Charlie Villanueva. Il talento non manca…
Charlie Villanueva. Un nome, mille soprannomi. Si, mille soprannomi, tanti quanto sono quelli di Sua arietà , o dell'Alieno, tanto per darvene due così a caso"ma con il nostro amico si supera ogni limite possibile e immaginabile! Eh si, perché stiamo parlando di una superstar affermata, un baller di primo livello, vogliamo mettere? Naaa, tutto sbagliato! Il ragazzo in questione ha ancora 18 anni, ha appena concluso la sua stagione da senior all'high school, eppure si ritrova già appioppati quei mille soprannomi di cui sopra"si passa dai più sobri "CV" e "C-Ville" ai celebrativi "C-Elite" o "Mr.Everything", poi si sfocia nel mare del delirio (e della tristezza: di chi legge o sente) con "Dominican KG", "Double V" (e la doppia v in questione sta per Versatile-Villanueva") e l'inarrivabile "Respected Baller"!
La fonte di tutto ciò? Un sito internet personale curato da tutti i fratelli di Charlie (posso chiamarlo con il nome di battesimo? Mi semprerebbe tabù, visto come si sono attrezzati per trovare altri modi). A 18 anni. L'impressione è che ci siano troppe pressioni che lo circondano, alcune troppo vicine. Desiderio di moneta? Pò esse'"
Ma torniamo un po' più indietro nel tempo. Charlie Alexander (adesso i fratelli mi linciano: pure il secondo nome di battesimo!) Villanueva nasce a New York, Queens, il 24 Agosto del 1984..figlio di Dominicani, lui è nato è vissuto nella Grande Mela, comunque.
C-Ville nasce "progettato" per il baseball, non per il basket: lui stesso ha affermato che a 10 anni pensava di diventare un protagonista del diamante, proseguendo la tradizione di famiglia, dato che il padre Rob era stato un buon catcher a suo tempo. D'altronde nella Repubblica Dominicana è un paese con forte ispirazione per le mazze e i guantoni, eccezione alla regola Felipe-"ero" un fenomeno-Lopez.
Ma ben presto l'attrazione per la palla a spicchi diventerà così forte da lasciar perdere il baseball, e nel 1999 si iscrive alla Blair Academy High School. Nell'anno da junior lascierà il Queens per andare a vivere a Blairstown, la città della sua high school. Dirà poi: "Il mio primo anno alla Blair è stato molto duro. Ero circondato da 400 studenti e non ne conoscevo neanche uno." Ma quest'annata gli servirà per disciplinarsi scolasticamente e crescere come persona prima di tutto. Poi anche atleticamente.
Giocherà anche accanto ad un altro fenomeno, Loul Deng, che si è già promesso ai Blue Devils di coach K. Da senior, insieme, dopo una stagione da 25 vinte e solo 4 sconfitte, condurranno i Buccaneers (così si chiamano gli studenti della Blair Academy) alla finale statale, persa di due punti anche a causa dell'infortunio di Deng. Ma per Villanueva quella è stata la più bella partita della sua vita.
In questi quattro anni al liceo, una serie di riconoscimenti individuali più o meno importanti per il nostro, ma nel corso degli anni il suo nome compare sempre più spesso nei taccuini degli scout Nba: accanto al suo, di nome, viene posto quello di Lamarvelous, al secolo Lamar Odom. Eh si, è proprio il newyorkese (anche lui"coincidenza?) il paragone più frequente quando si parla di Charlie. Punti in comune? Beh, è alto 207 cm, come Odom"pesa 100 Kg circa, come Odom"fisicamente siamo a ruota, ma anche tecnicamente C-Ville somiglia al Clipper (almeno per adesso è tale).
Charlie è giocatore polivalente, che nonostante la statura da 4, può giocare in tre ruoli, grazie al suo ball-handling e alla sua visione di gioco eccellente. Può giocare indifferentemente anche spalle a canestro, e la sua efficacia offensiva non subisce duri colpi, tutt'altro. Eccellente rimbalzista e ottimo difensore quando decide che è il momento di darsi da fare anche con il canestro alle spalle. Potrebbe flirtare con la doppia-doopia praticamente ogni sera, anche al piano di sopra. Atleticamente impressionante, eccitante in campo aperto, come al McDonald's All-American Game, quando ha fatto uso improprio dei palloni al contagiri regalatigli da Lebron James. Difficile da marcare anche quando agisce sul perimetro, può tirare in testa a chiunque gli si metta davanti o indifferentemente partire in palleggio. A proposito: anche alla voce palleggio le stelline sul voto sono 5 su 5"difficile trovare un 2.07 che palleggi così bene, Lamar Odom un'eccezione, infatti.
Beh, vi chiedereste, questo sa fare tutto, dov'è il problema? Ecco a voi: il problema è la concentrazione, che spesso viene a mancare in momenti di clamoroso imbarazzo difensivo. Spesso gioca soft, non attacca la partita come potrebbe, non legge ancora benissimo le situazioni offensive che gli si presentano. Non possiede ancora sufficiente killer-instinct, prerogativa dei grandi campioni di questo splendido sport. Potrebbe sfruttare maggiormente la sua statura per il gioco di post. Ala voce shot-blocker potremmo andare meglio, vista anche le potenzialità atletiche, ma comunque nessuno gli chiederà mai di essere un intimidatore.
Giocatore enigmatico, può diventare indifferentemente uno dei fenomeni della Lega con la L maiuscola, o un clamoroso esempio di talento sprecato. Tutta questa pressione attorno non gli fa certamente bene, ma deve sopportarla, anche perché se l'è meritata, a forza di titoli vari di Mvp (Adidas Abcd Camp, nel 2002), inclusioni nei migliori quintetti di liceali d'America e partecipazioni a tutte le manifestazioni pù importanti come il McDonald's Game.
Di fronte al suo talento innato, tutti sperano che non si perda come altri sue predecessori, fenomeni prima bidoni poi"due nomi su tutti: Felipe Lopez e Lenny Cooke.
E' stato indeciso se dichiararsi al draft Nba già quest'anno o andare ad Illinois, poi la partenza di Bill Self, il coach che lo aveva reclutato, verso Kansas ha fatto saltare l'accordo, anche se probabilmente Charlie si sarebbe dichiarato comunque.
Non un tipo particolarmente poetico (ma quanti ne esistono, di questi?), dato che il suo libro preferito è "Il signore degli anelli" (?!?), il suo rapper preferito è Eminem (capirai"), ama giocare con la Playstation e tifa per i Magic del suo idolo McGrady. Tutti si augurano possa imitare le sue gesta, lui per primo. Forza Charlie!