Malgrado la giovane età Chris ha le idee chiare, ma dovrà lavorare ancora tanto per migliorare…
Per Chris Bosh quella appena terminata è stata una stagione da incorniciare. Al debutto con Georgia Tech ha messo assieme 15.6 punti, 9 rimbalzi e 2.2 stoppate in 31.4 minuti di impiego medio conditi da impegno, lavoro duro e tanto talento che gli sono valsi anche il titolo di rookie dell'anno nella ACC.
E così in molti hanno salutato positivamente la decisione di provare l’avventura NBA dopo un solo anno di college ed il suo stesso coach, Paul Hewitt, ha dato il proprio benestare. Infatti è opinione diffusa che si tratti del miglior giovane lungo del panorama NCAA ed in prospettiva futura potrebbe estendere il proprio dominio alle aree pitturate della Lega.
La parola d’ordine, quando si disserta sul ragazzo texano, è: potenziale. Alto 209 cm per 108 Kg Chris è un buon mix di forza fisica e devastante atletismo, riesce a correre sui ventotto metri come un’ala piccola ed a prendere posizione sotto canestro come i pivot più massicci; è dotato di grande esplosività nelle gambe e buona coordinazione che gli permettono di saltare più volte a rimbalzo senza perdere efficacia (tutte queste doti gi sono valse paragoni con Kevin Garnett).
Dal punto di vista tecnico è un lungo puro, uno di quelli che giocano spalle a canestro, utilizzano bene il corpo stazionando sulle tacche e occupando il centro area con intelligenza. A ciò aggiunge un buonissimo tiro frontale (anche dai quattro metri) che gli permette di aprire la “scatola” nei momenti caldi e la capacità (senza abusarne troppo) di mettere palla a terra ed esplodere a canestro.
Ovvio comunque che il suo pezzo forte rimangono le terribili affondate “di prepotenza” verso l’anello e l’abilità nello sgusciare con finte e movimenti perentori; in più ha mostrato di stare lavorando per un buon gancio che rappresenterebbe una evoluzione letale al suo gioco.
Se in attacco Bosh è già avanti, ma necessita di lavorare, in difesa il ragazzo può già essere un fattore che necessita solo di alcune limature: rimbalzista nato, capace di presidiare l’area come di violare quella altrui, è aiutato dal senso della posizione e dallo straordinario dinamismo (oltre dalla già citata capacità si saltare più volte) anche se a volte “dimentica” di tagliare fuori l’avversario diretto.
La sua presenza a centro area poi rappresenta un forte deterrente agli attacchi altrui e pur con una tecnica ancora “approssimativa” si segnala come stoppatore fantastico (anche se troppe palle finiscono in tribuna) e difensore capace tanto in aiuto che sull’uomo anche se qui dovrà mettere su muscoli ed imparare ad assorbire i colpi.
Ci sono però anche aspetti su cui dovrà lavorare molto: il trattamento di palla non è dei migliori e questo ne blocca la fluidità in palleggio e la capacità di “partire” con efficacia, ma soprattutto dovrà imparare a passare meglio la sfera tanto nelle riaperture del gioco quanto nella circolazione di quest’ultima.
Questo ci porta ad un altro neo: la visione di gioco. Chris a volte sembra avulso dalla manovra, non legge bene le situazioni e appare fuori ritmo rispetto ai compagni; certo, ha appena vent’anni, ma ciò potrebbe, e come, fare la differenza in un futuro ad alto livello.
In definitiva il ragazzo è un eccellente prospetto, forte, tecnico, atletico, duttile e capace di incidere sulle sorti di una squadra specie in un periodo di moria dei lunghi. Deve però evolvere il suo gioco, mettere su peso e grinta, migliorare la gestione della palla imparando ad essere più leader e trascinatore.
Poi bisogna capire se saprà essere una buona ala grande nella NBA perché non è chiaro se potrà fare il pivot con costanza. Però in una Lega in cui molti lunghi rinunciano alle battaglie d’area e preferiscono giocare fronte a canestro Bosh potrebbe fare la differenza.