la guida di un gruppo che sembra essersi smarrito. Mai nel recente passato un team dell'Ovest era parso così in difficoltà in una Finale, e i tifosi degli "speroni" già fanno gli scongiuri.
David Robinson pensava (e, in cuor suo sperava) di non rimettere piede all'interno dell'SBC Center in qualità di giocatore in attività ; invece, il tempo del meritato riposo non è ancora arrivato e, comunque vada venerdì, sarà nel Texas che si deciderà il destino di Nets e Spurs.
Stay tuned!