SAS-DAL Gara 4

L'apporto dalla panchina di Ginobili è stato uno dei fattori per decidere gara 4

San Antonio Spurs 102 @ Dallas Mavericks 95

I Dallas Mavericks, dominatori della prima parte di campionato, squadra più spettacolare della lega e per lungo tempo miglior record della NBA, stanno per salutare la compagnia.

La serie fra Dallas e San Antonio non è ancora terminata, almeno ufficialmente, ma da quanto si è potuto sentire al termine di gara 4 di finale di conference, forse per gli Spurs è venuto il momento di cominciare a pensare alle due trasferte in New Jersey. Il perché è presto detto.

Perché la scorsa notte, nella quarta gara di finale, gli Spurs non si sono lasciati sfuggire l'occasione di mettere una seria ipoteca sulla loro seconda finale NBA dell'era Duncan, demolendo le speranze di Mark Cuban con una prestazione efficacissima del pacchetto esterni.

Nonostante l'infortunio di Dirk Nowitzki, l'andamento della gara non ha rispecchiato il copione delle sfide passate. San Antonio non è sembrata voler chiudere subito il discorso e anzi, nei primi due quarti è stata la squadra di casa a fare la partita.

Don Nelson ha rimescolato le carte, schierando un quintetto base con un doppio play, con la strana (ma poi neppure troppo) coppia Van Exel - Nash a inventare, Michael Finley ala piccola e Walt Williams come secondo lungo.

Fino all'intervallo, chiuso con 5 punti di vantaggio, Dallas ha potuto coltivare speranze di vittoria, ma evidentemente quella degli Spurs era solamente la tattica del gatto con il topo.

Quando gli ospiti hanno deciso di spingere il piede sull'acceleratore, la partita si è praticamente chiusa in faccia ai Mavs. Il terzo quarto ha fatto registrare un parziale di 30 a 18 per i grigio neri che al di là  del dato numerico, ha stroncato le speranze dell'American Airlines Center e ha consentito ai ragazzi di coach Popovich di controllare senza tanti patemi, l'ultimo quarto (25 pari l'ultimo parziale).

Come detto, sono stati gli esterni a fare la differenza nell'economia della gara, ma tanto per cambiare, l'eroe vero della giornata è stato ancora lui, Tim Duncan.

Dopo la prestazione magistrale di gara 3, il capitano di San Antonio si è rilassato in fase offensiva. La vena dei compagni gli ha permesso di poter mettere a referto "solamente" 21 punti, il problema per Dallas è che a questo dato, il numero 21 ha aggiunto anche 20 rimbalzi, 7 assist e 4 stoppate.

Mentre Duncan dominava l'area, (alla fine i lunghi di Dallas hanno incassato solamente 18 punti totali, 7 per La Frentz prima di uscire per falli), Parker e soci hanno pensato a bucare la retina. Il francese è risultato alla fine il top scorer della partita, grazie a 25 punti segnati, 11 dei quali nel solo terzo quarto.

Al suo fianco, si sono confermate le azioni in crescita di Stephen Jackson, che nonostante un pessimo 1 su 7 dalla linea dei tre punti ha messo a referto 17 punti totali, con 3 assist e altrettante palle rubate.

Nelle dichiarazioni finali, Parker ha messo in evidenza la qualità  della panchina Spurs. A suffragare questa tesi, ci ha pensato ieri notte Manu Ginobili.

L'argentino si è alzato dalla panca per 32 minuti e in questo tempo ha piazzato 21 punti pesanti con 3 su 5 nelle triple, 6 rimbalzi (dei quali 5 d'attacco) e 2 palle rubate.

Dal canto loro, i Mavs hanno sfoderato 25 punti a testa per Van Exel e Finley, ma l'ultimo ad arrendersi per i suoi è stato Steve Nash.

Il canadese ha trovato la forza di rispondere alle critiche che lo vedevano troppo spento in questa serie e ha messo in piedi una serata "stocktoniana" da 22 punti e 8 assist anche se penalizzata fortemente dalle 4 palle perse subite.

In totale, il trio a disposizione di coach Nelson ha siglato 72 punti, sui 95 totalizzati dalla squadra, ma questo dato non è riuscito a sopperire all'assenza del tedesco più amato del Texas e non ha portato il buon umore sul viso dell'allenatore di casa.

"Gli Spurs” ha detto la guida di Dallas, “possono giocare ogni tipo di basket tu voglia giocare. Vuoi correre, loro corrono. Vuoi segnare 115 punti, li segnano con te. Vuoi controllare il ritmo sulla metà  campo, lo fanno molto bene. Li difendi a zona, sono coperti anche su questo. Sono molto ben allenati e molto disciplinati. Sanno bene quando sfruttare le occasioni.".
Parole chiare, quelle di Don Nelson.

Parole che suonano come una resa verso i rivali che in questo momento sembrano avere, senza mezzi termini, piegato la resistenza degli avversari e come già  rilevato, possono pensare a come organizzare le proprie finali 2003.

Nel frattempo però, c'è ancora da giocare una partita di basket.

Gara 5 potrebbe dare l'accesso definitivo agli Spurs per la sfida alla banda Nets, oppure riaprire un minimo di speranza nel cuore deluso dei Mavericks. Il vantaggio per ora è davvero tutto per gli Spurs.

Alla prossima"

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