Danny Ainge torna a Boston

Danny Ainge è stato accolto molto bene sia dalla stampa che dal pubblico di Boston

Nei play-off in corso i Boston Celtics hanno sorpreso tutti positivamente per essere riusciti a passare il primo turno sconfiggendo la super-favorita Indiana, la squadra considerata ad inizio stagione l'unica ad est in grado di rivaleggiare ad armi (quasi) pari contro la carrozzate dell'ovest.

Nella semifinale di conference, di contro, sono incappati in una sconfitta altrettanto sorprendente, se non per il risultato, almeno per il modo in cui è arrivata: un 4 a 0 fa sempre male, anche se per almeno due-tre gare il risultato è stato spesso incerto.

Dopo questi play-off abbastanza contrastanti, la nuova dirigenza capitanata da Wycliffe Grousbeck e Stephen Pagliuca ha iniziato a prendere le sue decisioni per migliorare la franchigia. In genere quando c'è un nuovo padrone si parla subito di nuovi giocatori, nuovi traguardi, ma prima si guarda al settore dirigenziale. Anche Wyc e Steph non sono stati da meno.

Il general manager Chris Wallace è stato sostituito da Danny Ainge il 9 maggio scorso. Ai più giovani questo nome potrebbe risultare sconosciuto, ma a chi ha vissuto le vicende bostoniane negli anni Ottanta ricorda con un pizzico di nostalgia il giocatore bianco, piccolo e non molto forte fisicamente, che si faceva rispettare sul campo con la sua tecnica e la sua intelligenza cestistica.

Ainge, 6 piedi e 5 pollici (1,94 metri circa), ha giocato per 6 stagioni ai Celtics vincendo due titoli, poi ha militato nelle file di Portland e di Phoenix prima di ritirarsi nel 1995. Diventato allenatore sempre di Phoenix l'anno dopo, ha deciso d'interrompere quest'attività  nel dicembre 1999 per stare vicino alla famiglia, concludendo quest'esperienza con un record di 136 a 90. Successivamente è diventato commentatore per la TNT e, tra le altre cose, ha commentato gara 1 e 2 della serie tra i Celtics ed i Nets.

Quando commentava alla televisione le partite, ha più volte manifestato l'intenzione di voler diventare GM di una franchigia, per questo è stato chiamato dai Celtics a questo compito. Ovviamente se Wyc e Steph hanno deciso di sostituire Wallace un motivo ci sarà : forse perché non è riuscito a sfruttare adeguatamente le prime scelte degli anni scorsi, alcune con numeri di scelta molto alta? Forse perché alcuni scambi non sono stati efficaci per la causa biancoverde, primo tra tutti l'affare-Baker, da molti considerato il peggior scambio della storia della franchigia?

È probabile che tutte queste motivazioni abbiano influito, ma è giusto anche rimarcare le cose buone fatte da Wallace, che lo rendono sicuramente non il peggiore GM della Lega (per questo poco ambito riconoscimento, prego rivolgersi a qualche centinaio di chilometri più in basso della città  di Boston).

In realtà  Wallace non è stato licenziato per far posto ad Ainge, semplicemente a Wallace sono stati ridotti i compiti operativi, in pratica retrocesso, ma non in modo così negativo come la parola potrebbe far sembrare.

Wallace continua a fare quasi tutto quello che faceva in precedenza, in special modo scouting, visto che il suo viaggio in Europa per visionare nuovi talenti non è stato annullato, solo che adesso le sue conclusioni saranno consegnate ad Ainge, per cui sarà  quest'ultimo e non Wallace a prendere l'ultima decisione. In più il contratto di Wallace termina fra 3 anni e la dirigenza Celtics ha fatto sapere che non ha nessuna intenzione di terminare anticipatamente il contratto.

La motivazione di questo riposizionamento di Wallace è semplice: mancanza di personale, o meglio, meno personale delle altre franchigie. Le altre squadre infatti hanno più persone con compiti di scouting rispetto a Boston, quindi la dirigenza Celtics ha in pratica incrementato il suo personale adibito a questo compito.

Poiché la professionalità  di Chris Wallace è di un certo livello, alcune squadre hanno chiesto di poter parlare con lui per un eventuale assunzione, ma inizialmente la dirigenza lo ha negato. È notizia recentissima che, dopo insistenze, i Trail Blazers hanno avuto la possibilità  di parlare con Wallace per sostituire il licenziato Bob "Trader" Whitsitt. Vedremo gli sviluppi nelle prossime settimane.

Per dimostrare che non vuole attuare nessuna rivoluzione, Ainge ha deciso d'estendere l'attuale contratto del coach Jim O'Brien per altri due anni. Considerato che mancava un anno alla fine del precedente contratto, significa che è sotto contratto per altre tre stagioni. In questo modo si premia un allenatore che obiettivamente ha ottenuto buoni risultati con una squadra ritenuta difficilmente in grado di raggiungere i traguardi che invece O'Brien è riuscito a conseguire, come la finale di Conference dell'anno scorso e la semifinale di quest'anno.

Oltre all'estensione, è stato anche raddoppiato lo stipendio: da 1,5 milioni di dollari a 3 milioni a stagione, ed è anche stato confermato tutto lo staff dell'allenatore. Infatti Ainge ha dichiarato che "non c'è nessun problema a rinnovare il contratto all'intero staff dell'allenatore", segno che è stata una specifica richiesta di O'Brien, a cui Ainge non ha opposto obiezioni.

"Ha offerto buoni risultati qui a Boston malgrado obiettive difficoltà , ha eseguito un fantastico lavoro di allenatore per questa squadra" ha dichiarato Danny Ainge. In realtà  le critiche ad O'Brien non sono mancate, soprattutto per l'eccessivo utilizzo del tiro da tre e per la mancanza di un attacco armonico che coinvolgesse tutti i giocatori in campo, esasperando gli isolamenti. Di contro O'Brien si difenderebbe da un lato affermando che il tiro da tre è affidabile perché ci sono buoni tiratori, dall'altro perché in squadra solo due giocatori sono in grado di dare affidabilità  e continuità  in fase realizzativa.

I colloqui precedenti alla firma dell'estensione hanno toccato anche un argomento spinoso per un allenatore: la possibilità  di modificare il tipo di gioco dei Celtics in base anche ai nuovi arrivi che potrebbero arrivare nei prossimi mesi. O'Brien non ha fatto obiezioni, ed anche per questo gli è stato rinnovato il contratto.

Il problema adesso è: quali cambiamenti di roster ci saranno?

Ainge ha chiesto pazienza, richiesta condivisibile, visto che l'aspettativa subito dopo una nuova nomina di questo calibro è vedere dei cambiamenti immediati, cosa che obiettivamente non è possibile. Ha già  fatto sapere che si sono tre modi per migliorare la squadra: draft, scambi e sviluppo. Prima di analizzare brevemente questi tre aspetti, è utile far notare che non è stata menzionata la free agency, il che è presto detto: il salary cap è bloccato e non c'è spazio per rifirmare i free agent, se non con l'eccezione da 4,5 milioni di dollari, con la quale non si può che prendere un giocatore di complemento.

DRAFT: i Celtics hanno due scelte, la numero 16 e la numero 20. Mentre la prima è la propria, la numero 20 risulta da uno scambio con Philadelphia dove quest'ultima si è presa Jerome Moiso in cambio di McLeod. Ricordate quando dicevo che Wallace ha fatto anche cose buone?

SCAMBI: qua si va su un argomento delicato, infatti in uno scambio ricevi, ma devi anche dare, e se non dai abbastanza non ricevi quello che desideri. Sotto questo aspetto possono entrare in gioco anche le due scelte, infatti Wyc, prima della nomina di Ainge, ha dichiarato che è intenzionato a salire come ordine di scelta per averne una migliore. Vedremo se Ainge sarà  dello stesso avviso.

SVILUPPO: non s'intende solo curare il miglioramento dei giocatori in roster, di cui solo Kedrick Brown ha ampi margini di miglioramento, ma anche e soprattutto dare alla squadra un atteggiamento da vincente, cosa che finora si è vista solo parzialmente, altrimenti i Celtics non avrebbero perso 4 a 0 contro una squadra comunque forte come New Jersey.

McHale, suo amico ai tempi dei Celtics degli anni Ottanta, commenta favorevolmente questa nomina: "Danny conosce il basket, ha giocato e ha allenato. Il lavoro di commentatore in TV gli ha dato una varietà  d'esperienze utili nel suo nuovo incarico".

Subito dopo la sua nomina sono circolate le più disparate voci di scambi. La più curiosa è quella riguardo Jason Kidd.

Dopo aver dichiarato che non è saggio per i tifosi di Boston fischiare Jason Kidd perché potrebbe giocare per i Celtics in futuro e dopo aver detto che "ho allenato Jason, conosco Joumana, mi piacciono entrambi", Kidd si è lasciato sfuggire che "gli darò un'opportunità  solo perché c'è Ainge". Ovviamente erano solo degli attestati di stima reciproci che la stampa ha montato come possibile scambio, cosa che è alquanto difficile per motivi di salary cap.

Anche il grande vecchio Red Auerbach ha voluto dare un consiglio a Danny: "il 75% dei migliori scambi sono scambi che non avverranno mai". Significato chiaro: bisogna lavorare molto per trovare più occasioni propizie, perché solo una minima parte saranno fattibili.

Emblematica la riflessione di Ainge dopo la conferenza-stampa della comunicazione della sua nomina. "Camminando lungo le strade (di Boston), la gente era molto positiva e mi chiedevano: 'è questo l'anno?' mi piace molto come la gente di Boston si pone nei miei confronti". La città  di Boston ha bisogno di una squadra in grado di vincere il titolo, ed anche l'NBA.

Buona fortuna Danny.

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