New Jersey – Ottawa 3 – 2

Quel diavolaccio di Brodeur ha riportato NJ in finale dopo due anni

Non sempre capita l'occasione di riscattarsi, ma per Jeff Friesen oggi i possibili rimpianti sono solo un fantasma, pronto a svanire di fronte alla consapevolezza d'aver saputo… “cogliere l'attimo”.

L'ala canadese, match winner di gara 2 e 4, sembrava aver rovinato tutto al 1:53 del 3° periodo quando, perso il puck all'altezza della blue-line, aveva innescato il contropiede dei Senators, consentendo a Bonk di pareggiare con un blast dal cerchio di sinistra.
Dice Friesen: “Ho fatto una pessima giocata, stento ancora a crederci. Superfluo rimarcare come si tratta di un errore che è pesato molto sotto l'aspetto psicologico”.

Ottawa era così risorta e, spinta dal pubblico e dal cuore di un'intera città , minacciava di ribaltare il risultato e compiere un'impresa eccezionale contro dei Devils che avevano accusato il colpo.

Il sogno dei Senators di riportare una squadra canadese in finale di Stanley Cup (gli ultimi furono i Vancouver Canucks nel '94), finisce però a 2'14″ dalla fine del match, quando Friesen sigla il suo riscatto: Madden cattura il puck e passa in backhand a Marshall posizionato nella zona neutra, questi scatta, percorre la corsia di sinistra e scarica precisamente a Friesen, bravo ad insaccare eludendo l'intervento di Lalime.

Parte delle responsabilità  va indubbiamente a Redden, visto che il difensore dei Senators è andato stranamente a raddoppiare su Marshall, lasciando così Friesen a tu per tu con “Roy-Lime”.

Il goal dei Devils è arrivato nel momento più favorevole ai canadesi e per Ottawa c'è anche la possibilità  di recriminare su una penalità  (tripping) non fischiata su Hossa quando, poco prima della rete di Friesen, lo slovacco era solo davanti a Brodeur.

Dice “Freeze” a fine gara: “Devo ringraziare i miei compagni e coach Burns che hanno avuto splendide parole nei miei confronti subito dopo quella stupidaggine. Grazie a loro non mi sono perso.
Quando sono riuscito a segnare ho provato un'emozione e una sensazione che finora mi erano sconosciute. E' stato un momento fantastico.
Se eravamo preoccupati prima di questa gara? Assolutamente no. Perdere il vantaggio di 3 partite a 1 ci ha chiaramente infastidito, ma al contempo ci ha caricati per cercare di fare bene”
.

La partita: Fin dalle prime battute i Devils si dimostrano determinati ed infatti al 3:13 Lalime è già  costretto agli straordinari: tiro di Colin White dalla destra, il puck colpisce Friesen e arriva casualmente alla stecca di Nieuwendyk (non in perfette condizioni per via dell'infortunio al ginocchio patito nel supplementare di gara 6) che tira, ma non riesce a superare il portiere canadese. Il rimbalzo del disco favorisce l'intervento di Langenbrunner, fermato ancora una volta dallo strepitoso “Roy-Lime”.
Ancora pericoloso Nieuwendyk, che però non riesce a trovare il goal e purtroppo per lui si vede costretto poco dopo ad abbandonare il ghiaccio per un problema all'anca.

A scapito dell'attività  di New Jersey, al 3:33 è Ottawa a passare in vantaggio: Van Allen lavora il puck e passa ad Havlat, il ceco sulla destra trova Arvedson che, superati White e Niedermayer, batte Brodeur (per lo svedese è il 1° goal in questi playoff).
L' 1-0 però non sblocca gli uomini di coach Martin, nè fa diminuire il traffico davanti ad un Lalime ancora protagonista prima su Madden (16:57) e poi su Gomez (17:12). Alla fine del 1° periodo il parziale dei tiri è 11-6 per i Devils.

New Jersey la fa da padrone anche nel 2° periodo e dopo aver fallito il pareggio con un'azione del duo Marshall-Gomez, lo trova grazie a Langenbrunner, al suo 8° goal nella post season. Al 3:52 Niedermayer passa splendidamente a Brylin che tira, il puck è ribattuto dal difensore Leschyshyn ma Langenbrunner non demorde e, con uno slapshot dal cerchio di destra, supera Lalime grazie anche ad una deviazione di Volchenkov.

1' 54″ dopo è ancora il cannoniere di New Jersey ad andare in goal: Madden perde il puck nell'angolo sinistro, il difensore dei Senators Rachunek lo recupera, ma non presta attenzione a Langenbrunner che gli sottrae il disco e con un wrister batte Lalime.
Nonostante lo svantaggio Ottawa non reagisce con troppa veemenza e a New Jersey non resta altro che controllare (7 a 5 il parziale dei tiri a favore dei canadesi).

Il 3° periodo si può riassumere nelle giocate di Friesen, già  descritte all'inizio.

Il suo errore iniziale rende la gara vivace ed intensa, con dei Senators aggressivi ma poco disciplinati, specie nei momenti decisivi dove a fare la differenza sono l'esperienza e l'equilibrio.
Caratteristiche queste di stampo Devils che, malgrado 2 powerplay non sfruttati (il match è stato molto corretto con appena 8' di penalità ), hanno offerto un'altra buona prova offensiva e la consueta solidità  in difesa grazie all'eccellente Brodeur.

Ottawa si congeda forte di aver mostrato finalmente quel carattere mai espresso nei playoffs ma, come detto già  dopo gara 5, rimane sempre qualche dubbio sull'efficacia di un gioco un po' incostante e “vittima”, in questa serie, di alcune “ingenuità ” e di prestazioni deludenti da parte dell'attacco (Marian Hossa ha chiuso con 0 goal e di lui ci si ricorda solo l'assist per il Game Winning Goal di gara 6…).

Le parole che riassumono meglio partita e serie, sono forse quelle dette da Brodeur prima di gara 7: “Noi abbiamo l'esperienza, loro l'incitamento del pubblico”.

Dice coach Martin: “E' stata una partita con molti errori e decisa da centimetri. Siamo stati bravi a rimontare, ma una brutta giocata ha dato loro la possibilità  di vincere la gara. E' frustrante, ma la nostra delusione è la conferma di quanto bene abbiamo fatto nel corso della stagione. L'esperienza acquisita in questi playoff sarà  molto importante per il futuro.
Malgrado la sconfitta, è innegabile come il nostro gruppo sia cresciuto ed abbia fatto dei passi in avanti, migliorando l'intesa ed il collettivo. Ogni giocatore ha imparato qualcosa che saprà  mettere in campo il prossimo anno.
Il nucleo della squadra è ancora giovane ed è importante ripartire da una base solida”
.

Concorda Lalime:” Per quanto ci riguarda è stato un anno fantastico, peccato non averlo potuto coronare andando in finale”.

A proposito di futuro, l'avvento del nuovo proprietario Eugène Melnyk dovrebbe essere garante della riconferma in blocco della squadra (solo Arvedson, Hull, Ray e Smolinski, sono infatti unrestricted free agent).

Three stars:

– Martin Brodeur (NJ) Saves 24; Save pct.: .923
– Patrick Lalime (OTT) Saves 24; Save pct.: .889
– Jamie Langenbrunner (NJ) 2 goals

Notes:

– Prima di questa partita Ottawa aveva un record di 36-2-3 quando conduceva dopo il 1° periodo.

– Ottawa nella sua storia ha un bilancio di 1-3 nelle gare 7 (le prime 2 sconfitte sono avvenute fuori casa), New Jersey invece è 5-6.

– New Jersey è alla sua quarta finale di Stanley Cup, la terza negli ultimi 4 anni (nel '95 vittoria contro Detroit, nel '00 vittoria contro Dallas, nel '01 sconfitta contro Colorado).
Non male per chi non vive sotto le luci di New York…

– Avremo una finale in cui, oltre ad affrontarsi due squadre “simili” per l'importanza dei portieri e la forza delle difese, ci sarà  anche qualche ex: quest'estate infatti Jeff Friesen e Oleg Tverdovsky sono passati da Anaheim a New Jersey, mentre Petr Sykora ha fatto il percorso inverso.

Da segnalare anche il derby tra i fratelli Rob e Scott Niedermayer.

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