Michael Finley a Dallas è un capitano silenzioso. Nash decisamente no.
Dallas Mavericks 103 @ San Antonio Spurs 91
Non dire gatto se non ce l'hai nel sacco.
Oppure non vendere la pelle dell'orso"
Qualcuno ha già sentito queste espressioni?
Evidentemente a San Antonio, qualcuno ignorava questi modi di dire di trapattoniana memoria e ha commesso l'errore di sottovalutare l'orgoglio e gli attributi dei Dallas Mavericks.
Proprio così. La squadra di coach Nelson, considerata da gran parte della critica stelle e strisce, una compagine offensiva di prim'ordine ma piuttosto leggera nel caso di un tuffo nella tonnara di un must win game di play-off, ha invece fornito ieri sera una grande prova di carattere e ha scongiurato (almeno per ora) la chiusura anticipata della serie a favore degli speroni.
Per coach Popovich una delusione cocente, che si è realizzata con una dichiarazione non certo diplomatica: "Basta avere una metà di cervello per capire l'importanza di una partita del genere. Questa sera, il nostro atteggiamento è sembrato quello di un gruppo al quale qualcuno avrebbe dovuto regalare qualche cosa. Questa mancanza di maturità ci ha fatto male."
Ma cosa ha potuto scatenare la furia dell'ex agente della CIA?
Ebbene, ci sarebbe voluta tutta la pazienza zen del miglior Phil Jackson per non incassare il colpo dopo la partita di ieri.
I padroni di casa, sono partiti subito bene, probabilmente convinti di poter chiudere senza problemi la pratica anche grazie allo scoramento dimostrato dai Mavs alla fine di gara 4 e al perdurare dell'assenza di Dirk Nowitzky, hanno giocato la loro pallacanestro più classica.
Ritmo controllato, circolazione di palla e naturalmente grande affidamento verso il proprio capitano. Tim Duncan è stato come sempre un fattore della partita e alla fine il suo score è risultato il migliore, con 23 punti, 15 rimbalzi (5 offensivi) e 6 assist.
Tutta questa supremazia però non ha spaccato in due il confronto.
All'intervallo, Dallas è risultata sotto di 11 e nel terzo quarto gli Spurs si sono portati sopra anche di 17 lunghezze, ma i ragazzi di coach Nelson non hanno mollato.
Anzi, dalla metà del terzo quarto hanno cominciato a difendere in ben altra maniera. Trascinati da un Michael Finley autore di una prestazione entusiasmante e da uno Steve Nash caricato a mille, gli ospiti sono rientrati, precludendo a Tony Parker la possibilità di ragionare e anticipando con le rotazioni le linee di passaggio un po' molli dei grigio neri.
Nell'ultimo quarto, il capolavoro dei Mavericks si è concretizzato con 9 minuti di pallacanestro senza che gli Spurs riuscissero a segnare più di 2 punti (schiacciata di David Robinson).
Alla fine i padroni di casa si sono ritrovati troppo lontani da una condizione mentale accettabile per accettare la lotta alla quale li hanno costretti i verde blu e si sono dovuti arrendere con il punteggio di 103 a 91.
La domanda che a questo punto viene spontanea è ovviamente; merito dei Mavs o partita regalata da San Antonio?
Il dubbio c'è. In fondo sarebbe bastata un po' di cattiveria in più.
Ma a conti fatti, Dallas ha strameritato il risultato e lo ha fatto a suon di numeri. Le statistiche della gara hanno infatti visto in evidenza uno Steve Nash da 14 punti e 6 assist che per una volta ha stravinto il confronto diretto con Parker chiuso, è il caso di dirlo, a quota 7 + 6.
Dal canto suo, Nick the quick, si è finalmente reso utile in modo decisivo, piazzando nonostante 4 palle perse, anche 21 punti con 5 rimbalzi e 4 assist.
Il vero protagonista della serata è stato però Michael Finley da Chicago. Il numero 4 ha aperto il conto della rimonta e alla fine si è portato a casa 31 punti, 5 palle rubate, 8 rimbalzi e tanto per gradire il 100% nei liberi.
Commento dopo gara: "Questo è il mio ruolo in squadra. Forse le mie statistiche non sono le stesse di due anni fa, ma mi sento ancora il leader di questo gruppo. Magari non parlo o urlo come altre guide in altre franchigie, ma cerco di pensare da leader e credo che i miei compagni lo capiscano."
Detto del buon apporto anche di Najera e Williams (rispettivamente 11 e 12 punti), ci vuol poco a parlare degli Spurs.
La squadra che si è portata sopra 3 a 1 nella serie ha chiuso i battenti e 20 minuti dalla fine della gara.
Jackson e Bowen sono stati molto efficaci fino a quando la squadra ha girato, per loro 20 e 12 punti. Malik Rose e Robinson hanno cercato di lottare fino all'ultimo e hanno raccolto 14 punti per il primo e 5 punti con 5 stoppate il secondo, mentre Manu Ginobili ha vissuto una sera sottotono con soli 5 punti.
Al di là delle cifre personali però, l'impressione è che tutta la squadra non si aspettasse di dover fare gli straordinari, che avesse portato "vestiti leggeri" e il dato che lo conferma è quello che parla di sole 4 palle recuperate (9 per i Mavs) a fronte di 14 perse, di percentuali al di sotto delle medie classiche (22.7% da 3) e di un deficit in zona pitturata di 38 a 44.
Cosa succede ora?
La serie è ancora in mano a San Antonio, che ha ancora due possibilità di chiudere e che non ripeterà gli errori di ieri notte. Ma a questo punto Dallas sa di avere le armi e il cuore per lottare fino in fondo e se per caso Nowitzky rientrasse"
Alla prossima"