A sorpresa, il veterano Steve Kerr ha deciso partita, e serie!
A volte ritornano!
Steve Kerr, il super veterano dei San Antonio Spurs, l’uomo “faro” dello spogliatoio, il tutore dei rookie e dei giovani dei neroargento è stato, per una volta, protagonista straordinario sul parquet dove ha preso per mano i suoi, dispensando fosforo in regia e la doppia cifra nei punti, tutto questo nel decisivo quarto periodo.
Gara 6 dopo l’iniziale equilibrio si è mostrata ben presto un calvario per gli Spurs, ancora scossi psicologicamente dal disastro della partita precedente, con un Parker limitato da problemi fisici (ed, infatti, autore della peggior partita in carriera) e un Duncan insolitamente poco incisivo sia in attacco che in difesa.
Nelson e il fido Del Harris come il solito hanno dimostrato di aver preparato la partita in modo impeccabile e mai come in quest’occasione è sembrato evidente la maggiore duttilità dei Mavs, consapevoli di non avere niente da rischiare, i loro avversari oltre ad apparire stanchi e insicuri, spesso non riuscivano neanche a comunicare tra loro in campo, da quando siede in panca Popovich mai i neroargento avevano difeso cosi male e attaccato peggio.
I motivi del rendimento sotto le attese sono probabilmente da ricercarsi esclusivamente nelle difficoltà di trovare concentrazione adeguata per tutta la squadra, il fattore campo almeno una volta in questa serie sembrava influire in modo decisivo.
Il terzo quarto di gara 6 si è concluso con l’arena di Dallas in pieno delirio per un solido vantaggio in doppia cifra, i giocatori di casa pieni di energia e di motivazioni nonostante l’assenza di Nowtikzi e del centrone Bradley.
Inguardabile Parker, poco incisivo Claxton non c’era molto altro da fare, bisognava cercare un’alternativa, anche in fretta per giunta!
Cosi, dal fondo della panchina Steve Kerr, chiamato da un disperato Popovich è entrato sul parquet in un momento in cui le cose non potevano andare peggio e gara sette si profilava, minacciosa all’orizzonte.
Con lui in campo a dirigere le operazioni, i suoi compagni si sono trasformati, coinvolti dal suo commovente impegno in difesa dove ha tenuto, sorprendentemente tutte le penetrazioni avversarie, in due circostanze è riuscito persino a far raccogliere il palleggio all’indemoniato Steve Nash.
Recuperata la difesa e l’entusiasmo sono arrivate le sue triple, micidiali, pesanti come macigni e che hanno permesso di far recuperare fluidità ad un attacco che si era mostrato statico e abulico per più di mezz’ora di gioco.
Insieme a lui Jackson, autore di un paio di canestri sensazionali ha letteralmente trascinato gli Spurs a recuperare e poi staccare Dallas, smarrita e incapace di segnare un canestro per ben sei minuti mentre gli avversari continuavano a crivellare di punti la loro metà campo.
Una partita che sembrava persa in malo modo e l’anticamera dell’inferno di gara 7, si è trasformata in un trionfo per i neroargento, tutto questo grazie al più improbabile degli eroi, il piccolo grande uomo Kerr autore di una prestazione memorabile, se gli Spurs sono in finale il merito è anche suo, anzi soprattutto suo!
Un gran plauso alla squadra di Cuban, spettacolare, determinata con un cuore di proporzioni enciclopediche, vincitrice di ben due gare sette e capace di mettere in gravissima difficoltà il team di Tim Duncan, nonostante l’infortunio del tedesco volante, signori tanto di cappello!
Ecco le dichiarazioni dei protagonisti:
STEVE KERR: “Mi sento bene, sono incredibilmente felice, questa è senza dubbio la migliore gara della mia carriera, il bello è che non mi aspettavo neanche di giocare, ho 37 anni e sono felice come un ragazzino in questo momento. Sono tre mesi che non giocavo nei momenti importanti, del resto Tony ha giocato sempre bene e Speedy lo ha cambiato in modo impeccabile, era inutile chiedere minuti in questa situazione. Stasera appena ho segnato il primo canestro, ho capito che era una serata incredibile per me, vedevo con facilità il canestro, mi veniva più facile del solito dare un buon apporto in difesa, è stato un momento magico!”
TIM DUNCAN: “Steve Kerr stasera ci ha dato un gran contributo, è assolutamente il simbolo del giocatore professionista ideale, gioca poco ma se lo chiamano sul campo è pronto e si cala subito alla grande nella partita, semplicemente fantastico”.
VAN EXEL: “Popovich non è stato eletto coach dell’anno per un puro caso, ha inserito Kerr nel momento giusto, ha fatto gli aggiustamenti necessari in quel maledetto ultimo quarto. Siamo collassati in attacco, schiacciati dalla loro trasformazione mi dispiace, sono molto dispiaciuto di uscire cosi ma d’altronde uscire in questo modo è tutto tranne che un disonore”.
DON NELSON: “Abbiamo giocato, come il solito una partita al massimo delle nostre possibilità , non mi rimprovero niente, in questi casi esci dal campo entri in spogliatoio e ti lamenti con i tuoi giocatori, pensi alle future trades, invece io sono rientrato nello spogliatoio ed ho fatto i complimenti a tutti i miei ragazzi, sono meravigliosi, come coach sono felice, abbiamo dato il massimo, forse anche qualcosa di più!”.
Le finali sono alle porte, da una parte ci sono i caldissimi Nets protagonisti di 10 vittorie consecutive in questi playoffs, dall’altra una squadra mai doma e più che mai determinata a vincere l’anello per cancellare il famoso asterisco, come dice sempre il grande Magic: “Signori, abbiamo in finale le squadre migliori, perché chi ci arriva è sempre il migliore, rilassatevi e godetevi lo spettacolo!”